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venerdì, Nov 04

Una startup londinese presenta un nuovo processore quantistico basato sul silicio

da Hardware Upgrade :

Quantum Motion, una startup britannica, ha annunciato notevoli progressi nella fabbricazione di processori in silicio per computer quantistici usando gli stessi processi produttivi adottati per le normali CPU per computer classici. L’azienda punta a realizzare processori quantistici usando i quantum dot e ritiene che i processi produttivi del silicio siano la chiave per arrivare ad avere computer quantistici utilizzabili per fini pratici.

Quantum Motion mostra una CPU quantistica basata sul silicio

Quantum Motion, fondata da professori e ricercatori dell’Università di Oxford e dello University College of London, ha affermato di essere riuscita a misurare ben 1.024 quantum dot in un’area inferiore a 0,1 mm² in 12 minuti. Si tratta di un progresso significativo nello sviluppo di processori quantistici basati sulle moderne tecniche di fabbricazione di chip con il silicio.

Il processore di Quantum Motion, chiamato “Bloomsbury” in onore della zona di Londra in cui l’azienda è stata fondata, ha dimensioni di 3×3 mm ed è stato prodotto da una fonderia non meglio specificata, ma che la startup afferma essere di “prima fascia”. Il chip contiene migliaia di quantum dot, ovvero di punti in cui è possibile inserire singoli elettroni che fungono poi da qubit.

Se da un lato uno dei problemi che la ricerca sta affrontando in questo momento è proprio quello di ottenere un numero sufficiente di qubit e di contenere gli errori per eseguire quindi calcoli significativi, dall’altro lato c’è il problema della connettività. I computer quantistici richiedono infatti di essere collegati ad apparecchiature esterne che controllino le misurazioni dei qubit, così da poter inviare le istruzioni da eseguire e da poter leggere i risultati. Per effettuare tali procedure è necessario far entrare dei cavi nei refrigeratori dove si trovano i chip, ma ciò porta a problemi: i cavi comunicano infatti con il mondo esterno e rischiano, dunque, di influenzare il risultato dei calcoli semplicemente con la propria presenza, oltre a complicare il raffreddamento.

Per questo Quantum Motion ha ridotto le connessioni a soli nove cavi. Come riporta The Register, i capo della progettazione dei circuiti Alberto Gomez Saiz ha affermato che “integrare questi [quantum dot] sul chip con l’elettronica convenzionale, che abbiamo progettato per funzionare a temperature criogeniche, ci ha permesso di rilevare migliaia di dispositivi quantistici [i quantum dot, NdR] con appena nove cavi che escono dal refrigeratore. Ciò ha rimosso uno dei principali colli di bottiglia all’aumento delle dimensioni [dei computer quantistici].”

Va notato che quello di Quantum Motion non è un approccio unico nel panorama del settore: giusto lo scorso mese Intel aveva annunciato progressi proprio nello stesso ambito, con il colosso statunitense che punta a produrre chip in silicio su cui vengono generati quantum dot.

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