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venerdì, Mag 29

Uber Eats commissariata in Italia per caporalato sui rider



Da Wired.it :

Lo ha disposto la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano per lo sfruttamento sui fattorini delle consegne a domicilio

Un fattorino di Uber eats (Getty Images)
Un fattorino di Uber eats (Getty Images)

Commissariata per caporalato. La filiale italiana di Uber finisce in amministrazione giudiziaria. Lo ha disposto la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, a quanto riferisce l’agenzia stampa Ansa. Il commissariamento di Uber Italy srl, filiale della multinazionale dei trasporti e delle consegne a domicilio, sarebbe legato allo sfruttamento dei rider, i fattorini addetti alle consegne di cibo per il servizio Uber Eats.

Su Uber Italy è in corso un’indagine condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza e coordinata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e dal pubblico ministero Paolo Storari.

Ansa riferisce che nell’inchiesta, che ha portato anche a una serie di perquisizioni, viene contestato il reato previsto dall’articolo 603bis del codice penale, ossia la “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” per la gestione dei fattorini che fanno le consegne di cibo a domicilio per il servizio del colosso statunitense. Stando a quanto ricostruito, i fattorini formalmente non lavorano per Uber ma per altre due società di intermediazione del settore della logistica, tra cui la Flash Road City che risulta indagata nel procedimento.

La mia paga era sempre di 3 euro a consegna indipendentemente dal giorno e dall’ora“. Lo ha messo a verbale un rider che ha lavorato per il servizio Uber Eats, come emerge dal decreto con cui è stata commissariata per caporalato la filiale italiana del gruppo americano. Per i giudici di Milano, Uber, attraverso società di intermediazione di manodopera, avrebbe sfruttato migranti “provenienti” da contesti di guerra, “richiedenti asilo e persone che dimoravano in “centri di accoglienza temporanei” e in “stato di bisogno“.

Rider per i diritti, la rete che raggruppa le sigle che rappresentano i fattorini, su Facebook pubblica un comunicato in cui ricorda: “Abbiamo già denunciato a più riprese le irregolarità commesse dalle piattaforme come Uber eats nel corso degli anni. Il caporalato, infatti, è un fenomeno endemico nel mondo dei rider che riguarda anche altre compagnie del settore. È l’ennesimo segnale che ci dimostra non soltanto uno dei lati più oscuri della gig economy, ma anche il fatto che sempre più urgente risulta la necessità di arrivare alla regolamentazione di questo lavoro attraverso la definizione di un accordo collettivo e l’applicazione di un contratto nazionale per tutta la categoria“.

Oggi Uber Eats è presente in 14 città: Catania, Palermo, Milano, Monza, Torino, Bologna, Firenze, Trieste, Roma, Napoli, Rimini, Reggio Emilia, Genova e Bari. La multinazionale ha fatto sapere che “Uber Eats ha messo la propria piattaforma a disposizione di utenti, ristoranti e corrieri negli ultimi 4 anni in Italia nel pieno rispetto di tutte le normative locali. Condanniamo ogni forma di caporalato attraverso i nostri servizi in Italia. Inoltre partecipiamo attivamente al dibattito sulle regolamentazioni che crediamo potranno dare al settore del food delivery la sicurezza legale necessaria per prosperare in Italia. Continueremo a lavorare per essere un vero partner di lungo termine in Italia“.

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[Fonte Wired.it]