Seleziona una pagina


L’Ungheria ha introdotto nuove norme che semplificano l’ingresso nel paese dei cittadini russi e bielorussi, esentandoli dai controlli di sicurezza e dalle altre restrizioni di frontiera. Il programma dal nome “National Card” prevede anche il rilascio di permessi di soggiorno della durata di due anni, che sono rinnovabili per chi desidera lavorare in Ungheria. In precedenza, queste carte erano disponibili solamente per i cittadini di Ucraina e Serbia, mentre adesso la loro validità è stata estesa anche a paesi come Bosnia Erzegovina, Moldavia, Macedonia del Nord e Montenegro.

Il progetto della centrale e l’area Schengen

Il governo di Budapest ha motivato questa decisione spiegando che molti di questi lavoratori verranno impiegati nella costruzione della centrale nucleare di Paks. Il progetto ungherese vedrà utilizzata anche molta tecnologia russa, ragione per cui alla fine del 2023, in accordo con l’Ue, ha finito per sospendere alcune sanzioni contro il paese

Tuttavia, questa nuova politica ha sollevato molte preoccupazioni a livello europeo. Infatti, i critici temono che una volta entrati in Ungheria, queste persone possano viaggiare liberamente in tutta l’area Schengen, vista l’assenza di frontiere tra i ventisette Stati europei. Con il concreto pericolo che tra questi lavoratori possano infiltrarsi e girare in maniera del tutto indisturbata all’interno del territorio europeo spie o agenti dei servizi di intelligence.

La decisione del premier ungherese Viktor Orbán non è passata inosservata alla Commissione Europea, che, sotto la presidenza di Ursula von der Leyen ha sempre ribadito il suo sostegno incondizionato a Kiev e la sua ferma opposizione alle ambizioni espansionistiche di Vladimir Putin. Un portavoce della Commissione ha dichiarato che l’organismo intende contattare le autorità ungheresi per chiarire la situazione, sottolineando che la Russia rappresenta una minaccia per la sicurezza europea e che è essenziale proteggere la sicurezza dell’area Schengen.

Dal punto di vista economico, l’Ungheria sta cercando di attrarre circa 65.000 lavoratori migranti attraverso questa nuova politica. Dopo tre anni di soggiorno, questi lavoratori avranno la possibilità di richiedere la residenza permanente e il ricongiungimento familiare. Alcuni osservatori ritengono che questa politica di Budapest possa essere vista come un tentativo di influenzare e minare il sistema migratorio europeo, sollevando interrogativi sulle future relazioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea in materia di immigrazione e sicurezza.



Fonte