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domenica, Mag 21

Ultramano, Fusione e gli Abissi, come è nato il gioco | Wired Italia



Da Wired.it :

In che modo l’aggiunta di verticalità ha cambiato il modo in cui avete affrontato il titolo?

Fujibayashi: Con Breath of the Wild, il gameplay era per lo più di tipo orizzontale. Mentre cercavamo di trovare un’idea per il sequel, il desiderio di operare un cambiamento drastico, qualcosa di significativo, era condiviso da tutto il team di sviluppo. Così abbiamo iniziato a pensare all’idea di un gameplay verticale per dare maggiore profondità in termini di 3D. Quando l’ho presentato agli sviluppatori, tutti hanno concordato sul fatto che probabilmente era la chiave per ottenere un cambiamento netto.

Vorrei parlare degli Abissi, l’enorme area sotterranea del gioco. Ho la sensazione di aver a malapena iniziato ad esplorarli. Come avete affrontato la loro creazione e come volevate che fossero?

Fujibayashi: La regione degli Abissi è un po’ spaventosa. In realtà si tratta di dare un senso di avventura: ci sono così tanti segreti nascosti che aspettano di essere portati alla luce, tesori e quant’altro. L’obiettivo era quello di mettere a disposizione ai giocatori un’area che permettesse di entrare nello spirito dell’avventura e dell’esplorazione. E poi, man mano che acquisiscono forza e che diventano più potenti, aumenta la scelta dei luoghi che possono esplorare.

Quali sono le cose migliori e peggiori che avete creato con Ultramano e Fusione?

Fujibayashi: Ho qualcosa da raccontare in merito, anche se non le ho inventate io. La pentola portatile è fatta in modo che la parte superiore si muova un po’, così da poter stare anche su superfici non perfettamente piane. Se la si gira di lato, si prende un blocco e lo si attacca alla pentola, e poi si prende un altro blocco e un’altra pentola, attaccando tutti questi elementi insieme e aggiungendo un emettitore di fiamma all’estremità e delle ventole ai lati, si crea un drago cinese. Sono rimasto davvero molto colpito.

Aonuma: Posso dire di aver fatto parecchie cose terribili. Ho fatto molta fatica con le ventole e mi dimenticavo sempre in che direzione soffiavano l’aria. Costruivo la cosa, la accendevo e girava nel modo sbagliato oppure era sbilanciata.

Fujibayashi: E poi a volte mettevi anche le ruote nel verso sbagliato. Così il veicolo girava sul posto.

Questa intervista – che è stata modificata e condensata – è comparsa originariamente su Wired US.



[Fonte Wired.it]