Dall’inizio della guerra, gli alleati occidentali hanno chiesto all’Ucraina di non utilizzare le armi ricevute per colpire il territorio russo. Kyiv però adesso sta urgentemente chiedendo il via libera dell’Occidente per farlo: ne ha parlato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella giornata di martedì 28 maggio, dopo aver firmato un accordo di sicurezza a lungo termine con il Belgio che prevede la fornitura di trenta caccia F-16 entro il 2028.
Gli alleati temono che se il loro equipaggiamento fosse utilizzato per colpire in profondità la Russia, la guerra si potrebbe intensificare ed estendere in Europa, colpendo altri paesi fino all’attivazione della difesa collettiva della Nato. Pur esprimendo gratitudine per l’assistenza militare, Zelensky ha invece chiesto direttamente agli alleati occidentali di revocare la restrizione, sostenendo che essa è diventata obsoleta a causa delle dinamiche mutevoli del campo di battaglia. “Stanno sparando e tu non puoi rispondere semplicemente perché non abbiamo il diritto di usare le armi – ha detto Zelensky -. Ricevi le immagini satellitari dalla tua intelligence ma non puoi fare nulla per rispondere“.
Il dibattito guadagna terreno
Zelensky ha difeso la strategia del suo esercito e ha detto che la sua nazione ha il diritto di contrastare la distruzione russa di edifici civili e sistemi energetici. I suoi commenti sono arrivati dopo che il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha esortato gli alleati a riconsiderare alcune delle limitazioni sull’invio di armi. “Avere troppe restrizioni significa legare una mano dietro la schiena alle forze armate ucraine“, ha dichiarato Stoltenberg. Questo principio segue una politica di lunga data degli alleati occidentali che impone a Kiev di utilizzare le armi e le munizioni esclusivamente all’interno del suo territorio, parti del quale sono attualmente occupate dalle forze russe.
Con Mosca che avanza e la guerra che entra in una nuova fase, il dibattito sulle restrizioni è entrato nel vivo. La questione è controversa: alcuni stati sono riluttanti a fornire l’autorizzazione a Kyiv, poiché temono che questo potrebbe trascinare l’Europa in una guerra più ampia. Altri sostengono che l’Ucraina abbia bisogno di tutta la potenza di fuoco possibile per respingere un avversario più grande, meglio armato e con più risorse.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che l’Ucraina dovrebbe essere libera di colpire obiettivi in Russia, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz è stato più cauto, affermando che l’uso delle armi occidentali da parte dell’Ucraina “deve sempre essere nel quadro del diritto internazionale“. I commenti dei due leader fanno parte di un più ampio dibattito che sta agitando gli alleati europei dell’Ucraina: paesi come il Regno Unito, i Baltici, la Finlandia e la Polonia sono a favore della misura, ma l’Italia, ad esempio, sembra abbastanza contraria. Anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è sotto pressione riguardo alle richieste di Kyiv.