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venerdì, Lug 31

Tutto su Perseverance, il drone appena partito verso Marte



Da Wired.it :

Perseverance è appena stato lanciato da Cape Canaveral verso Marte, dove atterrerà a febbraio 2021. Lo scopo principale è trovare tracce di vita microbica in un passato remoto di Marte. Ecco tutti gli obiettivi di Perseverance e come li raggiungerà

Perseverance, il rover della missione Mars 2020, è stato appena lanciato verso Marte, oggi 30 luglio alle nostre 13:50 da Cape Canaveral. Realizzato dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, Perseverance atterrerà nel cratere Jezero portando con sé 7 strumenti basati su tecnologie avanzate per studiare la superficie di Marte. Dopo il viaggio, il suo atterraggio è previsto per il 18 febbraio 2021 e resterà sul pianeta rosso almeno per un anno marziano (687 giorni, quasi 2 anni nostri). Il suo obiettivo è cercare qualsiasi traccia che possa indicare la presenza, nel passato, di vita. Per farlo sarà guidato dall’elicottero Ingenuity (in italiano ingegnosità), attaccato a Perseverance che inizierà i primi test nella primavera del 2021.

I presupposti

Negli ultimi 20 anni, il Mars Exploration Program della Nasa ha mostrato che Marte in un passato molto remoto era ben diverso da come si mostra oggi, cioè un pianeta freddo e asciutto. Ci sono diverse prove che miliardi di anni fa sul pianeta rosso ci potesse essere acqua: ricordiamo la recente individuazione da parte di Curiosity, di cui Perseverance è il successore, di indizi di un antico lago nel cratere Gale e la scoperta italiana nel 2018 della potenziale presenza di acqua liquida sotto i ghiacci del Polo sud. Partendo da queste e altre evidenze, gli scienziati da tempo si chiedono se il pianeta rosso fosse stato in grado di accogliere vita.

Gli obiettivi di Perseverance

Gli obiettivi principali di Perseverance sono esplorare la geologia del pianeta, valutare l’abitabilità e eventuali segnali di vita microbica risalente a miliardi di anni fa. Non è un caso che la scelta per l’atterraggio e per le operazioni di Perseverance sia ricaduta proprio sul cratere Jezero. Questo cratere, di diametro di 47,5 km e profondo circa 45 e situato poco a nord rispetto all’equatore marziano, nel passato di Marte poteva essere un’oasi, dunque includere acqua. Dai 3 ai 4 miliardi di anni fa, infatti, si stima che Jezero ospitasse un lago e un delta fluviale, un accumulo di sedimenti in un’area dove sfocia un corso d’acqua che convoglia appunto questi sedimenti. La zona nel cratere dell’antico delta fluviale (mostrata sulla mappa nella gallery) potrebbe ancora contenere molecole organiche e altri potenziali indizi di vita microbica.

Un altro obiettivo di Perseverance è raccogliere rocce che saranno trasportate sulla Terra per analisi più approfondite, dato che test robotici su Marte sono più complessi da svolgere. E ancora dovrà testare e provare la validità di strumenti tecnologici avanzati che potranno essere utili anche per future esplorazioni umane. Anche quest’ultimo non è un obiettivo da poco: l’auspicio è che in futuro le tecnologie servano per viaggi spaziali con robot e successivamente per portare esseri umani su Marte.

La strumentazione

Sono sette gli strumenti che Perseverance porta con sé su Marte. C’è la telecamera Mastcam-Z, una telecamera avanzata che consente di ottenere immagini panoramiche e stereoscopiche (che riproducono la profondità) con la possibilità di zoomare. Poi c’è SuperCam, uno strumento di produzione di immagini che permette di analizzare la composizione chimica e studiare la mineralogia anche a distanza. Pixl (Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry) è un apparato che contiene uno spettrometro a raggi X e che mappa con elevata risoluzione la composizione chimica della superficie di Marte, con un dettaglio finora mai raggiunto. Poi c’è Sherloc (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics and Chemicals) che usa tecniche di spettrofotometria nell’Uv per realizzare mappe dei minerali e dei composti organici e che include una telecamera a colori per realizzare immagini della struttura microscopica della superficie Marte.

C’è anche Moxie (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment) che è in grado di produrre ossigeno dalla CO2 e che serve per test utili anche per il futuro – gli astronauti potrebbero utilizzare la tecnologia per produrre ossigeno utile come carburante per il razzo per tornare sulla Terra. Meda (Mars Environmental Dynamics Analyze), inoltre, analizzerà temperatura, velocità e direzione dei venti, pressione, umidità relativa, dimensione e forma delle polveri. Infine Rimfax (Radar Imager for Mars’ Subsurface Experiment) penetrerà nel sottosuolo e fornirà immagini della struttura geologica sotto la superficie con una risoluzione al centimetro.

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[Fonte Wired.it]