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venerdì, Ott 16

Tutto quello che ci raccontano le impronte di un viaggio di 10mila anni fa



Da Wired.it :

È un’avventura di 10mila anni fa, quella di una donna con in braccio un bambino, che cammina circondata da predatori affamati. A raccontarla, grazie all’analisi delle impronte fossili, sono stati i ricercatori della Bournemouth University

impronte
(Foto: Matthew Robert Bennett, Bournemouth University and Sally Christine Reynolds, Bournemouth University)

Predatori affamati, terreni accidentati e il pianto di un bambino esausto. Probabilmente era questo il peggior incubo di un genitore di 10mila anni fa. A raccontarlo sono le impronte incredibilmente ben conservate e ricche di dettagli lasciate nel fango da un nostro antenato appena scoperte dai ricercatori della Bournemouth University. E che ci hanno permesso di ricostruire l’avventura di una donna, con in braccio un bambino, che partì 10mila anni fa per un viaggio verso nord attraverso quello che oggi è il White Sands National Park, nel New Mexico.

Per ricostruire quest’avventura, il team di ricercatori ha analizzato la forma, le dimensioni e la distribuzione di 400 impronte umane fossilizzate nel letto di un lago ormai prosciugato, riuscendo a ricostruire nei minimi dettagli il percorso di oltre un chilometro e mezzo del nostro antenato: mentre i suoi piedi nudi scivolavano nel fango, raccontano i ricercatori, percorse un tragitto rettilineo, fermandosi qualche instante per appoggiare a terra il bambino.

Diverse ore dopo, ripercorse la stessa rotta verso sud, ma questa volta a mani vuote. Non solo: i ricercatori, infatti, hanno scoperto anche tracce di bisonti, tigri dai denti a sciabola e in particolare quelle di un mammut e di un bradipo gigante che si sovrapponevano a quelle umane. Come raccontano i ricercatori nel loro studio pubblicato sulla rivista Quaternary Science Review, mentre il mammut sembrava disinteressato alla presenza degli esseri umani nelle vicinanze, il bradipo gigante, come suggeriscono le impronte, sembrava aver assunto una posizione rialzata su due zampe come per fiutarne l’odore, in modo molto simile a come fanno gli orsi. “Questo racconto ci offre un’idea degli esseri umani all’interno del loro ecosistema passato”, afferma la paleontologa Sally Reynolds, tra gli autori dello studio.

La storia

In particolare, dall’analisi è emerso che il protagonista della viaggio sarebbe potuta essere una donna (o forse di un adolescente), che teneva un’andatura piuttosto veloce, di circa 1,7 metri al secondo. Un ritmo accelerato, fanno notare i ricercatori, viste le condizioni del terreno, bagnato e scivoloso, e il fatto che portava sul fianco sinistro (le impronte del piede sinistro erano più marcate a suggerire un maggior peso) un bambino di circa 2 anni, come testimoniato dalle minuscole tracce rilevate in diversi punti del percorso.

“Le impronte di un bambino appaiono improvvisamente”, racconta l’autrice, e suggeriscono probabilmente dei momenti di riposo della donna. In alcuni punti, inoltre, i passi erano insolitamente lunghi, come se stesse saltando un ostacolo, forse per evitare una pozzanghera. Tuttavia, al suo ritorno (in direzione sud) non sembrava portare più in braccio il bambino, come rilevato dalla similarità di dimensioni delle impronte dei piedi della donna.

Sebbene i ricercatori siano riusciti a datare l’avventura a circa 10mila anni fa, ci sono ancora molte domande di questo racconto che rimangono ancora irrisolte, come qual’era la destinazione e lo scopo della donna, e che cosa sia successo al bambino. “Questa ricerca è importante per aiutarci a capire i nostri antenati, come vivevano, le somiglianze e differenze”, conclude l’autrice: “Possiamo metterci nei panni, o impronte, di questa persona e immaginare come deve essere stato portare un bambino tra le braccia camminando su un terreno accidentato circondato da animali potenzialmente pericolosi”.

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[Fonte Wired.it]