Seleziona una pagina
martedì, Feb 09

Uno spray nasale per il raffreddore è efficace anche contro il coronavirus?



Da Wired.it :

I primi risultati, nei topi e nei furetti, hanno mostrato che uno spray nasale ancora in corso di studio, chiamato Inna-X, risulta attivare il sistema immunitario innato e potrebbe creare una barriera contro vari virus. In futuro una protezione in più insieme alle misure già in uso?

spray nasale
(foto: mohamed Hassan via Pixabay)

Le armi per proteggerci dal nuovo coronavirus non sono mai troppe. Già da qualche tempo gli scienziati stanno studiando anche se e come spray nasali specifici possano fornire uno strumento in più contro il Covid-19, da aggiungere alle altre misure di protezione. Oggi uno studio condotto dall’università di Newcastle in Australia e dall’Hunter Medical Research Institute, sempre a Newcastle, ha mostrato che uno spray, un farmaco per ora sperimentale e non ancora disponibile in commercio, chiamato INNA-X, risulta efficace, per ora nel topo. Lo spray nasale attiverebbe il sistema immunitario, in particolare l’immunità innata, e potrebbe dunque servire per creare una prima barriera contro diversi virus, da comuni rinovirus causa di raffreddore al temuto Sars-Cov-2. I risultati sono pubblicati sull’European Respiratory Journal.

Lo spray nasale e l’immunità delle mucose

Non bisogna sottovalutare il ruolo delle mucose, né nello sviluppo di nuovi vaccini né nella ricerca di misure di protezione contro Covid-19 e altre malattie infettive. Non è la prima volta che gli scienziati valutano l’ipotesi di uno spray nasale (ma anche i collutori sono oggetto di ricerche) contro il nuovo coronavirus. L’idea di avere uno strumento che, in aggiunta a tutti gli altri – mascherine, distanziamento, lavaggio delle mani e ora a breve anche e soprattutto i vaccini per una più ampia fetta della popolazione – possa aiutarci a prevenire o il contagio o a ridurre la gravità della malattia.

L’immunità innata

Il prodotto testato risulta agire accendendo quella parte di immunità aspecifica o innata (e non quella specifica, più efficace e mirata contro il patogeno) delle vie respiratorie, che tutti abbiamo e che ci difende dagli attacchi di agenti esterni potenzialmente pericolosi. Il farmaco sperimentale in questione agisce su alcune proteine (i recettori Tlr2), che hanno un ruolo importante nel difenderci da virus e altri patogeni. La molecola studiata si lega a questo recettore mimando quello che avverrebbe in presenza del patogeno e attivando così la risposta immunitaria.

Lo studio

La molecola era stata inizialmente sviluppata e studiata per il raffreddore e altre sindromi virali e poi, nella sfortunata occasione della pandemia, è stata attenzionata anche rispetto alla sua utilità contro il Sars-Cov-2. I ricercatori di Newcastle hanno studiato la nuova molecola nel raffreddore in un modello animale di topo e in cellule umane del tessuto dei bronchi prelevate da volontari umani asmatici. Nel topo la somministrazione dello spray nasale prima dell’infezione, dunque prima dell’esposizione al rinovirus, ha ridotto la carica virale e ha bloccato il processo infiammatorio che si scatena a causa dell’attivazione del sistema immunitario (nel Covid-19, nei casi più gravi, sappiamo che proprio l’infiammazione eccessiva è causa della maggior parte dei danni). Il trattamento sette giorni prima mostra risultati diversi rispetto a quello effettuato un giorno prima, con un risultato che sembra suggerire che la somministrazione 1 settimana prima attiverebbe l’immunità innata delle mucose.

I risultati confermerebbero quelli ottenuti, sempre su animali, in una ricerca poco precedente (pubblicata su EBio Medicine del Lancet nel dicembre 2020), basata sempre sullo stesso farmaco. Lo studio su furetti aveva mostrato buoni risultati: gli animali a cui veniva somministrato un giorno prima dell’esposizione al Sars-Cov-2 presentavano una riduzione del materiale genetico del virus pari al 96%. Seppure preliminari, i dati sono promettenti, secondo gli autori, che annunciano di stare per iniziare uno studi clinico, su volontari umani, del farmaco Inna-051 (si chiama così la molecola su cui si basa il farmaco) nelle prossime settimane, in Australia. “Se si dimostrerà protettivo – sottolinea Nathan Bartlett, che ha coordinato lo studio – questo potrebbe essere impiegato in popolazioni a rischi, fra cui anziani e pazienti con asma, per ridurre la gravità di sindromi associate a rinovirus, Covid-19 e altre infezioni virali delle vie respiratorie, in aggiunta ad approcci basati sui vaccini”.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]