Seleziona una pagina
venerdì, Lug 24

Tutte le frontiere esplorate nel quarto appuntamento del Wired Next Fest



Da Wired.it :

Nella giornata dedicata alle frontiere – della ricerca, della tecnologia e dell’arte – si è discusso con scienziati, scrittori, artisti ed esperti di tecnologia, etica, medicina e digitale. Dalle pulsar alla realtà virtuale, spaziando dal diritto digitale al biohacking, ecco di cosa abbiamo parlato

“Quando sei la prima donna della storia in un ruolo, è fondamentale lavorare bene, perché hai tutti gli occhi puntati addosso. Lavorare male potrebbe voler dire precludere la strada ad altre donne che verranno dopo di te”. Con queste parole di consapevolezza e di vita vissuta dell’astrofisica Jocelyn Bell Burnell, ha preso il via il 23 luglio il quarto evento del Wired Next Fest 2020.

Già presidentessa della Royal astronomical society e dell’Institute of physics, Bel Burnell è stata anche la scopritrice della prima stella di neutroni pulsar“Quando un giorno viaggeremo nello Spazio”, ha continuato, “potremo usare le pulsar come dei fari spaziali per orientarci, dato che emettono un segnale pulsante, non luminoso ma costituito di onde radio”.

wnf_2307_4
Jocelyn Bell Burnell al Wired Next Fest 2020

Tema della giornata sono state le frontiere, intese non solo in senso dell’esplorazione spaziale ma anche in tutti gli altri possibili significati. Per restare in ambito scientifico, con il biohacker Josiah Zayner si è parlato di sperimentazione genetica: “Il biohacking dà più potere alle persone, perché di fatto tutti possono avere accesso alle tecnologie di riprogrammazione del dna, non solo le università e le grandi aziende”. Sul palco virtuale dell’evento, Zayner ha parlato anche delle sperimentazioni che ha condotto su di sé, e di come si sia già creato un movimento per auto-sperimentare i vaccini contro la Covid-19.

Sempre di pandemia, ma in termini di ricerca scientifica e peer review, si è discusso con Antonella Viola ed Enrico Bucci. Entrambi concordi sulle potenzialità della formula del pre-print per mantenere aggiornata la comunità degli scienziati, sopratutto in un periodo di urgenza ed emergenza sanitaria, hanno però evidenziato pure i limiti e le storture di questo modello. “Dal punto di vista della comunicazione le cose sono complesse”, ha spiegato Viola. “Già i titoloni di giornale non dovrebbero essere mai fatti sulla base di una singola pubblicazione, e comunicare alle persone un articolo che non è nemmeno stato sottoposto alla revisione tra pari è completamente scorretto”.

wnf_2307_1
Enrico Bucci e Antonella Viola al Wired Next Fest 2020

“L’altro problema emerso è che con centinaia di nuovi articoli al giorno non c’erano abbastanza risorse per eseguire le review, quindi le riviste hanno abbassato di molto il livello qualitativo delle proprie pubblicazioni”, ha aggiunto Bucci. Che ha anche evidenziato come la competizione tra riviste e tra ricercatori abbia portato anche su riviste prestigiose all’uscita di molti paper d’opinione, anziché fondati su dati ed evidenze.

Tra i fili rossi della giornata è emerso soprattutto il tema, oggi alla frontiera, della regolamentazione etica e normativa del digitale, dall’intelligenza artificiale alla rete internet stessa. “La linea su cui ci si sta orientando oggi è di sancire una serie di diritti che ogni l’individuo può azionare nei confronti delle grandi piattaforme, con efficacia giuridica immediata”, ha raccontato Oreste Pollicino dell’università Bocconi. Mentre Francesca Rossi, specialista in etica hi-tech per Ibm, cha chiarito che “sul lato tecnologico occorre sviluppare algoritmi che verifichino la presenza di bias nelle intelligenze artificiali e cerchino di eliminarli, facendo in modo che nel cancellarne uno non se ne accentui un altro”.

