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giovedì, Gen 12

Universo, forse abbiamo trovato le prime galassie



Da Wired.it :

Gli scienziati hanno appena annunciato di aver individuato quelle che potrebbero essere alcune delle prime galassie formatesi nell’universo, una scoperta incredibile resa possibile dal James Webb space telescope (Jwst), il nuovo fiore all’occhiello della Nasa.

Si tratta del primo grande campione di galassie candidate al di fuori della portata del telescopio spaziale Hubble“, ha dichiarato il 10 gennaio l’astronomo Haojing Yan durante una conferenza stampa in occasione della riunione dell’American astronomical society a Seattle. Yan, che lavora alla University of Missouri, è l’autore principale di un recente studio sulle prime osservazioni del Jwst. Dal momento che è in grado di spingersi più lontano nello spazio profondo rispetto al suo predecessore Hubble, in sostanza il nuovo e più sensibile telescopio della Nasa può scrutare anche più indietro nel tempo. Alcune delle 87 galassie che gli astronomi hanno individuato con il Jwst potrebbero risalire a circa 13,6 miliardi di anni fa, appena 200 milioni di anni dopo il Big bang. È in quel periodo che le galassie emettevano la luce che vediamo oggi, anche se rispetto ad allora quei sistemi di stelle, gas e polveri sono cambiati radicalmente, ammesso che esistano ancora.

Nonostante in passato gli scienziati abbiano già studiato altre galassie lontane che risalgono a quando l’universo era ancora giovane, le scoperte di Yan e dei suoi colleghi potrebbero battere questi record di qualche centinaio di milioni di anni. Al momento, tuttavia, quelle scoperte dal Jwst sono tutte considerate “galassie candidate“, il che significa che la loro data di origine deve ancora essere confermata.

Datare una galassia

La datazione di una galassia può rivelarsi un compito impegnativo, che comporta misurare il cosiddetto il redshift (letteralmente “spostamento verso il rosso”), ovvero quanto la luce che emette si sposta verso le lunghezze d’onda rosse maggiori, un parametro che indica agli astronomi la velocità con cui la galassia si sta allontanando da noi nell’universo in rapida espansione. Questo dato a sua volta segnala agli astronomi la distanza della galassia dalla Terra o, più esattamente, la distanza che i fotoni delle sue stelle hanno dovuto percorrere alla velocità della luce prima di raggiungere un telescopio spaziale vicino alla Terra, come appunto il James Webb space telescope. La luce delle stelle della più lontana tra le nuove galassie individuate dal Jwst potrebbe essere stata emessa 13,6 miliardi di anni fa, probabilmente poco dopo la sua formazione.

Le stime sulle distanze delle nuove galassie dovranno essere confermate misurando la luce che emettono nello spettro elettromagnetico, individuando così le loro “firme” uniche. Tuttavia, Yan si aspetta che l’origine di molte delle nuove galassie risalga effettivamente agli albori del cosmo: “Scommetto venti dollari e una birra media che la percentuale di successo sarà superiore al 50 per cento”, ha dichiarato l’astronomo.

Come abbiamo trovato le nuove galassie

Il team di Yan ha fotografato queste galassie usando la NirCam, una fotocamera a raggi infrarossi installata sul Jwst. Per stimare le distanze, gli astronomi hanno utilizzato una tecnica standard, chiamata dropout: dal momento che l’idrogeno gassoso che circonda le galassie assorbe la luce a una particolare lunghezza d’onda, le lunghezze d’onda a cui un oggetto può essere o meno avvistato mettono dei paletti circa la sua distanza plausibile. Queste 87 “galassie candidate” appaiono come una massa indistinta che può essere rilevata solo all’interno delle lunghezze d’onda maggiori (e quindi più rosse) individuabili dalla NirCam, il che potrebbe significare che sono molto distanti e quindi molto antiche.



[Fonte Wired.it]