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mercoledì, Feb 12

Una diga che attraversa tutto il Nord Europa risolverebbe l’aumento del livello del mare?



Da Wired :

L’idea è venuta a due oceanografi, e prevede due enormi dighe divise fra Francia, Inghilterra, Scozia e Norvegia. Seppur fattibile sulla carta, per l’ora l’idea è soprattutto un monito per spingere il mondo ad agire

(foto: Getty Images)

L’innalzamento del livello medio del mare, guidato dai cambiamenti climatici e dal riscaldamento globale, potrebbe sommergere gran parte dell’Europa nei prossimi anni. Uno studio recente del World Resources Institute ha dimostrato come addirittura circa 80 aeroporti in tutto il mondo potrebbero sparire per questo motivo entro il 2100. Per questo è opportuno iniziare a pensare a delle soluzioni secondarie di contenimento, oltre all’azione primaria di riduzione delle emissioni. Come hanno fatto due oceanografi, elaborando il progetto Need, acronimo di North-European Enclosure Dam.

Il progetto

Si tratta di una enorme barriera nel Mare del nord per proteggere l’Europa dall’innalzamento delle acque. Nel dettaglio, si compone di due dighe: una lunga 475 chilometri tra il nord della Scozia e l’ovest della Norvegia e un’altra di 160 chilometri tra il punto più a ovest della Francia e il sud-ovest dell’Inghilterra. Così si potrebbero proteggere più di 25 milioni di cittadini europei per un costo compreso fra 250-500 miliardi di euro, circa lo 0,1 per cento del Pil dei paesi che riceverebbero protezione dalle dighe. L’idea è stata elaborata dall’oceanografo Sjoerd Groeskamp del Royal Netherlands Institute for Sea Research insieme al collega tedesco Joakim Kjellson della Geomar e verrà pubblicata nei prossimi mesi sulla rivista scientifica dell’American Meteorological Society.

(fonte: screenshot da elaborazione grafica EEA su dati Esri, FAO, NOAA | IPCC SROCC, SEE 2020)

Seppur l’intento sia nero su bianco, l’idea dei ricercatori vuole suonare più come un avvertimento delle condizioni catastrofiche che potrebbero abbattersi sul continente. Anche l’Eea – agenzia europea per l’ambiente – ha suonato il campanello d’allarme pubblicando una serie di mappe che mostrano gli effetti del cambiamento climatico sul continente. Riguardo la situazione dell’innalzamento dei mari, si legge, che “sta minacciando gli ecosistemi costieri, le risorse idriche, gli insediamenti, le infrastrutture e le vite umane”. Se non si agisce subito, infatti, l’agenzia prevede due scenari: con emissioni basse l’innalzamento medio del mare sarà tra 0,2 e 0,4 metri, ma all’aumentare delle emissioni si può raggiungere la catastrofica possibilità di un metro (che può toccare in alcune zone anche i 2,5, secondo altri studi).

Una cosa del genere è davvero fattibile?

Secondo i promotori, oltre che necessaria, la costruzione della diga è “tecnicamente fattibile”. “La massima profondità del mare del nord tra Francia e Inghilterra è appena di cento metri” – ha spiegato Groeskamp – “e quella media tra Scozia e Norvegia è di 127 metri, con un massimo di 321 metri appena al largo della costa della Norvegia. Al momento, siamo in grado di costruire piattaforme fisse a profondità superiori a 500 metri, quindi anche una diga del genere sembra fattibile”. Riguardo ai costi, le stime si basano anche su dighe già esistenti, come quelle in Corea del Sud: “nel calcolo finale dobbiamo tenere conto di fattori quali la perdita di entrate derivanti dalla pesca, l’aumento dei costi per le spedizioni e i costi delle gigantesche pompe per trasportare tutta l’acqua dall’altra parte della diga”, hanno fatto sapere gli scienziati.

Anche secondo il biologo marino fiammingo Jan Seys, intervistato da alcuni media olandesi, l’idea è fattibile, seppur “fuori dagli schemi”. L’esperto solleva però un’altra questione: “Se tecnicamente è possibile, bisognerà capire se è conveniente, e questo cambia le cose”. Il progetto difatti, spiega Seys, dovrà essere suddiviso in termini di costi fra tutti i paesi coinvolti anche se, allo stato delle stime attuali, sarebbero proprio gli olandesi le maggiori vittime dell’innalzamento del livello del mare. Le problematiche a cui si andrebbe incontro sono dunque molteplici e, per il momento, il Need resta soprattutto un avvertimento: “È una call to action per agire adesso. Se non lo facciamo questa maxi-diga potrebbe essere l’unica soluzione”, per citare la chiosa Groeskamp.

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[Fonte Wired.it]