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venerdì, Apr 02

Un ristoratore di Verona è stato colpito per sbaglio dalle sanzioni di Trump



Da Wired.it :

Sì, davvero: a causa di uno scambio di identità Alessandro Bazzoni, proprietario di un locale a Verona, è finito nella blacklist del Dipartimento del Tesoro americano. Ma per fortuna tutto è andato per il meglio

(foto: Unsplash)

Per un pasticcio internazionale con alla base uno scambio di identità Alessandro Bazzoni, proprietario di un ristorante a Verona, è stato inserito nella lista nera del Dipartimento del Tesoro statunitense. L’errore è frutto delle ultime sanzioni imposte dall’ex presidente Donald Trump prima di lasciare la Casa Bianca all’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. L’assurda storia è stata raccontata da Bbc sul suo sito web.

Le sanzioni che hanno colpito Bazzoni riguardavano un duro giro di vite dell’amministrazione Trump iniziato verso la fine del 2019 con lo scopo di forzare le dimissioni del presidente del Venezuela Nicolas Maduro: erano state imposte alla compagnia petrolifera statale venezuelana Petroleos de Venezuela (Pdvsa) per mettere alle strette l’economia del paese sudamericano, e costringere l’erede di Chavez a cedere il potere.

Nel suo ultimo giorno in carica a gennaio scorso, l’amministrazione Trump ha imposto nuove misure accessorie, indicando Alessandro Bazzoni tra i bersagli poiché su di lui pendeva l’accusa di essere legato a una rete che stava tentando di eludere le sanzioni imposte contro il settore petrolifero venezuelano: peccato che il Dipartimento del Tesoro statunitense abbia indicato una società legata all’Alessandro Bazzoni sbagliato, colpendo l’incredibilmente sfortunato ristoratore veneto.

Solamente mercoledì 31 marzo gli Stati Uniti hanno invertito ufficialmente la rotta, riconoscendo il loro errore e rimuovendo dalla blacklist la società Amg Sas di Alessandro Bazzoni & C., cioè il nome giuridico della proprietà del ristorante scaligero.

Hanno risolto il problema. Non dovrei essere più coinvolto”, ha detto Bazzoni a Reuters. “È stato un errore […] […] per fortuna è stato tutto risolto in un paio di mesi”. Anche perché finire nel mirino di una superpotenza mondiale non dev’essere uno scherzo, per un ristoratore.

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[Fonte Wired.it]