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venerdì, Giu 21

Vendevano prodotti non disponibili: siti fermati


L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comunicato di aver portato avanti due distinti procedimenti istruttori nei confronti di due siti che commercializzavano prodotti di telefonia che in realtà non avevano (o non avevano più) a catalogo, incassando il denaro del pagamento e poi rallentando o rendendo difficoltose le procedure di risarcimento.

I procedimenti sono stati portati avanti nei confronti delle società Tiger Group S.r.l. e Tecnotrade S.r.l.s., responsabili rispettivamente dei siti tigershop.it e tecnotradeshop.it:

Nello specifico, è stato ordinato alle società di sospendere ogni attività diretta alla vendita di prodotti non disponibili e all’addebito anticipato di corrispettivi per beni che non risultino in giacenza nei magazzini o che non siano comunque pronti per la consegna.

L’AGCM ha spiegato che si attende ora dai due gruppi una comunicazione di avvenuta esecuzione di quanto disposto, il tutto con un tempo massimo pari a 10 giorni. Trattasi di un intervento a tutela del consumatore poiché l’ignaro acquirente ordinava e pagava la merce con facilità, ma poi non la riceveva e si trovava a dover affrontare complesse procedure per il risarcimento e l’esercizio del diritto di recesso.

Cosa succedeva

Quanto succedeva sui siti indicati è quanto descritto all’interno dell’istruttoria del Garante. Ecco alcuni esempi:

  • un consumatore avrebbe acquistato un telefono cellulare sul sito internet del professionista in data 1° febbraio 2019 procedendo contestualmente al pagamento tramite carta di credito. Nonostante l’immediato prelievo della somma pattuita (€725), il bene non sarebbe stato consegnato nonostante i reclami e le richieste rivolte al professionista”;
  • “un acquirente avrebbe ordinato e pagato uno smartphone senza averlo ricevuto. Contattato il professionista, avrebbe ricevuto spiegazioni vaghe e poco credibili circa la ragione del ritardo. Comunicata la volontà di recedere dal contratto, sarebbe ancora in attesa di ricevere il rimborso di quanto versato”;
  • “un altro compratore avrebbe ordinato e pagato due diversi prodotti in data 16 gennaio 2019 e successivamente, trascorsi i termini previsti per la consegna, avrebbe chiesto il rimborso di quanto versato senza tuttavia ottenere alcun riscontro”;
  • “un compratore avrebbe ordinato e pagato uno smartphone Samsung S9. Visto il protrarsi dei tempi di consegna, avrebbe formalizzato al professionista la richiesta di consegna del bene de quo o il rimborso della somma versata non ottenendo alcun riscontro”.

Sono questi solo alcuni dei casi citati all’interno della documentazione AGCM (1 | 2), ma sono esplicativi di quanto può accedere nei meandri dell’ecommerce quando non c’è sufficiente vigilanza e quando l’utenza non segnala gli eventuali disservizi subiti. L’azione dell’Antitrust imporrà ora una maggior aderenza alle regole e vale da eterno consiglio ad acquistare soltanto presso riferimenti affidabili, con comunicazioni trasparenti e con procedure collaudate.





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