Da Wired.it :
Il duello tra superpotenze passa dall’economia alla promozione delle rispettive narrazioni globali. L’accademico Michael Beckley, professore di scienze politiche alla Tufts University, ci aiuta a capire cosa succede
I rapporti tra Stati Uniti e Cina hanno vissuto alti e bassi: prima del celebre viaggio di Richard Nixon nel 1972 erano pessimi; successivamente non sono mancate fasi più distese, ma non senza picchi di tensione. Oggi la situazione è complicata e la pandemia di Covid-19 certamente non ha fatto aiutato.
Molti miti e pregiudizi circolano sulle due superpotenze globali, ma cosa c’è di vero? In questo video di Wired Usa, Michael Beckley, professore di scienze politiche alla Tufts University e autore di Unrivaled.Why America Will Remain The World’s Sole Superpower, fa chiarezza e si lancia anche in qualche previsione per il prossimo futuro.
Prendiamo la leadership stessa della Repubblica popolare: è forse sul punto di implodere? Secondo l’esperto è molto improbabile che possa accadere perché dovrebbe verificarsi una spaccatura in seno al Partito comunista cinese. In passato è successo, a causa dei contrasti tra estremisti e riformisti. Oggi però, secondo Beckley, è del tutto improbabile perché la leadership di Xi Jinping è scolpita nel granito, complici riforme costituzionali ad hoc e l’eliminazione del dissenso.
Ma torniamo alle relazione tra i due paesi: sono peggiorate sotto la presidenza Trump? Secondo l’accademico, in effetti sì, è aumentata la potenza militare degli Stati Uniti nell’Asia orientale, c’è stato un uso più aggressivo dei dazi, e in generale l’approccio (anche allo scoppio della pandemia) non è stato conciliante. Ma, sottolinea l’analista, era una reazione all’ascesa di Pechino, la cui proiezione è sempre più muscolosa e autoritaria da dieci anni a questa parte.
L’amministrazione Biden sembra, seppur con qualche differenza, avviata sulla stessa strada, anche perché la durezza nei rapporti con Pechino è una delle poche cose che mette d’accordo democratici e repubblicani.
Il contrasto sempre più radicale tra i due paesi nasce forse dal sorpasso della Cina sugli States? Non proprio. Nessuno nega che il paese asiatico sia estremamente importante, per ricchezza, crescita economica (pur in flessione) e narrativa globale, ma, afferma Beckley, è ancora molto indietro rispetto agli Stati Uniti, la cui ricchezza è 3/4 volte superiore, ha una maggior capacità di protezione della potenza militare e conta su una settantina di alleati nel mondo (non certo sull’amicizia con l’isolatissima Corea del Nord).
Il dollaro è più forte e il soft power americano sarà pure indebolito ma resta nettamente superiore a quello di Pechino. Il sentimento anticinese, inoltre, non è mai stato così dilagante. Il Covid certo, le politiche aggressive ma non solo.
La Cina è forse un po’ spiona? Per Beckley è una certezza, all’interno della consapevolezza più generale che “ogni paese spia altri paesi”: Pechino, afferma il professore, ha una lunga storia di tentativi di sottrazione di dati riservati.
Tuttavia, una buona notizia c’è: per regolare l’economia globale e risolvere problemi come il cambiamento climatico i due paesi hanno bisogno l’uno dell’altro. Cooperare a questi livelli non sarà forse un pranzo di gala, ma la speranza è che le personalità più illuminate su ambo i fronti abbiano voglia di continuare a sedersi allo stesso tavolo.