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domenica, Mar 14

UK, gli ISP terranno un registro dei navigatori?

Da Punto-Informatico.it :

Si chiama “Investigatory Powers Act” e fa discutere fin dal 2016. Si viene ora a sapere che le prove tecniche per portare a compimento quella normativa sarebbero già in atto e che il Regno Unito, quindi, sarebbe già attivo nel tracciamento della navigazione degli utenti. La legge, infatti, approva esattamente questo tipo di azione: la creazione da parte degli ISP di un registro che tiene traccia dei siti visitati dagli utenti, così da poter risalire a posteriori ad eventuali informazioni utili.

L’archivio prende il nome di  Internet Connection Records (ICR) e rappresenta il bacino di dati entro cui le autorità hanno la possibilità di andare ad attingere per finalità varie. Una vera e propria sorveglianza di massa ex-post, insomma, avente la finalità di consentire la comprensione dei servizi utilizzati dai singoli in caso di necessità (reati, indagini, intercettazioni).

UK, gli ISP creino un registro delle attività online

La legge è chiaramente controversa e sapere che da mesi il test sia in corso fa sicuramente riflettere su ciò che possa rappresentare per la privacy degli utenti. L’Home Office stempera gli animi, spiegando di tener traccia per un tempo limitato (1 anno) e senza eccessivo dettaglio: non si vuol sapere cosa stanno facendo esattamente gli utenti, ma “soltanto” il loro percorso online. Rassicurazioni, insomma, ben poco rassicuranti. Il test avrebbe fin qui coinvolto due provider e non è chiaro quanti siano stati gli utenti tracciati: tutto è stato tenuto debitamente sotto segreto per evitare di lasciar trapelare troppe informazioni su una vicenda che si sa essere delicata per un confronto pubblico.

Dall’Home Office si spiega come il test abbia l’obiettivo unico di raccogliere i primi dati per vagliare l’efficacia della normativa e le utilità potenziali dei dati stessi. Come a dire: fatta la legge, cerchiamo di capire come sfruttarla. Un approccio non certo in linea con la mentalità inglese e con quel sapore di libertà che anche il dibattito politico attorno alla Brexit ha più volte professato. Un approccio, infatti, destinato inesorabilmente a far discutere.



Fonte Punto Informatico Source link