Seleziona una pagina
lunedì, Mar 29

Vaccino Johnson&Johnson, quando inizieremo a usarlo in Italia?



Da Wired.it :

Una data ufficiale non c’è ancora, ma per Ema le prime dosi dovrebbero arrivare in Europa (e in Italia) dalla seconda metà di aprile

(foto: V-3-8-N-1 da Pixabay)

La campagna vaccinale nazionale anti-Covid prosegue in tutta Europa. Anche in Italia, superata la battuta d’arresto di qualche giorno di AstraZeneca, le operazioni sono tornate a regime, sebbene l’obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno rimanga lontano. Un’accelerata potrebbe venire dal vaccino Johnson&Johnson, approvato (quarto, dopo Pfizer, Moderna e AstraZeneca) lo scorso 11 marzo dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Ma quando arriverà? Una data ufficiale ancora non c’è, ma le prime dosi si attendono dalla seconda metà di aprile.

Aspettando aprile

In base agli accordi stipulati, la casa farmaceutica Janssen (che detiene J&J) dovrebbe fornire all’Unione europea 200 milioni di dosi del suo vaccino. Quantitativo sufficiente a immunizzare 200 milioni di persone, visto che quello di J&J è il primo prodotto che prevede un’unica somministrazione. Questo, unito al fatto che è stabile fino a tre mesi a temperatura da frigorifero, lo rende uno strumento di facile gestione che davvero potrebbe fare la differenza nelle campagne di vaccinazione in ogni parte del mondo.

“Le prime dosi potrebbero essere disponibili entro la fine di aprile, ha affermato di recente la direttrice dell’Ema Emer Cooke, rispondendo alle domande dei giornalisti. Una previsione che conferma quella fatta dal generale e commissario straordinario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, che, intervistato dopo essere stato vaccinato con AstraZeneca, ha indicato come possibile data di consegna in Italia la seconda metà di aprile. “Con una quantità limitata che poi andrà aumentando tra maggio e giugno”, ha precisato. Delle 200 milioni di dosi in arrivo in Europa all’Italia dovrebbero spettarne 27 milioni.

Il vaccino J&J

Quello di J&J non è un vaccino a mRna. L’approccio utilizzato (più simile a quello di AstraZeneca) è quello di sfruttare un adenovirus del raffreddore, modificato perché non possa instaurare un’infezione, per veicolare nelle cellule dell’organismo il gene della proteina spike del coronavirus. Prodotta dalle cellule, la proteina aliena stimolerà il sistema immunitario a produrre anticorpi e poi cellule della memoria per combattere Sars-Cov-2 qualora la persona ne venga in contatto. Come ricordato da Cooke nell’incontro con i media, “il vaccino di Johnson&Johson ha dimostrato di avere un’efficacia al 67% in uno studio con 44mila persone”.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]

Exit mobile version