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giovedì, Feb 04

Vaccini Covid-19, perché il bando Arcuri non trova infermieri



Da Wired.it :

L’Italia soffre di una cronica carenza di infermieri e le assunzioni in ospedali e rsa hanno azzerato il personale disoccupato. E il bando non tiene conto di questa situazione

vaccino
(foto: Matteo Bazzi/Pool/Afp via Getty Images)

L’ultimo censimento, datato 29 gennaio, segna 26.690 domande per entrare nell’esercito dei 15mila tra medici e infermieri che il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, intende reclutare per le vaccinazioni. Il dato è ufficiale e suona incoraggiante: ci sono più candidature che posti disponibili, quasi 2 a 1. Quel che però non emerge – né il commissario l’ha precisato nella conferenza stampa in cui ha sbandierato il risultato – è quanti siano i curriculum dei medici e quanti quelli degli infermieri. Numero, quest’ultimo, che fa la differenza, perché ne va della sostenibilità finanziaria e della fattibilità della campagna vaccini, che dalla prossima settimana coinvolgerà, oltre agli anziani ultra-ottantenni, anche insegnante, personale scolastico e delle carceri, detenuti e forze dell’ordine.

Il bando parla chiaro. Delle 15mila risorse che servono, tremila saranno medici e 12mila infermieri e assistenti sanitari. Tuttavia, quando le candidature sfioravano le ventimila, le proporzioni erano invertite: 14.800 medici disponibili contro 3.900 infermieri.

E nulla lascia pensare che la situazione si sia rovesciata. Perché, spiegano i rappresentanti degli infermieri, è proprio il meccanismo con cui è stato costruito il bando a tagliare le gambe al reclutamento. Un effetto boomerang in un Paese che storicamente soffre di una cronica carenza di questi professionisti. A certificarlo è anche l’ultimo rapporto sanità del centro Crea dell’università di Tor Vergata: “In Italia operano 6,7 infermieri per 1.000 abitanti contro i 7,8 del Regno Unito, i 10,8 della Francia e i 13,2 della Germania”.

Il bando per le vaccinazioni

Il bando di Arcuri si rivolge ai liberi professionisti e personale in pensione. Sono richieste la laurea e l’iscrizione all’albo professionale. A fare i contratti le agenzie interinali che si sono aggiudicate la gara, ciascuna responsabile di una delle cinque aree in cui è stata suddivisa l’Italia. Manpower per Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta; Randstad per Lazio, Piemonte, Liguria e provincia di Trento; Gi Group per Campania, Puglia, Marche e Basilicata. Al raggruppamento Umana-Synergie spettano Sicilia, Toscana, Abruzzo e provincia di Bolzano, mentre il tandem Etjca-Orienta copre Veneto, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Molise.

A copertura delle assunzioni c’è uno stanziamento di 534 milioni, di cui 25 milioni alle agenzie (il 5% dei contratti) e il resto ai salari del personale. Come ha comunicato Arcuri, i primi medici e infermieri sono stati inviati sul territorio alla fine di settimana scorsa. Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità della Regione Marche, conferma a Wired l’arrivo di 68 sanitari questa settimana. E “in dirittura d‘arrivo – ha aggiunto Arcuri – ci sono le assunzioni di altre centinaia dei 2.186 medici e infermieri selezionati”. Non è chiaro, tuttavia, quanti tra i primi e quanti tra i secondi. Neppure tra le nuove candidature. Non è affare da poco. Il contratto dei medici costa il doppio di quello degli infermieri: 6.538 euro contro 3.077. A parità di stanziamenti, quindi, un maggior numero di medici implicherebbe meno unità sul campo. Il Foglio cita dubbi della Ragioneria dello Stato sulla procedura del commissario.

Wired ha posto una serie di domande alla struttura del commissario, che non ha fornito risposta ad alcuna né offerto l’opportunità di rispondere in conferenza stampa. Neppure le agenzie interinali hanno fornito informazioni, perché, su direttiva di Arcuri, non possono rilasciare dichiarazioni sul tema. Solo Randstad ha fatto pervenire una nota generica.

