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sabato, Nov 14

Tutto quel che può succedere a Donald Trump dopo la Casa Bianca



Da Wired.it :

Per il momento Donald Trump è un disco rotto. È sparito dalla scena pubblica da giorni ma continua a impegnarsi sui social a diffondere tesi (non comprovate dai fatti) sulla vittoria che gli sarebbe stata rubata dai brogli degli avversari e dalla compiacenza delle autorità locali. Questo atteggiamento ha fatto sì che in alcuni giri, anche europei, si siano diffuse notizie come quelle degli stati tolti a Biden da questa o quell’altra televisione, e che quindi porterebbero l’ex vicepresidente di Obama sotto quota 270 grandi elettori o addirittura in bilico. In realtà l’unico stato in bilico (ma pendente per Biden) è la Georgia, e in ogni caso quando lì verrà fatto un riconteggio (a mano) il margine a favore dei Dem è di decine di migliaia di voti. Siamo ben lontani dai famigerati 538 voti su cui si giocò il duello tra Al Gore e George Bush nel 2000.

Mentre quasi tutto il Partito repubblicano si schiera ancora con Trump e si rifiuta di riconoscere Biden (tranne quattro senatori e qualche teorico neocon, che comunque conta poco), il presidente ha silurato il capo dell’Fbi, il capo del Pentagono e il capo della Nsa in pochi giorni, Non un golpe, ma nemmeno il segno di una democrazia in salute. Per dirne una: alla Difesa, al posto di Mark Esper, l’uomo che si oppose all’uso dei militari contro Black Lives Matter, Trump ha piazzato l’ex direttore dell’antiterrorismo Christopher Miller.

In questo senso chi ancora supporta Trump – anche alle nostre latitudini – tifa ormai apertamente per il conflitto che cerca ormai evidentemente di provocare, come fosse specie di Allende etno-nazionalista che rifiuta di martirizzarsi alla Casa Bianca e la fa pagare a tutti.

Ci potrebbero motivazioni molto più materialiste nella strategia di avvelenamento di pozzi portata avanti da Trump: rimettere a posto il suo curriculum per cercare un nuovo lavoro nel 2021.Se nemmeno un improbabile ribaltamento del voto in Georgia potrebbe salvare le sue elezioni e la Corte Suprema potrà poco, la paralisi attuale della politica statunitense può servire a Trump per risolvere alcuni problemi del Gop, prima di cambiare aria.L’invio frenetico di email ai sostenitori (fino a 28 al giorno), con toni da guerra civile, chiedendo di aiutarlo a finanziare la campagna di riconteggio, nasconde un meccanismo diabolico: essenzialmente, a seconda della dimensione delle donazioni in denaro, una larga porzione di ciascuna non sta finendo alla scommessa del riconteggio, bensì all’organizzazione che la sponsorizza, e a un Partito repubblicano pieno di debiti.In altre parole Trump ha speso per la sua campagna più di quanto si era prefisso nel budget iniziale, e adesso sta chiedendo agli stessi sostenitori che lo hanno atteso in fila, al freddo, talvolta in comizi dove sono esplosi focolai di coronavirus, di ripagargli l’impresa fallita prima di togliere il disturbo. Un po’ come i ricchi studenti universitari che chiedono di sponsorizzargli un anno all’estero ad accarezzare le scimmie del Borneo.

Un Trump network?

Nel futuro del presidente ci potrebbe essere anche il ritorno alla passione gli anni precedenti alla presidenza: la televisione. Trump ha detto più volte ad amici e confidenti che vuole avviare una società di media digitali per colpire l’emittente che più lo ha tradito, Fox News, e portare con sé tutto il pubblico più conservatore e ostile ai liberali.

Cosa è successo con il canale tradizionalmente vicino alle destre? In questo frangente, la colpa ultima di Fox è quella di aver chiamato, per prima, la vittoria di Biden in Arizona. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Trump, che ha giurato vendetta: “Fox è cambiata molto”, ha detto durante una intervista rilasciata il giorno delle elezioni. “Qualcuno ha detto: Qual è la differenza più grande tra quest’anno e quattro anni fa? E io dico Fox”. Ma alla base ci sono incomprensioni più profonde: Fox ha dato molto più spazio ai democratici di quanto volesse il presidente; ha adottato un linguaggio più politicamente corretto del solito, addirittura ha tolto l’audio alla portavoce della Casa Bianca quando ha iniziato a mentire spudoratamente. Trump “ha intenzione di distruggere Fox”, ha detto una fonte a lui vicina al sito di retroscena e analisi politica Axios.

Il presidente, in verità, già da mesi concede interviste esclusive e retweet a un canale che ha meno di dieci anni di età, One America Network, che secondo alcuni osservatori è la cosa più vicina alla propaganda nordcoreana che si sia mai vista in Occidente. Ma ci sono molte speculazioni che Trump possa fare un salto di qualità. Avviando, nel 2021, un canale via cavo tutto suo.

Il problema è che farsi trasportare su sistemi via cavo sarebbe costoso e richiederebbe molto tempo. Trump starebbe considerando allora un canale mediatico digitale che trasmetta in streaming online, più economico e più veloce da avviare.

