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venerdì, Feb 03

True Spirit racconta l’impresa impossibile di una ragazza straordinaria



Da Wired.it :

True Spirit arriva su Netflix, lo fa cavalcando quella che buona parte dell’opinione pubblica australiana e degli appassionati di vela ancora oggi considera un’eroina: Jessica Watson, capace a 16 anni di mettere a segno un’impresa incredibile, la circumnavigazione del globo in solitaria. Uomo e mare, un binomio tanto antico quanto ancora oggi potente, a dispetto della tecnologia, del nostro cercare nello spazio altre risposte ed avventure, di un mondo che è cambiato tantissimo. True Spirit riporta a galla questo antico legame, lo fa con un film chiaramente strutturato per essere un racconto di formazione per i più giovani, ma che ha più di qualche elemento capace di farlo apprezzare anche dal pubblico più adulto. 

La storia di Jessica Watson

True Spirit fa conoscere ai profani della navigazione Jessica Watson (Teagan Croft, già vista nella serie Titans), 16enne che tra il 2009 e 2010 decise di fare qualcosa che per molti era folle ed irresposponsabile per una ragazza così giovane: partire da Sidney, percorrere più di 20mila miglia nautiche in solitaria, facendo il giro del mondo per tornare poi al punto di partenza. 
Al suo fianco, contro media sospettori e sponsor sempre meno convinti, avrà la madre Julie (Anna Paquin), il padre Roger (Josh Lawson), il resto della famiglia e soprattutto il suo maestro, Ben Byrant (Cliff Curtis), che le ha insegnato tutto ciò che sa. Diretto da Sarah Spillane, questo film Netflix mira non solo a celebrare una ragazzina diversa da tutte le altre, ma anche a farci riscoprire il fascino della navigazione, un universo che fin dai tempi di Omero è stato grande protagonista della nostra narrazione. I marinai hanno reso il nostro mondo incredibilmente più grande e assieme più piccolo, sono personaggi unici per semantica e potenza, come lo erano secoli fa. Ed era a loro che Jessica pensava, al non volersi sentire incapace di guardare alla grandezza di una sfida così grande.

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“Uomo libero sempre amerai il mare” scrisse a suo tempo Baudelaire. La navigazione è diventata sempre più sicura e quindi paradossalmente anche priva di emozioni oggi, eppure in tantissimi hanno cercato di cimentarsi in attraversate compiute con imbarcazioni a vela, confrontandosi con tempeste, clima estremo, pericoli di ogni sorta, quasi a voler imitare gli uomini del passato. Jessica seguì l’esempio di un altro giovanissimo asso del mare, Jesse Martin, e questo film ci fa capire il loro rapporto di amore e assieme timore verso la grande distesa blu, che ancora oggi rimane per certi versi un’essenza misteriosa del nostro pianeta. 
True Spirit sposa in modo totale il punto di vista di una ragazza completamente diversa dalla norma, capace di stare 210 giorni in mare a bordo di una barca di 10 metri, completamente rosa (non a caso chiamata Pink). La sua impresa a dirla tutta ancora oggi divide per la rotta che seguì, il suo record è stato ostracizzato dalla comunità internazionale, ma il suo esempio, il suo coraggio, non potevano passare inosservati, quasi come una sorta di versione moderna di Dorando Pietri. 

Un film di formazione con un bel messaggio esistenziale

True Spirit è il classico film di formazione, studiato per la famiglia, ma più ancora in modo abbastanza palese per il pubblico adolescenziale, lo stesso che in quei mesi, intasò letteralmente il web per seguire lei, Jessica. Contro ogni logica volle passare per i quattro meridiani, lo fece affrontando in completa solitudine oceani capaci di inghiottire i marinai più esperti
True Spirit si regge soprattutto sul confronto tra lei, giovane spirito inquieto incapace di stare lontano dal mare, afflitta da una dislessia che frequentemente ne aveva intaccato l’autostima, e Ben, sorta di enorme orso a suo agio semplicemente quando parla di onde, vele, venti, tempeste e tutto il resto. Il loro appare essere un rapporto anche molto più stretto di quello che la lega ai sui genitori. Sono i primi a credere in lei, ma forse sono anche incapaci di comprenderla fino in fondo, non completamente almeno come quel suo maestro, con cui lei parla una lingua quasi sconosciuta. Se il concetto di mentore già in Cobra Kai era stato recuperato e sviluppato in modo profondo recentemente, il risultato qui non è tanto diverso, per quello che riguarda la felicità dell’esito.

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Fatto ancora più interessante, True Spirit ci fa capire che navigare significa essere completamente soli, ma in un modo totalizzante, mediato in questo film solo parzialmente della nuova tecnologie, dei cellulari e dei telefoni satellitari, dei pc portatili. 
Confrontarsi con gli elementi della natura, porta innanzitutto a riconoscere una propria inferiorità, la stessa di cui le parla il suo maestro: se lotterai contro il mare perderai come ha perso chiunque. Ecco allora che al di là del tono pastello, di una colonna sonora troppo sdolcinata, dalle variazioni rispetto ai veri eventi, True Spirit celebra soprattutto un diverso approccio alla nostra esistenza. L’unico difetto del film, al netto di una grande coerenza d’insieme, è il fatto che alla fin fine l’insieme scivoli in un tono eccessivamente retorico, quando invece un’atmosfera maggiormente drammatica e seria avrebbe aiutato a capire l’enormità dell’impresa di questa ragazza. True Spirit è comunque un bel prodotto di intrattenimento, non un capolavoro certo, però fa arrivare molto bene i suoi temi e soprattutto fa comprendere anche ai profani le difficoltà della navigazione, ed ha un messaggio ambientalista di fondo sfumato, ma molto potente. 



[Fonte Wired.it]