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giovedì, Ott 03

Tutto quello che si deve sapere sul passaggio della cometa interstellare Borisov


2/I Borisov, l’oggetto che arriva dall’esterno del Sistema solare, si avvicinerà al Sole fino al 7 dicembre. Nella sua chioma è stato riconosciuto il cianogeno, gas tossico tipico delle comete del nostro Sistema

borisov

(immagine: Gemini Observatory/Ndf/Aura)Borisov, il visitatore che arriva dall’ignoto spazio profondo, il 7 dicembre sarà più vicino al Sole che mai. Poi, la cometa interstellare proseguirà la sua traiettoria iperbolica per tornare fuori dal Sistema solare. È la prima cometa interstellare e il secondo oggetto extra-solare che siamo stati in grado di riconoscere, dopo l’esoasteroide dalla forma di sigaro e dal nome hawaiano 1I/‘Oumuamua, e perciò è stato battezzato 2I/Borisov, dove la “I” sta per interstellare e “2” perché è il secondo.

Sarà possibile vederla col telescopio, mentre si avvicina, senza temere per la salute nostra e del pianeta: il 7 dicembre 2I/Borisov sarà nel punto del suo viaggio più vicino alla nostra stella. Ma pur sempre a distanza di 2 unità astronomiche da noi e dal Sole, 300 milioni di chilometri, cioè 2 volte la distanza Terra-Sole.

I più fortunati saranno però gli abitanti dell’emisfero australe, nei cui cieli 2I/Borisov raggiungerà la sua massima luminosità tra dicembre 2019 e gennaio 2020, continuando il suo tragitto iperbolico e allontanandosi dal nostro Sistema solare, come nell’animazione di Nasa/Jpl-Caltech:

La prima volta che ci siamo accorti del suo passaggio è stato un mese fa, il 30 agosto 2019, merito dell’astronomo amatore Gennady Borisov, da cui ha preso il nome. 2I/Borisov ha quindi attirato gli sguardi degli astronomi di tutto il mondo che hanno moltiplicato le osservazioni, finché anche il Minor Planet Center – che si occupa dei piccoli oggetti del nostro Sistema – non ha lanciato la notizia del nuovo oggetto interstellare in avvicinamento. Soltanto qualche giorno fa, il 25 settembre, l’Unione Astronomica Internazionale ha quindi confermato la presenza della cometa “inequivocabilmente” interstellare, con la sua anomala traiettoria.

Questo ha acceso immediatamente gli entusiasmi degli osservatori del cielo, proprio perché è solo il secondo oggetto interstellare che riconosciamo. Questa volta però, a differenza di ‘Oumuamua, il primo alieno che due anni fa aveva attirato la curiosità di tutto il mondo mentre si allontanava indisturbato dal nostro Sistema, ci siamo accorti dell’esocometa prima che raggiungesse il punto più vicino al Sole. E rispetto all’altro oggetto interstellare, 2/I Borisov è molto più grande: dalla sua magnitudine e dalla luminosità si stima che il diametro possa raggiungere i 10 chilometri, contro i 250 metri dell’esoasteroide.

Ma, soprattutto, 2/I Borisov è una cometa. Sfoggia una chioma e un piccolo allungamento della chioma in direzione contraria al Sole. Il suo passaggio è quindi un’occasione unica per studiare la chioma della prima cometa interstellare. A caccia di informazioni, un gruppo di ricercatori condotti da Alan Fitzsimmons dell’Queen’s University Belfast, ha puntato i telescopi di La Palma nelle Isole Canarie sul nostro visitatore e con lo spettrografo Isis ha riconosciuto la presenza di cianogeno, un gas tossico, comune nei processi di formazione delle comete. Insomma, parafrasando quanto scritto dai ricercatori su Astrophysical Journal Letters, l’oggetto interstellare non sembra avere proprietà diverse dalle comete nostrane. Soltanto, questa volta non ci sarà un futuro in cui reincontreremo la cometa: il visitatore Borisov se ne andrà.

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