Dal 19 novembre 2025, scatta la fase due per il cosiddetto filtro anti-spoofing, quello messo a punto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) insieme con gli operatori telefonici con l’obiettivo di arginare le telefonate moleste. La “missione” è stata avviata ufficialmente lo scorso 19 agosto con il blocco delle chiamate provenienti dai numeri di rete fissa, quelli non identificabili e non richiamabili dagli utenti e in particolare provenienti dall’estero.
Un numero abnorme di chiamate: nel mese di settembre – rende noto Agcom – su un totale di oltre 1,4 miliardi di chiamate ricevute dai carrier internazionali per essere instradate verso l’Italia, il blocco delle chiamate telefoniche da rete fissa provenienti dall’estero con numero alterato ha comportato il blocco di circa 20 milioni di chiamate, quasi l’1,4% del traffico complessivo.
“Il confronto con la percentuale del 5,74% rilevata nel primo periodo di applicazione della misura – che copre i mesi di luglio e agosto, grazie ai dati di alcuni operatori che ne hanno anticipato l’attuazione – evidenzia una progressiva riduzione dei tentativi di instradare sul territorio nazionale chiamate con Cli spoofing (manipolazione dell’identità del chiamante, ndr) con numerazione fissa italiana. Le percentuali osservate singolarmente per i mesi di luglio e agosto, pari rispettivamente all’8,82% e al 3,84%, offrono un ulteriore dettaglio per tale andamento decrescente”, spiega Agcom in una nota.
Le cose da sapere
Dal fisso al mobile, la sfida si fa difficile
Ora tocca alle chiamate da numerazione mobile e l’Autorità ha deciso di estendere il raggio d’azione del filtro anti-spoofing: il 6 novembre è stata approvata una nuova delibera (la numero 271 del 2025) che aggiorna le precedenti disposizioni anche e soprattutto a seguito della consultazione avviata per raccogliere i pareri di tutti i soggetti interessati. Nel perimetro dei “blocco” entrano a far parte anche le numerazioni che fanno capo “ai servizi mobili e personali specializzati” come quelli satellitari nonché quelli cosiddetti machine-to-machine ossia fra dispositivi automatizzati con l’introduzione di una procedura semplificata per il blocco preventivo delle chiamate.
Ed è inoltre previsto il blocco delle chiamate provenienti dall’estero a carico di operatori mobili che non si sono adeguati alle misure previste dalla prima delibera (la numero 106 del 2025) ossia che consentono di verificare se il numero chiamante corrisponda effettivamente a un utente in roaming internazionale. “In conseguenza di tale blocco, il servizio di roaming all’estero offerto da tali operatori risulterà sospeso, per le chiamate destinate in Italia, fino alla realizzazione delle misure previste, fermo restando l’obbligo per l’operatore mobile di informare con un mese di anticipo i propri clienti della sospensione del roaming e della possibilità di cambiare operatore”, puntualizza l’autorità.
Ma davvero sarà possibile cantare vittoria? Il commissario Agcom Massimiliano Capitanio annuncia che “saranno bloccate milioni di chiamate con sollievo per milioni di italiani, ma probabilmente non sarà la fine delle chiamate truffaldine e moleste. Le organizzazioni criminali che gestiscono le truffe telefoniche proveranno altre strade, tra cui le chiamate con prefissi esteri o messaggistica fraudolenta. Serve anche investire in consapevolezza ed educazione digitale. Se poi non si vogliono ricevere le telefonate dai call center legali è molto utile aderire al Registro delle opposizioni e rinnovare periodicamente l’iscrizione“.
Le truffe telefoniche sono una piaga da 630 milioni di euro
Nel 2024 sono stati quasi 3,9 milioni gli italiani vittime di truffe o tentativi di frode attraverso le telefonate. Questi i dati frutto di un’indagine condotta dall’istituto di ricerca mUp Research. per Facile.it secondo cui il valore medio delle truffe ammonta a 124 euro da telefono mobile e 157 euro attraverso il fisso per un controvalore complessivo di quasi 630 milioni. La maggior parte delle truffe fa capo a finti call center (nel 63% dei casi per il fisso e nel 47,1% via mobile).



