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venerdì, Mag 12

un nuovo tipo di cellule staminali “immortali” per accelerare la produzione | Wired Italia



Da Wired.it :

Torniamo a parlare di carne prodotta in laboratorio, un tema che sta destando un grande interesse per le sue possibili implicazioni positive a livello ambientale oltre che etico, e anche altrettante polemiche, specialmente in Italia. Ma dibattiti a parte, la ricerca sembra aver compiuto un passo in avanti in termini di accelerazione del processo produttivo, che al momento risulta ancora dispendioso e difficile da ampliare su larga scala. Parliamo in particolare di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori presso la Tufts University, negli Stati Uniti, col quale sono state ottenute le cosiddette cellule staminali “immortali” del muscolo di bovino (dall’inglese immortalized bovine muscle satellite cells, iBscs). I risultati dello studio sono stati pubblicati su ACS Synthetic Biology.

I vantaggi

Quella che a volte viene chiamata, in modo un po’ fuorviante, “carne sintetica” altro non è che carne ottenuta a partire da cellule staminali prelevate dal muscolo di un determinato animale (pollo, mucca, pesce) e fatte dividere in laboratorio in condizioni controllate. Tuttavia, le normali cellule staminali muscolari prelevate da animali vivi riescono a dividersi solo un numero limitato di volte prima di iniziare ad invecchiare e poi piano piano a morire. Questo rende il processo di produzione fortemente dipendente dai campioni prelevati dagli animali, con tutte le difficoltà e i costi che ne conseguono. Al contrario, le cellule rese “immortali” dai ricercatori della Tufts possono potenzialmente dividersi all’infinito, permettendo di produrre anche enormi quantità di carne a partire dallo stesso campione iniziale. Un ulteriore vantaggio di questo approccio, secondo i ricercatori, è quello di rendere questo tipo di ricerca maggiormente accessibile a laboratori diversi in tutto il mondo. Un fatto sempre positivo dal punto di vista scientifico e, in questo particolare caso, che potrebbe aiutare a capire come superare la sfida dei costi e della produzione su larga scala.

Il segreto è nei telomeri

L’invecchiamento cellulare dipende da molti fattori diversi, uno di questi è il progressivo accorciamento dei telomeri, le estremità dei cromosomi. Questi, come una sorta di cappuccio protettivo, assicurano l’integrità e la stabilità del nostro genoma, mentre il loro progressivo accorciamento rende il nostro Dna per così dire più “vulnerabile”. Il gruppo di ricercatori ha quindi pensato di ingegnerizzare le cellule in questione in modo da forzarle ad esprimere costantemente l’enzima Tert (Telomerase Reverse Transcriptase), che, anche in cellule normali, è in grado di ricostruire i telomeri. In questo caso, la Tert espressa in modo continuo non permette alle estremità dei cromosomi di accorciarsi, e quindi alle cellule di invecchiare. Inoltre, per accelerare il loro processo di divisione, i ricercatori hanno anche reso queste cellule capaci di produrre in modo continuo un altro enzima, detto Cdk4 (Cyclin-dependent-kinase 4), in questo caso responsabile dell’innesco di un particolare stadio del processo di divisione cellulare. Secondo i ricercatori, le cellule così ottenute sono ancora capaci di maturare, anche se non in modo del tutto identico a quelle direttamente prelevate da una animale vivo: “È possibile che siano maturate a sufficienza da riprodurre il sapore e la consistenza della carne naturale”, spiega Andrew Stout, primo autore della ricerca: “Questo è un punto che dovremo esplorare ulteriormente. Si duplicano ad altissima velocità, quindi forse hanno solo bisogno di un po’ più di tempo [rispetto a quelle non ingegnerizzate, nda] per raggiungere la completa maturità”.

La questione sicurezza

Un punto caldo del dibattito sulla carne coltivata in laboratorio è quello della sicurezza: “Sebbene alcuni possano chiedersi se sia sicuro ingerire cellule rese immortali – assicura David Kaplan, che ha guidato lo studio -, in realtà, quando le cellule sono state raccolte, conservate, cotte e digerite, non esiste per loro la possibilità di continuare a crescere”. E dello stesso parere per quanto riguarda il tema della sicurezza è anche Carlo Alberto Redi, presidente del Comitato Etica della Fondazione Umberto Veronesi: “Le paure sanitarieha commentato Redi all’Ansasono inventate, questi alimenti saranno controllati sempre in modo accurato allo stesso modo di come avviene con tutti gli alimenti che poi arrivano sul mercato”.



[Fonte Wired.it]