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mercoledì, Mar 17

Uber riconosce un salario minimo ai suoi autisti nel Regno Unito



Da Wired.it :

I conducenti si vedranno riconosciuti anche contributi previdenziali e ferie pagate, come lavoratori parasubordinati e non più come autonomi

(Foto: Al Seib/Los Angeles Times/Getty Images)

Saranno designati come lavoratori parasubordinati, ma non godranno di tutti i benefit delle persone assunte, i 70mila autisti britannici che forniscono il proprio servizio tramite l’app Uber, che nel Regno Unito vale il 6,4% delle corse su prenotazione, secondo i dati dello scorso trimestre. A loro verrà riconosciuto un salario minimo su base oraria, ferie pagate e il pagamento dei contributi previdenziali. È il risultato delle consultazioni che l’azienda afferma di aver sostenuto con migliaia di lavoratori, dopo la sentenza della Corte Suprema che un mese fa aveva imposto alla compagnia californiana di considerare i proprio autisti come lavoratori parasubordinati, in una sentenza di terzo grado.

Tale adeguamento, che riguarda solo il Regno Unito, non comporterà un aumento delle tariffe per i clienti, spiega Uber secondo quanto riporta Bbc. Le retribuzioni partiranno da una base di 8,72 sterline all’ora (10,19 euro), pari al salario minimo nazionale pagato agli over 25, dal momento in cui l’autista accetta una richiesta di viaggio e “tolte le spese”. Tuttavia, il periodo trascorso in attesa del passeggero non sarà retribuito: secondo diversi studi condotti negli Stati Uniti, tale frazione di tempo vale per circa un terzo del totale passato con l’app attivata. Tutti gli autisti avranno ferie pagate sulla base del 12,07% dei loro guadagni, con versamenti a cadenza bisettimanale. Saranno inoltre iscritti in modo automatico a un piano previdenziale, alimentato da contributi sottoscritti da entrambe le parti. Gli autisti continueranno a scegliere come, dove e quando mettersi al lavoro.

Sarà mantenuta inoltre l’assicurazione gratuita in caso di malattia o infortunio, nonché i pagamenti per permessi di maternità o paternità, in vigore già dal 2018. Se alcuni sindacati hanno sbandierato tali provvedimenti come una vittoria, secondo i due autisti ricorrenti in causa con Uber da due settimane, James Farrar e Yaseen Aslam, la sentenza della Corte Suprema chiedeva in realtà di riconoscere agli autisti diritti da dipendenti sin dal login fino al momento di spegnimento dell’app. Per altri osservatori, si tratta comunque di un punto a favore dei lavoratori della gig economy, che avrebbero così dimostrato capacità di condurre a patti i colossi del settore. Il Regno Unito è la patria di Deliveroo, che su questo fronte ha annunciato di recente un “bonus” di produttività di 510 euro in media ai rider di tutto il mondo che avranno effettuato più consegne, che verrà erogato in occasione della quotazione in Borsa. Con la quotazione alla Borsa di Londra l’azienda potrebbe raggiungere una valutazione da 10 miliardi di dollari.

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[Fonte Wired.it]