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mercoledì, Lug 01

Un crowdfunding contro l’odio online



Da Wired.it :

Cyberbullismo e hater (foto: Getty Images)
Cyberbullismo e hater (foto: Getty Images)

Un progetto di crowdfunding contro l’odio online. A lanciarlo è Chi Odia Paga, ​è la prima piattaforma legaltech italiana in grado di difendere sia legalmente che informaticamente le vittime di odio online.

​Una Buona Causa​” è la ​call for ideas​ periodica della startup, rivolta a tutte le associazioni italiane, con l’obiettivo di stimolare tramite il ​crowdfunding​ la creazione e lo sviluppo di iniziative di prevenzione, sensibilizzazione ed educazione per contrastare l’odio online. Dodici i progetti candidati alla prima edizione della call chiusa a fine giugno tra cui è stato selezionato, con una votazione online che ha coinvolto quasi 3.000 votanti, il progetto ​New Wild Web – Le armi del cyberbullismo​: spettacolo teatrale dedicato al tema del cyberbullismo di carattere interattivo e multimediale messo in scena dalla compagnia Puntozero di Milano composta da giovani detenuti.

Uno degli obiettivi di Chi Odia Paga è quello di creare una “rete del bene”, capace di accogliere tutti gli attori della società civile che possano e vogliano contribuire non solo alla creazione di iniziative specifiche ma, soprattutto, educare gli utenti a un uso consapevole dei social media ricordando, come sottolinea l’amministratore delegato ​Francesco Inguscio: “​Per fermare l’odiatore serve la legge e chi la sa applicare, per fermare l’odio serve l’educazione e chi la sa diffondere”​.

Ai fondi raccolti e derivati dal crowdfunding si affiancheranno le donazioni di aziende e fondazioni che voglionosostenere in ​matching grant q​ ueste iniziative e offrire difese legali gratuite alle vittime di odio online.In questi giorni è in corso la campagna “Stop Hate For Profit” ​[ndr: ​ferma l’odio per il profitto]​, aderendo alla quale moltissime multinazionali tra cui Coca-Cola e Unilever hanno tagliato temporaneamente i propri budget pubblicitari destinati ai principali social media rei, a loro avviso, di non fare abbastanza per censurare i messaggi d’odio che si diffondono in Rete.





[Fonte Wired.it]