Una tecnologia analoga è impiegata anche negli undici montacarichi per gli armamenti, che utilizzano motori elettromagnetici invece dei tradizionali sistemi idraulici per spostare le munizioni dai depositi al ponte di volo in modo più rapido ed efficiente.
La nave è dotata anche di un Sistema avanzato di arresto (Advanced arresting gear), che impiega un motore elettromagnetico per controllare il cavo di arresto in fase di atterraggio, riducendo la tensione del cavo e lo stress sul gancio, e quindi limitando le sollecitazioni sulla struttura dell’aereo. In questo modo le operazioni di atterraggio risultano più stabili e sicure, anche per droni e caccia supersonici.
L’albero della Ford comprende poi un complesso sistema di radar, che consentono alla nave di individuare e tracciare contemporaneamente numerosi bersagli aerei e di superficie a centinaia di chilometri di distanza.
La portaerei è dotata inoltre di un sistema di atterraggio e avvicinamento di precisione che, invece di basarsi solo sul radar utilizza un segnale gps calibrato da una stazione di riferimento fissa a bordo. Questa architettura garantisce ai piloti dati di guida estremamente accurati, anche con mare mosso o in condizioni di scarsa visibilità, rendendo più sicure le manovre di atterraggio. Grazie al controllo digitale integrato, la Ford può gestire più operazioni con consumi energetici ridotti.
La potenza di fuoco della Uss Gerald R. Ford
In aggiunta a tutto questo, la Uss Gerald R. Ford può trasportare un arsenale imponente che comprende missili, proiettili di cannone, bombe, siluri e cariche di profondità per le operazioni antisommergibile.
Sul ponte di volo possono operare fino a 90 velivoli di varie tipologie, tra cui gli F/A-18 Super hornet, caccia di ultima generazione disponibili anche in versioni specializzate nel disturbo delle comunicazioni nemiche, e gli E-2 Hawkeye. Senza dimenticare elicotteri antisommergibile e unità per il trasporto tattico.
La portaerei può raggiungere oltre 55 chilometri orari e condurre circa 160 operazioni aeree al giorno, un numero che può salire a 220 in situazioni di crisi o di conflitto intenso.
L’obiettivo degli Stati Uniti
Le impressionanti capacità della Ford hanno suscitato dubbi sulle reali intenzioni degli Stati Uniti nei Caraibi. Un’analisi del Centro per gli studi strategici e internazionali (Csis) osserva che lo schieramento della nave sembra indicare più l’intenzione di lanciare un segnale politico e di deterrenza che la volontà di condurre una vera missione antidroga.
“L’amministrazione riconduce la missione della portaerei alla lotta contro il narcotraffico, e alcune delle sue capacità più ampie possono effettivamente contribuire alle operazioni in corso”, si legge nel rapporto del Csis. “In generale, tuttavia, queste navi non sono adatte ai compiti di sorveglianza necessari per contenere il traffico di droga. Al contrario, sono estremamente efficaci nel condurre attacchi aerei e supportare sbarchi anfibi. Spostare un elemento così importante della potenza militare statunitense è una decisione significativa per l’impegno strategico che comporta”.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en Español.



