Seleziona una pagina
sabato, Dic 14

Tutte le migliori bufale del 2019: i trend di un altro anno di fake news


Dal ritorno del complotto lunare alle false mediche, dai complotti su Greta alle teorie sessiste su donne e scienza, chiudiamo l’anno con una rassegna delle bufale che abbiano trattato nel 2019

Tra complotti, leggende metropolitane e truffe anche il 2019 è stato un anno prolifico per le bufale. E più passano gli anni, più ci si rende conto di quanto un anno sia simile al precedente. Non solo perché alcune bufale riemergono pari pari (pensiamo all’onnipresente asteroide certificato in attesa di spazzarci via), ma perché anche cambiando il contesto e i nomi le stesse narrazioni si ripetono all’infinito. E se questo è vero, e lo è, con uno sforzo in più possiamo facilmente vedere come ben prima di internet la situazione non fosse poi tanto diversa. Eppure ancora oggi la regina delle bufale (pardon: fake news), che non manca mai di raccogliere facili applausi, è che in qualche modo il problema principale sia di internet e dei media alternativi. Bisognerebbe allora spiegare come mai da sempre, non solo oggi, non solo in questa rassegna del 2019, molte bufale dipendano da giornali e tv…

Complotti e affini

Greta Thunberg quest’anno ha fatto un po’ da parafulmine per quanto riguarda il negazionismo climatico, che oggi non può essere altro che una forma particolarmente perniciosa di complottismo. L’impatto del suo attivismo, universalmente apprezzato dai climatologi, non poteva essere ignorato e anche in Italia ha attirato una quantità di veleno, commenti caustici e falsità. Alcuni di questi provenivano dalla rete, ma molti attacchi sono stati anche incalzati da giornali e personalità più o meno note (più o meno lo stesso trattamento riservato a Carola Rackete). Una delle accuse era che non solo Greta fosse manipolata, ma manipolata da George Soros, che nel 2019 nonostante l’età veneranda è stato ancora il babau di chi crede al piano Kalergi ed ad altre versioni 2.0 dei Protocolli dei savi di Sion. Anche in questo caso non dimentichiamo che il mito del burattinaio Soros è nato e cresciuto con i media tradizionali, poi è stato spinto in tempi recenti dalla propaganda di Viktor Orban. E nemmeno che questo tipo di disinformazione impedisce o ostacola la discussione che forse dovremmo avere sul filantrocapitalismo.

Con le celebrazioni per i cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna è anche tornato brevemente a splendere, di luce riflessa ovviamente, il lunacomplottismo. Anche qui, parliamo di una storia vecchia, nata ben prima della galassia di siti dedicati alla costruzione di verità alternative. Nel 2019 è riuscito a creare scalpore un post su un blog del Fatto quotidiano il cui autore ha pubblicizzato l’ennesimo documentario complottista. Ma possiamo consolarci pensando che una volta il lunacomplottismo era di casa nella televisione pubblica (La storia siamo noi, Voyager).

Anche con l’incendio di Notre-Dame si è ripetuto il canovaccio tipico. Che sia una sparatoria o un terremoto, nell’emergenza si diffondono notizie frettolose, bufale e leggende metropolitane che poi si evolvono in complotti.

Tutte le bufale su Greta Thunberg

Guaritori per tutti i gusti

Nel 2019 Adriano Panzironi ha continuato a imperversare e Wired se ne è spesso occupato, anche nelle ultime settimane. Nonostante le multe e le cause legali, il giornalista, che promette di guarire malattie anche gravi con la fuffa, continua a entrare nelle case degli italiani attraverso la cara vecchia televisione. In quanto a terapie non provate, Panzironi ha trovato una sua nicchia in un mercato alquanto affollato. Tra i tanti farmaci inefficaci o assurdamente costosi e il continuo riciclo di pseudoscienze socialmente accettate come l’omeopatia (lasciate perdere l’influenzinum) ci mancava solo il telepredicatore.

Ma le bufale mediche si adattano a tutte le tasche e gli stili. Per esempio da qualche anno, sull’onda di alcuni studi sui topi, c’è chi vuol far credere che le trasfusioni di sangue possano far ringiovanire. Naturalmente non lo fa gratis. La startup Ambrosia chiede appena 8mila dollari per il vostro sogno. Era stata costretta a fermarsi da un avviso della Fda a febbraio, ma quest’estate si è riciclata in un’altra compagnia, Ivy Plasma. Oggi è tornata a chiamarsi Ambrosia, perché secondo il Ceo il brand è importante.