Sullo stesso tema, l’internet activist Ethan Zuckermann ha aggiunto che “nell’immediato le piattaforme online devono essere più trasparenti nel comunicare come mai vediamo un’informazione e non un’altra, in modo comprensibile agli utenti”. Ma ha spiegato anche che a lungo termine abbiamo bisogno di spazi digitali auto-regolati con forme di democrazia, per evitare che gli autocrati inquinino la rete e le impediscano di diventare luogo di organizzazione di movimenti e di innovazione sociale.

Quello della cultura digitale, e della consapevolezza dello strumento, è un concetto emerso anche nell’intervento della ministra per la digitalizzazione Paola Pisano: “Nella scuola italiana la tecnologia, la digitalizzazione, il coding e la robotica non possono più essere materie accessorie, ma devono avere una propria dignità come la matematica e il latino”, ha detto. Aggiungendo che le tre direzioni della sua agenda politica sono lo sviluppo di servizi digitali semplici e adatti a tutti, la creazione di posti di lavoro in cui si sfruttino le competenze tecnologiche e naturalmente la formazione rivolta anche alle generazioni meno giovani.

wnf_2307_2
Paola Pisano al Wired Next Fest 2020

Di come fare innovazione sfruttando altre competenze, come quelle artistiche e culturali, si è discusso invece con Luigi Maccallini e Valentino Catricalà di Atelier Ai, artist as inventor. “Occorre andare oltre l’open innovation”, ha annunciato Maccallini, intendendo che serve agire in velocità nella parte di creatività, dove si innesta l’arte, che è diventata “un elemento quasi insostituibile nell’accelerazione dell’innovazione”. E Carticalà ha aggiunto che “non solo il mondo dell’industria può guadagnare molto dagli artisti, ma anche gli artisti stessi possono avere nuove sinergie, luoghi da trasformare in laboratori d’arte e, perché no, qualche ulteriore finanziamento”.

Proprio all’arte, nelle sue molteplici forme di frontiera, è stato dedicato un pezzo importate del Wired Next Fest. A partire dall’intersezione tra realtà virtuale, cinema e videogiochi, un terreno che ha fatto incontrare Paolo Del Brocco di Rai Cinema e Marco Saletta di Sony. “Oggi sono già disponibili contenuti culturali gratuiti da fruire in realtà virtuale, ha raccontato Saletta, spiegando che al di là degli obiettivi immediati di business questo filone resta tutto da esplorare, e può aiutare a far capire che il videogame merita di essere incluso all’interno della produzione culturale. “Anche se a lungo termine la speranza è che ne nasca un trend da cui ricavare un ritorno economico”, ha aggiunto Del Brocco, “sperimentare il cinema in realtà virtuale oggi è un modo per coinvolgere nuovo pubblico e svolgere quella funzione di alfabetizzazione digitale e di servizio pubblico che spetta alla Rai”.

Il cinema è stato protagonista anche dell’intervista ai registi Fabio e Damiano D’Innocenzo. “Aver capito che le piattaforme digitali non scavalcheranno mai il cinema permetterà di accettarle per quello che sono”, hanno chiarito. Da combattere dunque le forme di demonizzazione delle tecnologie di fruizione in sé, ma anche abituarsi a controllare la resa delle proprie produzioni cinematografiche anche su smartphone, dove una parte del pubblico fruirà dell’opera.

Dal grande (e piccolo) schermo alla musica, con Dardust – che al Wired Next Fest si è anche esibito –  si è chiacchierato delle fasi della produzione discografica. “La tecnologia è fondamentale per avere risultati veloci quando si è in fase di brainstorming creativo, ha detto. ” Il digitale permette di accelerare un processo che, in analogico, era molto più lento e costringeva a lavorare sul sintetizzatore”. Insomma, senza il supporto tecnologico c’è il rischio di perdere l’emotività del momento, punto focale dell’alchimia artistica.