L’offerta digitale di Trump richiederebbe probabilmente un canone mensile ai fan del Maga. Molti sono già spettatori di Fox News, e il suo obiettivo sarebbe quello risucchiarli dal canale di streaming Fox Nation (5,99 dollari al mese), utilizzando un vantaggio preziosissimo: l’immenso database di contatti email e cellulari dei suoi supporter ottenuto durante la campagna.

I guai giudiziari

Con la vittoria di Joe Biden, Trump sarà presto senza lavoro. L’attenzione si concentrerà inevitabilmente sulle sue ambizioni di correre ancora nel 2024, affrontando una seconda guerra delle primarie contro un parco repubblicano che inevitabilmente offrirà concorrenti nuovi (due su tutti: il giovane rampante Josh Hawley o il tribuno televisivo Tucker Carlson, una specie di Gianluigi Paragone americano).

Ma il tempo di Trump al di fuori del suo incarico potrebbe essere consumato da incontri con avvocati, ed eventualmente da deposizioni sotto giuramento o testimonianze in tribunale. Alla fine di gennaio – non dimentichiamolo – Trump perderà le protezioni che il sistema legale statunitense offre a un presidente in carica. A cominciare da quello più banale: avere un profilo su Twitter che non può essere cancellato, nemmeno in presenza di fake news palesi o insulti (ma al massimo ricoperto di disclaimer).

Trump, 74 anni, non è stato estraneo alle cause legali: le ha affrontate già nella lunga e controversa carriera di imprenditore, nelle vesti di costruttore immobiliare, di proprietario dei New Jersey Generals e di magnate bancarottiero dei casinò. Ha spesso lavorato per risolvere le questioni in modo tranquillo, dietro le quinte, e senza mai ammettere alcun illecito. Tuttavia, il suo profilo di ex presidente potrebbe renderlo difficile.

Tra le cause in cui potrebbe esser invischiato a partire dal gennaio del 2021 ci sono i soldi passati sottobanco dal suo avvocato Michael Cohen, nel 2016, a due donne che hanno sostenuto di aver avuto incontri sessuali con Trump; soldi che hanno dato via a una burrasca investigativa che si è estesa a frodi bancarie, fiscali e assicurative, così come alla falsificazione dei documenti aziendali. C’è poi la questione delle tasse non pagate da Trump negli anni della sua presidenza, emersa con un’inchiesta del New York Times (peraltro abbastanza irrilevante nel risultato delle elezioni), della donna che lo ha accusato di averla stuprata all’inizio dei Novanta (E. Jean Carroll) e una vicenda di marketing truffaldino in cui è coinvolto anche il genero. Certo, molto dipenderà dalla bontà dei democratici e dal nuovo tutore del dipartimento di Giustizia.

La fuga all’estero

L’ipotesi più incredibile, degna di una spy-story. Mettendo da parte per il momento la sua condotta come presidente, quel che è certo è che Trump dovrà affrontare un bilancio finanziario e legale a dir poco complicato non appena lascerà l’incarico. Non avrà più protezione da una valanga di accuse e azioni legali contro di lui, la sua famiglia e la Trump Organization. Non potrà più sostenere (falsamente) che le sue tasse sono ancora “sotto controllo” e non sono disponibili al pubblico. Le proprietà e gli investimenti potrebbero essere congelati, sequestrati o il loro valore potrebbe crollare. La vera natura del suo straordinario debito finanziario personale – recentemente riportato come 421 milioni di dollari – sarà esposta, e i suoi probabili creditori stranieri potrebbero ricattarlo. Se le peggiori previsioni si dovessero avverare, ribaltare le elezioni sarebbe davvero l’ultima preoccupazione di Trump.

Volendo puramente speculare con la fantasia, immaginiamo allora un Trump che sta usando questi giorni per pianificare una partenza furtiva durante le 10 settimane che precedono il giorno dell’inaugurazione, mentre ha ancora la protezione dell’immunità legale come presidente in carica. Lasciare lo spazio aereo statunitense prima che riprenda lo status di privato cittadino a mezzogiorno del 20 gennaio gli permetterebbe di fuggire, o almeno di ritardare il suo faccia a faccia con creditori e giudici. I classici indicatori di preparazione per una tale mossa includono la rapida vendita di proprietà e investimenti nazionali, e un tranquillo accumulo di ricchezza offshore, fuori dalla portata delle autorità statunitensi. I membri della famiglia di Trump e il personale aziendale di fiducia sarebbero probabilmente del tutto coinvolti nell’orchestrazione del trasferimento.

In più di due secoli di pacifici trasferimenti di potere presidenziale, non è mai successo nulla di lontanamente concepibile. Come minimo, una defezione presidenziale assorbirebbe temporaneamente le risorse e l’attenzione di una vasta gamma di agenzie di difesa, di intelligence e di forze dell’ordine statunitensi. La fuga di un presidente americano sarebbe senza precedenti, sconvolgente e profondamente inquietante. Ma se c’è qualcosa che abbiamo imparato da questo presidente, è ad aspettarci l’inaspettato.





[Fonte Wired.it]