Cosa c’è che non funziona nella dieta Life120 di Adriano Panzironi

Leggende che ritornano

Non sono mancate anche le vere e proprie leggende metropolitane. A inizio anno per esempio sono tornate in circolazione quelle del traffico d’organi, questa volta in chiave anti-immigrazione. La mafia nigeriana installata in si diceva, rapiva le persone anche per espiantare organi da rivendere. Ma sebbene il mercato nero degli organi esista e ne facciano le spese i più deboli, non funziona rapendo persone più o meno a caso e operandole in cliniche improvvisate. In ogni caso in Italia si esclude per ora l’esistenza del turismo trapiantologico.

Una leggenda più benigna è tornata sulle prime pagine grazie a un evento facebook. L’invasione programmata dell’Area 51 alla fine ha attirato solo poche centinaia di persone, ma è stato interessante seguirne l’evoluzione. Nonostante gli anni, la leggenda della base che nasconderebbe gli alieni riesce ancora a conquistare diverse generazioni.

Archiviata per ora la Blue whale, di cui in Italia si sente parlare solo in relazione a processi a finti curatori ispirati da certi media, a primavera è stata la volta della Momo challenge, in circolazione dal 2018. Momo è il nome di una creatura inquietante ritratta in alcune foto (una scultura); nome e foto sarebbero usati da account social che perseguiterebbero chi li contatta. Niente di più di una leggenda horror però, visto che i numeri identificati come appartenenti a Momo nemmeno rispondono. Anche qui il panico morale è stato montato dai media, che hanno dato concretezza all’ennesimo pericolo immaginario per i giovani internauti, aumentando contestualmente le possibilità di emulazione (come per Blue Whale).

E per la serie tutto il mondo è paese, in questi giorni dagli Stati Uniti è partita una psicosi legata a presunti furgoni bianchi che rapirebbero le persone . È una leggenda che in Italia conosciamo bene, e che colpisce a ondate localizzate. Questa primavera era successo in Francia, ma ora sembra che la leggenda si stia espandendo globalmente, investendo Canada, Filippine, Sri Lanka, Irlanda, Inghilterra.

Realtà e leggenda del traffico d’organi

Le fake news sulle fake news

Dicevamo che la lotta alle fake news assume spesso toni grotteschi nel momento in cui diventa solo uno slogan da esibire. Più la ricerca procede, più diventa chiaro che il problema della disinformazione non si presta a semplificazioni acchiappaclick (o voti). Per esempio va di moda vedere la diffusione di fake news in senso generazionale, dove i più anziani sarebbero più propensi a condividere notizie false dei giovani. Uno studio uscito quest’anno raccontava proprio che erano gli over 65 a diffondere bufale, e ha generato un’ondata di lo sapevo io, ma come spiegato qui su Wired lo studio ha molti limiti. Per esempio perché non considerava le notizie false dei giornali, ma solo quelle dei siti bufalari, oppure perché solo una minoranza del campione alla fine diffondeva bufale. La dimensione anagrafica può avere un peso, ma non è assolutamente sufficiente a interpretare correttamente un tema così complesso.

Allo stesso modo, continuiamo illuderci che il problema siano gli anonimi o, appunto, le fabbriche di fake. In realtà, come spiega anche uno studio di questo giugno, dovremmo guardare all’ecosistema basato sull’economia del click (o sull’audience): inseguire il politico che la spara più grossa fa bene al traffico, ma intossica l’informazione e permette al politico di trarne vantaggio.

La diffusione delle fake news è davvero “colpa” degli over 65?

Sindone e sociologia fai-da-te

Chiudiamo la rassegna con due contributi forse più simili di quanto non si pensi: le ultime ricerche sindonologiche e le teorie sociologiche di Alessandro Strumia. In entrambi i casi sembra infatti che si parta dalla teorie per arrivare ai fatti, che si tratti di dimostrare che il sacro lino ha avvolto Gesù Cristo o che le donne siano meno portate per la fisica. Per la Sindone quest’anno alcuni credenti hanno appeso dei volontari a una croce per tentare malamente di sconfessare un analogo studio sulle macchie di sangue, secondo il quale non erano compatibili con la crocifissione. Ci sarebbe poi quel piccolo problema della datazione, sia al Carbonio 14 che storica, che collocano la Sindone nel medioevo.

Strumia invece nel 2018 si era divertito a shockare il pubblico a un workshop del Cern sull’eguaglianza di genere nella fisica delle alte energie. Il suo intervento affermava testualmente che la fisica era fatta da uomini, non è su invito, e sosteneva il suo punto con dati bibliometrici, frecciate al marxismo culturale e citazioni Orwelliane. Dopo l’ondata di sdegno, quest’anno il Cern ha comunicato di aver interrotto la collaborazione con Strumia. Ma il fisico non demorde. Dopo diverse interviste ha annunciato la pubblicazione delle sue tesi su una rivista scientifica, che le pubblicherà fianco a fianco con un altro articolo che le smonta.

https://www.wired.it/scienza/lab/2019/02/23/no-sindone-autentica/

Potrebbe interessarti anche





Source link