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martedì, Set 01

Trump ha giustificato il 17enne che ha ucciso tre manifestanti di Black Lives Matter



Da Wired.it :

Lo ha detto in una conferenza stampa, benché ci siano video e testimonianze che dimostrano il contrario. Il presidente ha anche confermato la sua visita a Kenosha, il luogo dell’accaduto, alimentando ulteriori scontri e tensioni

(Foto: Win McNamee/Getty Images)

Kyle Rittenhouse, il 17enne americano accusato dell’omicidio di due persone a Kenosha (in Wisconsin), avrebbe agito per legittima difesa. A dirlo non è stata una persona qualunque, ma il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che in conferenza stampa ha spiegato quanto secondo lui sarebbe accaduto durante la terza giornata di manifestazioni nella città del Midwest, quelle seguite al ferimento di Jacob Blake: “Stiamo valutando attentamente le sue azioni, ma avete visto il video. Stava cercando di scappare dai manifestanti, è caduto ed è stato attaccato molto violentemente. Probabilmente lo avrebbero ucciso”.

La dinamica dell’incidente non è affatto chiara e le azioni di Rittenhouse, che ora si trova nella prigione di Lake County in Illinois, sono ancora sotto indagine. Dai video diffusi online e dalle testimonianze delle persone presenti sul posto, emerge di certo un’altra versione dei fatti rispetto a quella raccontata dalla Casa Bianca: il 26enne e il 36enne uccisi dai proiettili del fucile Ar-15 del ragazzo erano completamente disarmati. Sono stati ripresi rispettivamente con una busta di plastica e uno skateboard in mano. L’unico a possedere una pistola è la terza persona coinvolta nella sparatoria, che però è stata colpita – e soltanto ferita – quando gli altri due erano già in terra.

Lo stesso Rittenhouse, dopo essere stato fermato dalle forze dell’ordine, si è rifiutato di spiegare i motivi che lo hanno portato a fare fuoco sui manifestanti. Inoltre, ci sono altre circostanze che aggravano la posizione del 17enne: il fucile era detenuto in maniera illegale, e per trovarsi sul luogo ha violato il coprifuoco imposto a Kenosha arrivando da una città di uno stato limitrofo, l’Illinois. Ma la tesi di Trump è condivisa da gruppi di suprematisti e alcuni importanti esponenti conservatori. Il New York magazine ha riportato che un sito di “crowdfunding cristiano ha avviato una raccolta fondi, arrivata già a 270mila dollari, per coprire le spese legali di Rittenhouse.

La visita programmata del presidente a Kenosha

Le parole di Donald Trump rischiano di gettare altra benzina sul fuoco su una situazione già molto tesa. Nonostante il parere contrario del governatore del Wisconsin Tony Evers e del sindaco di Kenosha John Antaramian (entrambi democratici), preoccupati per probabili nuovi scontri e tensioni, il presidente ha confermato la sua visita in città per il 1 settembre.

“Il presidente Trump non vede l’ora di visitare Kenosha e aiutare questa grande città a guarire”, ha spiegato in una nota il vice portavoce della Casa Bianca Judd Deer. Ancora non è noto il programma del tour, ma probabilmente ci saranno incontri con le forze dell’ordine e alcuni imprenditori per avere una stima dei danni seguiti alle proteste. Non ci sarà, invece, nessun colloquio con i genitori di Jacob Blake. A far desistere il presidente sarebbe stata l’eventuale presenza di avvocati all’appuntamento: “Ho pensato fosse inappropriato” – ha sottolineato lo stesso ex tycoon newyorkese – “e ho preferito evitare, ma ho parlato con il pastore della famiglia”. I genitori di Jacob Blake si sono mostrati poco propensi al confronto, com’è comprensibile: Cnn il padre ha detto di “non essere interessato a parlare con il presidente”; suo zio ha definito, invece, Trump come “un razzista che alimenta tensioni da quando è alla Casa Bianca”.

La visita a Kenosha è, però, uno dei strumenti di campagna elettorale che il presidente intende usare per dimostrare che le città e gli stati governati dai democratici non sono adeguatamente gestiti, e anzi sono precipitati nel caos. Il sindaco Antaramian, in un’intervista a Cnn, aveva chiesto a Trump di “lasciare da parte la politica” e di attendere un “momento più favorevole” per programmare una nuova visita. Ma mancano solo 62 giorni alle prossime elezioni presidenziali, e oggi più che mai le divisioni pagano.

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[Fonte Wired.it]