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domenica, Feb 12

Vaccini ed eventi avversi: Iss prende le distanze dai suoi ricercatori



Da Wired.it :

Di quali effetti parliamo? Innanzitutto, ovviamente, di quelli ai danni del cuore (i più documentati), miocarditi e pericarditi, un problema che riguarderebbe i più giovani (in particolare i maschi, tra cui sembrano più comuni), ma anche anziani e pazienti che soffrono di patologie autoimmuni, che hanno un rischio aumentato per i disturbi cardiovascolari. Parlando di patologie autoimmuni la review cita anche un altro pericolo da tenere a mente: quello delle riacutizzazioni di patologia, osservate – scrivono gli autori del paper – in pazienti con malattie come artrite reumatoide e sclerosi multipla.

Nel testo, gli autori passano quindi ad analizzare una lunga lista di temi: i possibili meccanismi con cui i vaccini a mRna danneggerebbero l’organismo (dalla diffusione dell’mRna al di fuori del sito di iniezione, fino ad un’innata tossicità e una lunga persistenza della proteina spike prodotta in seguito alla vaccinazione); quelli che rendono meno efficaci i vaccini col passare del tempo e col ripetersi delle inoculazioni (come l’ormai noto “peccato originale antigenico”), o che potrebbero creare un effetto paradosso per cui la vaccinazione aumenta il rischio di infezione, come il cosiddetto Ade (antibody-dependent enhancement); la possibilità che i vaccini a mRna inducano l’insorgenza di episodi di autoimmunità, se non arrivare a scatenare vere e proprie patologie autoimmuni.

Tutto sommato, sono quasi tutte questioni emerse già negli scorsi anni, e ritenute marginali da una buona maggioranza della comunità scientifica. Secondo gli autori della review, però, la situazione epidemiologica odierna, e la minore virulenza delle varianti attualmente circolanti, rendono probabilmente sempre meno favorevole il profilo di rischi/benefici dei vaccini a mRna. “È altamente desiderabile – scrivono infatti nelle loro conclusioni – lo sviluppo di vaccini più tradizionali, basati su antigeni molto meno variabili e privi di effetti tossici intrinsechi, per proteggere anziani e persone a rischio, comprese quelle con problemi autoimmuni”.

La risposta dell’Iss

Come dicevamo, a due giorni dalla pubblicazione dell’articolo l’Istituto superiore di sanità ha ritenuto necessario diffondere un comunicato per prendere le distanze dalle conclusioni dei suoi ricercatori. Non solo la nota dell’Iss sottolinea come le opinioni espresse dagli autori non rappresentino in alcun modo la posizione dell’istituto, ma sottolinea anche che questi non avrebbero seguito le procedure di valutazione scientifica richieste dalle linee guida interne sull’integrità della ricerca, ed entra nel merito delle loro argomentazioni sulla sicurezza dei vaccini: “Nell’articolo – leggiamo – si fa una rassegna parziale e arbitraria della letteratura, omettendo tra l’altro di citare i numerosi lavori pubblicati sull’argomento da parte di altri ricercatori dell’Iss e anche del loro stesso Centro. L’interpretazione dei dati presi in esame, inoltre, è del tutto personale, tanto che in alcuni casi gli autori citano studi arrivando a conclusioni opposte rispetto a quelle di chi li ha condotti”.



[Fonte Wired.it]