Stando alla National oceanic & atmospheric administration (Noaa), l’agenzia statunitense che si occupa di fenomeni atmosferici, una tempesta geomagnetica di categoria G3 — un livello indicato come “forte” nella scala che classifica questi eventi da G1 a G5 in base all’indice Kp — interesserà la Terra in queste ore. Gli ultimi dati raccolti dagli osservatori solari indicano che una nube di particelle cariche, generata da diverse espulsioni di massa coronale (Cme) — enormi nubi di plasma solare e campi magnetici che il Sole espelle nello spazio — dovrebbe raggiungere il nostro pianeta e potrebbe colpire la magnetosfera terrestre, producendo effetti significativi, anche se non catastrofici.
La tempesta geomagnetica in arrivo
In genere, una tempesta G3 produce aurore visibili a latitudini medie, ma anche interferenze nei sistemi di navigazione, difficoltà nelle comunicazioni satellitari e fluttuazioni nelle reti elettriche urbane. Il fenomeno non rappresenta un rischio diretto per gli esseri umani o gli animali, ma può causare malfunzionamenti nelle tecnologie di uso quotidiano.
“Si prevede che una Cme raggiunga e impatti la Terra con una risposta geomagnetica elevata, e ciò dipende dall’orientamento del campo magnetico al suo interno. Esiste il potenziale per livelli di tempesta forte”, ha comunicato la Noaa. Le anomalie geomagnetiche verranno confermate dagli osservatori spaziali non appena le particelle raggiungeranno il punto di Lagrange L1, una posizione stabile nello spazio dove le forze gravitazionali di Terra e Sole si equilibrano e in cui operano molti osservatori solari.
Origine ed effetti di una tempesta geomagnetica
Le Cme nascono nelle macchie solari, regioni temporaneamente più fredde della superficie della stella, causate da un’elevata attività magnetica. In questi punti, i campi magnetici si attorcigliano come cavi telefonici e, quando diventano instabili, vanno incontro a un processo di riconnessione magnetica che rilascia energia ed espelle grandi nubi di plasma carico verso l’esterno.
Quando queste nubi raggiungono la Terra — un processo che può richiedere fino a tre giorni — interagiscono con il campo magnetico del pianeta e innescano le alterazioni fisiche tipiche del fenomeno. Gli scienziati classificano questi eventi in cinque livelli (da G1 a G5), in base alla velocità delle particelle, alla densità della nube, all’orientamento del campo magnetico e alla durata dell’impatto.



