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martedì, Ott 01

Uno scienziato è stato condannato per aver diffuso i dati sull’inquinamento in Turchia


Dopo aver diffuso dati “riservati” di uno studio che dimostra il collegamento tra inquinamento ambientale e alta incidenza di cancro nella Turchia occidentale, lo scienziato Bülent Şık è stato condannato a 15 mesi di prigione

scienziato

Sono 15 mesi di prigione. È questa la sentenza emessa il 30 settembre dal tribunale di Istanbul nei confronti di uno scienziato di nome Bülent Şık, ex vicedirettore del Centro di sicurezza alimentare e di ricerca agricola dell’Università di Akdeniz, dopo aver divulgato informazioni riservate di un suo studio nel quale aveva evidenziato un collegamento tra inquinamento ambientale a un’alta incidenza di cancro nella Turchia occidentale.

Come riporta Science, la ricerca, commissionata dal Ministero della salute della Turchia, era nata con lo scopo di verificare se ci fosse una qualche associazione tra inquinamento del suolo, acqua e cibo e l’elevata incidenza di tumori nella Turchia occidentale. Dopo cinque anni dall’inizio dello studio, i risultati di Şık e il suo team di ricerca avevano evidenziato la presenza di alti livelli di pesticidi, metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici nel cibo e nel suolo e piombo, alluminio, cromo e arsenico nell’acqua, in molti dei campioni provenienti da diverse province turche.

Una volta completato lo studio, nel 2015, Şık, durante un incontro nel quale si discutevano i risultati della sua ricerca, aveva invitato i funzionari del governo ad agire con urgenza. Ma dopo 3 anni di inadempienze da parte del governo, secondo la sua testimonianza, lo scienziato ha così deciso di pubblicare nel 2018 i suoi dati sul quotidiano di Istanbul, Cumhuriyet, al centro della oppressione sulla libertà di informazione e di espressione della stampa del governo del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. “Bülent Şık ha adempiuto al suo dovere di cittadino e di scienziato e ha usato il suo diritto alla libertà di espressione”, ha spiegato l’avvocato Can Atalay, in una dichiarazione prima che la sentenza fosse emessa dal un tribunale di Istanbul.

“Ciò che colpisce è che il Ministero della salute non ha sostenuto che ciò che Bülent Şık ha pubblicato non fosse vero”, ha commentato a Science Milena Buyum, attivista della Amnesty International a Londra. “Invece, l’affermazione del governo secondo cui le informazioni erano riservate dimostra che c’è un reale pericolo per la salute”.

Secondo la legge turca, Şık avrebbe potuto evitare la prigione e ricevere una sospensione della condanna pentendosi. Ma il ricercatore si è rifiutato di farlo. “Nascondere i dati ottenuti dalla ricerca ci impedisce di discuterne per trovare soluzioni”, ha riferito Şık in una dichiarazione alla corte fornita a Science dal suo avvocato. “Nei miei articoli ho puntato a informare il pubblico su questo studio di salute pubblica che è stato tenuto segreto, e a incentivare le autorità pubbliche ad agire per risolvere i problemi”. Şık, che è stato licenziato dalla sua università nel 2016 dopo aver firmato una petizione per chiedere la pace tra le forze armate turche e i militanti curdi nel sud-est della Turchia, ora è ancora libero in attesa dell’appello. Ad oggi, ricordiamo, decine di scienziati turchi sono stati licenziati, perseguiti o messi in prigione in seguito a una repressione da parte del governo turco dopo un fallito tentativo di colpo di stato nel 2016.

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