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giovedì, Ago 08

Twitter Instagram, i dati utenti usati per pubblicità senza consenso


Nuovi problemi per la privacy. Twitter si scusa per la condivisione di informazioni senza permesso, mentre Instagram diffida uno dei suoi fornitori marketing per violazione della privacy

(Photo by Jaap Arriens/NurPhoto via Getty Images)

La privacy e i dati degli utenti sono di nuovo al centro delle polemiche sui social network per violazioni del regolamento Gdpr, in vigore in Europa dal maggio del 2018. Secondo quanto si legge in una nota pubblicata da Twitter, proprio a partire da quella data la piattaforma fa sapere di aver riscontrato problemi nella gestione della privacy dei suoi iscritti.

In sostanza, il social ha ammesso di aver condiviso i dati degli utenti relativi all’esperienza di utilizzo con aziende che si occupano della profilazione pubblicitaria senza avere alcun consenso esplicito. Twitter si è scusato per l’accaduto e sta lavorando perché non si ripeta l’inconveniente in futuro. Inoltre ha consigliato agli utenti di controllare le impostazioni del proprio profilo e ha messo a disposizione un modulo compilabile per mettersi in contatto con l’ufficio di protezione dei dati.

“Abbiamo risolto questi problemi il 5 agosto 2019. Sappiamo che vorrai sapere se sei stato colpito personalmente e quante persone in totale sono state coinvolte. Stiamo ancora conducendo le nostre indagini per determinare chi potrebbe essere stato colpito e se scopriamo ulteriori informazioni utili, le condivideremo”, si legge ancora nella nota pubblicata dal social.

Ma se in questo caso è Twitter stesso ad aver agito contro la privacy degli utenti, vi sono anche casi in cui siti di terze parti approfittano di vere e proprie falle nelle politiche sulla protezione dei dati per sottrarre indebitamente informazioni ai social e rivenderle. È questo il caso di Instagram, parte della galassia delle controllate di Facebook, che il 7 agosto, ha mandato una lettera di diffida alla startup di San Francisco Hyp3r, che si occupa di marketing e pubblicità, perché interrompa la sua attività illecita di raccolta e uso di dati recuperati dal social.

Secondo la ricostruzione fatta da Business Insider, la società di comunicazione, tra le più stimate da Facebook e compagnia, avrebbe violato il protocollo del social network creando un sistema che permetteva di accedere e archiviare i dati degli utenti di Instagram, ta cui post, informazioni sul profilo, posizione e anche dati contenuti nelle stories pubblicate, generalmente non accessibili a terze parti.

L’insieme di queste informazioni veniva poi utilizzato da Hyp3r per consentire ai suoi clienti di mettere a punto annunci pubblicitari mirati e sempre più calibrati sul profilo degli utenti, garantendosi così un vantaggio sui concorrenti. Dal canto suo, la startup di marketing fa sapere di non aver violato nessuna politica aziendale e si difende respingendo le accuse. “Non vediamo nessun contenuto che non possa essere pubblicamente accessibile online da chiunque”, hacommentato l’azienda a Cnbc.

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