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mercoledì, Set 25

Un’intelligenza artificiale ha ricostruito digitalmente dipinti di Van Gogh ormai rovinati


Un team di ricercatori ha appena messo a punto un nuovo prototipo di Ia in grado di ricostruire digitalmente alcuni dipinti scoloriti e deteriorati di Vincent Van Gogh

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(foto: Zeng, van der Lubbe & Loog)

Scoloriti, screpolati e in alcune parti del tutto cancellati. Molte opere di inestimabile valore con il passare del tempo si possono deteriorare, andando così perdute per sempre. Ma ora un nuovo prototipo di intelligenza artificiale (Ia) si è dimostrato in grado di prevedere l’aspetto originale di alcuni dipinti di Vincent Van Gogh. A raccontarlo sulle pagine della rivista Machine Vision and Applications sono stati tre ricercatori dell’Università tecnica di Delft, nei Paesi Bassi.

Negli ultimi anni, ricordiamo, che sono state create numerose tecniche di machine learning (apprendimento automatico) per l’analisi delle opere d’arte. Tuttavia, finora queste sono state strumenti principalmente usati per identificare e riconoscere quali opere erano dei falsi. In questo studio, invece, i ricercatori hanno messo a punto un nuovo prototipo di intelligenza artificiale in grado di ricostruire digitalmente i dipinti di Van Gogh ormai deteriorati, con una precisione a livello di pixel elevatissima.

Il prototipo si basa sulle reti neurali convoluzionali (Cnn), che imitano l’organizzazione della corteccia visiva degli animali e vengono utilizzate, quindi, per il riconoscimento delle immagini. Per ora, però, analizzano solo le informazioni visive e non quelle chimiche, come la composizione dell’inchiostro e il tasso di degradazione. L’algoritmo è stato addestrato a riconoscere lo stile dell’artista osservando le riproduzioni di disegni originali di Van Gogh conservati nel Museo Van Gogh ad Amsterdam. Una volta addestrato, è stato utilizzato per ricostruire i disegni più deteriorati, che al momento non possono essere esposti.

E i risultati sono notevoli: il modello, infatti, si è dimostrato in grado di prevedere come erano gli originali meglio di quanto avviene con altre tecniche attuali. “Uno dei principali obiettivi della nostra ricerca è stato quello di prevedere come potessero essere gli originali delle opere d’arte su carta”, spiega a Techxplore Jan van der Lubbe, tra gli ideatori del prototipo. “Abbiamo ottenuto risultati promettenti per la ricostruzione digitale dei disegni di Van Gogh rispetto a quelli ottenuti finora utilizzando altri metodi. Certo, Van Gogh era solo una prova o un esempio. La nostra tecnica potrebbe estendersi ai disegni di altri artisti, dipinti e vecchi documenti”.

Ma a prendere nuova vita non sono stati solo i dipinti di Van Gogh. Uno studio appena pubblicato su ArXiv di un team di ricercatori, coordinato da Anthony Bourached e George Cann dell’University College London, ha usato una tecnica molto simile (basata però sulle reti neurali tradizionali) per ricostruire un dipinto di Picasso. Si tratta di una donna seduta che tende il braccio sinistro, nascosta sotto “Il vecchio chitarrista cieco” e scoperta negli anni ’90 grazie alle immagini ai raggi X dell’opera. In questo ultimo studio, la rete neurale è stata in grado di ricostruire l’opera dopo essere stata addestrata a convertire immagini a raggi X nello stile del Periodo blu di Picasso.

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