“TikTok è l’app del momento e rivoluzionerà sempre più il mercato discografico”, ha commentato il cantautore Alfa. Raccontando che è un’alternativa ad altre piattaforme web di certo più meritocratica e più veloce, ma specificando anche che “l’abilità non sta tanto nel fare i numeri in termini di visualizzazioni e follower, ma riuscire a mantenere il proprio pubblico e vendere biglietti per i concerti. Dello stesso TikTok ha parlato anche la creative editor di Vogue Japan Anna Dello Russo“Rappresenta lo spartiacque tra il mondo vecchio e il mondo nuovo”, ha commentato. “È una piattaforma dove mettersi alla prova: quando ci si trova spiazzati, significa che il nuovo è già arrivato e bisogna prenderne atto”, nella moda e non solo.

Altro tema trasversale alla quarta giornata del Wired Next Fest sono stati i diritti e le questioni geopolitiche, nazionali e internazionali. “Una legge che disciplini il fine vita, o che cambi la legge attuale sulle procreazione medicalmente assistita, sarebbe un buon modo per dare ai cittadini una risposta laddove nelle politiche economiche e di giustizia sociale facciamo una grande fatica”, ha spiegato l’avvocata e attivista Cathy La Torre. Spaziando dalle battaglie per i diritti Lgbt alle questioni di cittadinanza, con la scrittrice Igiaba Scego si è affrontato il tema dello ius soli: “non avere diritti di cittadinanza, essere stranieri in casa propria, in qualche modo porta a vivere al margine, a restare esclusi. Non è un caso che la mobilità sociale sia molto bassa e che molti tipi di professioni siano svolte quasi solo da bianchi”, ha aggiunto.

Guardando fuori dai confini nazionali, si è discusso di Libia con la giornalista Francesca Mannocchi, che ha dato una misura della complessità della situazione in cui il Paese versa. “Anche se nel percepito comune resta la parte esotica dei miliziani in ciabatte e kalashnikov, il punto nodale è che queste milizie sono già entrate nelle istituzioni e sono tra le persone che siedono ai tavoli di negoziazione”, ha esemplificato per raccontare quanto lo scacchiere sia articolato ed esplosivo. Di Cina, e del sistema dei crediti sociali, si è parlato invece con il collega Simone Pieranni. “L’obiettivo è creare una società armoniosa in cui le persone si possano fidare l’uno dell’altro, secondo i canoni confuciani”, ha spiegato. “Ma la presenza del partito unico può però generare delle storture, per esempio con una sproporzione tra le proprie mancanze e le sanzioni subite”.

wnf_2307_5
Simone Pieranni al Wired Next Fest 2020

E, come sempre al Wired Next Fest, scienza e tecnologia sono state affrontate dalle più disparate angolature. Con Elisabetta Dejana, ricercatrice Airc in Ifom, si è parlato soprattutto di lotta ai tumori e della nuova frontiera del fare ricerca sulla nicchia dove si annida, il cosiddetto stroma. “Ci sono molte cose che abbiamo imparato dalla ricerca di base e che poi hanno trovato applicazione nella clinica, verso la direzione di personalizzare il più possibile la ricerca anti-tumorale e prendendo atto della grandissima varietà di casi”, ha spiegato. Di cultura hi-tech, applicata in particolare ai sistemi di distribuzione dell’energia, ha parlato infine Vincenzo Ranieri di E-Distribuzione. “Con il Politecnico di Milano è stato lanciato il primo master internazionale in smart grids, ha raccontato. “Essere un operatore di sistema in un Paese come l’Italia vuol dire anche mettere a disposizione le proprie competenze per colmare il gap di formazione specialistica che c’è oggi sul mercato del lavoro”.

Il Wired Next Fest 2020 è un festival on-line e on-site lungo da giugno a settembre. Il palinsesto di quest’anno, infatti, proseguirà con gli appuntamenti del 17 e 30 settembre. Infine, si concluderà con le date del 10 e 11 ottobre a Milano.

Realizzato in collaborazione con Audi, il Wired Next Fest è reso possibile anche grazie al supporto dei seguenti partner.

Mobile Partner:
Huawei

Main Partner:
E-DistribuzioneMastercardNexiUniCreditVodafone

Technical Partner:
Sts

Production:
Piano B

Content partner:
Fondazione Airc

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]