I nodi della campagna

Quel che emerge, tuttavia, è che il reclutamento degli infermieri non ha tenuto conto di alcuni problemi strutturali. Primo: “Il tipo di ingaggio non è attrattivo per i liberi professionisti, né dal punto di vista quantitativo né qualitativo”, spiega Nicola Draoli, consigliere nazionali della Federazione nazionale ordine professioni infermieristiche (Fnopi): “Impone un rapporto di subordinazione, con un impegno di 36 ore, in un periodo in cui i liberi professionisti hanno più cose da fare”. E in un mercato in cui, spiega Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, non ci sono molti professionisti a spasso. “Le strutture si sono ampliate e hanno aperto reparti Covid – racconta -. Si sono dovuti sostituire gli infermieri ammalati in prima linea. La rsa e le case di cura a loro volta hanno assunto”.

Un altro segnale della carenza di personale – insiste Bottega – è che le aziende hanno dovuto chiudere dei reparti per realizzare le aree Covid. Non c’entrano solo questioni logistiche”. “Noi andiamo verso la campagna vaccinale con tutti i servizi aperti e con quelli aggiuntivi legati al Covid, dai reparti di terapia intensiva ai tamponi, dal contact tracing ai test sierologici”, afferma Draoli. “A fare le vaccinazioni saranno sempre gli stessi”, dice Bottega. Per la fase due della campagna, quella degli over 80, nel suo distretto è stata l’azienda sanitaria di Vicenza a mettere a disposizione 122 infermieri per compensare i 22 della Protezione civile, davanti a una popolazione di 32mila anziani ultra-ottantenni.

Le offerte economiche, peraltro, sono più basse del previsto. “Ci sono arrivate segnalazioni a riguardo di offerte che al netto si aggirano intorno ai 1.300 euro”, conferma Draoli. Anche il sindacato Nursing up ha raccolto denunce dello stesso tenore e proposte che si aggirano sui 1.200 euro netti. Wired ha chiesto chiarimenti sia al commissario Arcuri sia alle agenzie interinali, senza ottenere risposta.

Inversione a U

Gli infermieri hanno proposto alcuni correttivi per invertire la rotta. La premessa, dice Draoli, è “stabilire con chiarezza quante persone vogliamo vaccinare, entro quando e, di conseguenza, di quante persone si ha realmente bisogno”. Una delle proposte è impegnare gli infermieri già assunti dal pubblico, remunerando le ore in più con le prestazioni aggiuntive previste in finanziaria. Draoli suggerisce di coinvolgere la rete dei “medici di medicina generale per raccogliere i dati anamnestici, che è lo scoglio” e le farmacie, “per esplodere il numero di punti vaccinali”, con la collaborazione degli infermieri libero professionisti (circa 80mila sui 450mila infermieri italiani) per il tempo che hanno a disposizione. Ad ogni modo, si tratta sempre di pescare dallo stesso bacino.

Dobbiamo affrontare una situazione senza precedenti con soluzioni nuove – aggiunge il consigliere di Fnopi -. Il bando ha complicato aggiungendo il passaggio dalle agenzie interinali”. Queste di fatto verificano solo la presenza dei requisiti e a quel punto inseriscono il candidato in liste di idoneità, da cui le aziende sanitarie possono pescare in base ai loro bisogni. L’intermediazione, però incide sui costi della campagna, anche perché il 5% si applica al valore dei contratti sottoscritti e su quello dei medici è maggiore rispetto agli infermieri. Le agenzie peraltro, come ha potuto verificare Wired dalle comunicazioni inviate, sembrano aver pescato i nominativi dagli albi, inviando proposte a tappeto.

Spesso le regioni si sono arrangiate in autonomia con contratti di collaborazione diretta, come la Toscana. La Lombardia ha lanciato un avviso pubblico per volontari, contestato tuttavia dagli Ordini infermieristici regionali in una lettera al direttore generale Welfare, Marco Trivelli. “Si ritiene indispensabile che un servizio di alto impatto sociosanitario, come la vaccinazione, debba essere formalizzato anche attraverso una forma contrattuale che riconosca il valore dei professionisti”, si legge nel documento che Wired ha visionato. E l’avviso, prosegue la lettera, “è in conflitto con il bando Arcuri”. Tanto che gli infermieri lombardi si sono schierati contro l’avviso del Pirellone, che non ha risposto alle domande di Wired. Dopo le prime proteste, la Fnopi è stata coinvolta da Arcuri. “Collaboriamo insieme alla Protezione civile per individuare strategie alternative”, dice Draoli. Ma a bando ormai emesso. E con una campagna vaccini che non può permettersi intoppi.

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[Fonte Wired.it]