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giovedì, Nov 21

Tutti gli operatori che trovi in Rainbow Six Siege, descritti da chi li crea


Hanno incredibili capacità sul campo d’azione, ma anche storie complesse alle spalle: sono i protagonisti del celebre videogioco sparatutto. Qui ne parla Alexander Karpazis di Ubisoft Montreal

Chi gioca a Rainbow Six Siege, tra i titoli più amati nel segmento videoludico degli sparatutto tattici, sa che i protagonisti del gioco sono gli operatori. Divisi in assalitori e difensori, sono esperti, ognuno a modo suo, di controspionaggio, irruzione leggera o pesante, raccolta informazioni, accerchiamento e molte altre cose. In questo video, lo sviluppatore di Ubisoft Montral Alexander Karpazis, racconta le caratteristiche e il background dei tanti personaggi (mettetevi comodi). Nel caso di Rainbow Six Siege, le ispirazioni arrivano dal mondo reale: molti operatori rappresentano unità che operano nell’antiterrorismo, corpi di élite da cui dipende la sicurezza dei paesi.

Karpazis spiega in che modo Ash (è una donna) sia diventata, de facto, leader nel gioco: non era previsto, ma è cresciuta sempre di più nella considerazione dei gamer, che ne apprezzano le svariate capacità (compresa quella di sfondare pareti non rinforzate a grandi distanza). Tra i personaggi più amati spicca Capitao, direttamente dal Brasile: ha una disabilità oculare ed è tra i più anziani (classe 1967, e anche il grigiore dei capelli è un dettaglio ben calibrato).

È un navy seal fatto e finito, invece, Blackbeard, uno degli assalitori più forti. Karpazis ammette di essere particolarmente affascinato dai duri allenamenti che i Seal affrontano per entrare nel corpo – compreso il surf training che vede una catena umana di soldati restare a mollo nell’oceano, onda dopo onda, senza potersi divincolare, fino a otto, dieci minuti di seguito.

E che dire di Zofia? La specialista di antiterrorismo polacca è anche madre, la prima di sempre nel gioco. La sviluppatrice del personaggio era incinta, ed ecco l’ispirazione per declinare al meglio questa caratteristica. Dopotutto alle donne tocca spesso dimostrarsi multitasking. e anche un gioco sparatutto al passo coi tempi lo deve riflettere.

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