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lunedì, Lug 24

Vaccini, che fine ha fatto l’anagrafe nazionale? | Wired Italia



Da Wired.it :

Un’elaborazione, quest’ultima, che ora dovrebbe essere possibile realizzare attraverso l’anagrafe vaccinale, senza che sia più necessario raccogliere i dati dalle singole Asl. Dovrebbe, appunto. Lo scorso 18 maggio, infatti, Wired ha trasmesso al ministero della Salute un’istanza di accesso generalizzato. Ha cioè chiesto di entrare in possesso dei dati relativi alle coperture vaccinali a 24 mesi (età nella quale si è stati sottoposti ad almeno una dose di tutti i vaccini obbligatori per legge, ndr) per i nati nel 2020 su base comunale.

Una richiesta che nasceva da due considerazioni: la prima riguarda l’eccezionalità del 2020. L’idea era quella di capire se ci fossero stati cali nelle coperture dovuti alla pandemia. La seconda, appunto, quella di verificare che i dati fossero disponibili con un dettaglio territoriale significativo. Su entrambi i fronti, però, la risposta del ministero è stata negativa.

Il rifiuto del ministero

Il dicastero oggi affidato a Orazio Schillaci non ha risposto entro i 30 giorni previsti dalla norma sull’accesso generalizzato. È stato necessario chiedere un riesame al responsabile della trasparenza Alfredo D’Ari per ottenere un riscontro. Quest’ultimo lo scorso 11 luglio ha risposto a Wired spiegando che “le coperture vaccinali per i bambini nati nel 2020 non sono ancora state pubblicate”.

Ma non solo: L’anagrafe nazionale vaccini ha il compito di elaborare i dati relativi alle coperture vaccinali a livello regionale e non comunale”. E per questo l’istanza è stata respinta. Eppure i dati ci sono, come dimostra il fatto che dal 2019 i genitori non devono più presentare il certificato vaccinale dei propri figli per iscriverli a scuola. Sono infatti direttamente le Asl a segnalare l’adempienza o meno all’obbligo direttamente agli istituti scolastici.

Le questioni aperte

La risposta del ministero della Salute solleva però alcune questioni. La prima e più semplice riguarda la data di pubblicazione dei dati di copertura a 24 mesi relativi alla corte di nascita 2020. Bambini che hanno ricevuto i vaccini per i quali Wired ha chiesto i dati entro il 31 dicembre 2022, al più tardi nelle prime settimane di gennaio.

La seconda riguarda invece il fatto che si sia costituita un’anagrafe nazionale vaccini, costata 300mila euro nel 2018 più 10mila euro l’anno per i successivi, per continuare ad avere dati su base regionale. In un paese in cui una regione come la Valle d’Aosta ha gli stessi abitanti della città di Bergamo, una come il Friuli Venezia Giulia tanto quanto la provincia di Bergamo. E dove in una regione come la Lombardia vive un sesto di tutti gli italiani. Quando l’idea di un’anagrafe dei vaccini è quella di verificare, a fronte dell’insorgenza di un picco di casi di una malattia (tanto più possibile quanto più basse sono le coperture, ndr), le dimensioni della popolazione suscettibile ad esempio all’interno di una singola scuola.



[Fonte Wired.it]