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venerdì, Lug 05

Venezia rischiava di essere esclusa dai patrimoni dell’umanità dell’Unesco


La Laguna poteva entrare nella blacklist dell’Unesco, ma i funzionari hanno fatto marcia indietro accogliendo la soluzione dell’attracco delle grandi navi a Marghera

(foto: Simone Padovani/Awakening/Getty Images)

Venezia, per fortuna, rimarrà patrimonio dell’Unesco, ma il timore di un epilogo differente è stato tanto. I funzionari delle Nazioni Unite riuniti a Baku, in Azerbaijan, hanno deciso di non inserire il capoluogo veneto nella blacklist dell’Unesco, dove finiscono tutti i siti che sono in pericolo a causa di conflitti armati, dei processi di industrializzazione, di un’insufficiente manutenzione o di normative lacunose sulla tutela del patrimonio culturale. Al momento ce ne sono 53.

Venezia era sotto osservazione da tempo per via dell’innalzamento del livello del mare, dei troppi turisti, dell’esodo dei residenti e soprattutto delle grandi navi da crociera che arrivano in laguna passando da San Marco.

La buona notizia è stata annunciata dal ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli e dal sindaco della città Luigi Brugnano, secondo il quale la decisione sul salvataggio sarebbe stata adottata all’unanimità.

Venezia è salva

I funzionari riuniti per la 43esima sessione del Comitato per il Patrimonio mondiale avrebbero escluso Venezia dopo aver letto e discusso la lettera con la quale il sindaco Brugnano spiegava cosa intendeva fare la sua amministrazione per tutelare la città patrimonio dell’umanità.

A convincerli sarebbe stato in particolare un passaggio: quello sulle grandi navi. Nel documento, approvato dal ministro Bonisoli, si ipotizzava che le navi non passassero più da San Marco e dal canale della Giudecca, come fanno ora, ma da Lido-Malamocco e Vittorio Emanuele. Si leggeva inoltre che le imbarcazioni più grandi, come le crociere, non sarebbero più arrivate in Laguna ma a Marghera.

Il salvataggio di Venezia è, però, solo temporaneo. Il Comitato discuterà della città nuovamente a febbraio 2020 e, entro quella data, vuole avere più informazioni su questa proposta e capire quando verrà realizzata. Tra sei mesi il governo dovrà inoltre aggiornare i vertici sullo stato del Mose, il sistema di paratie mobili che dovrebbe risolvere il problema dell’acqua alta ed evitare future inondazioni.

Le polemiche

Il fatto che Venezia non sarà inserita nella blacklist dell’Unesco è una bella notizia per l’Italia. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, però, anziché festeggiare, ha polemizzato con la decisione dei funzionari, rei di aver dato per scontato un progetto che – a detta sua – non esiste. “In questi mesi, abbiamo controllato in ogni cassetto del Mit e non abbiamo comunque trovato uno straccio di progetto sul terminal a Marghera. Sia chiaro a tutti, anche all’Unesco, che Marghera non è affatto un’opzione bella e pronta da mettere sul piatto”. E ancora: “Noi stiamo per chiudere su ipotesi progettuali che davvero tengono assieme la salvaguardia della laguna e le esigenze dell’industria turistica. E stiamo lavorando anche a una soluzione di breve-medio termine che possa alleggerire il traffico nella Giudecca. Avrete prestissimo novità”.

Nelle settimane scorse, sia Il Fatto quotidiano che l’ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio hanno affermato che un progetto di questo tipo in realtà esiste. Secondo il giornale diretto da Marco Travaglio, la soluzione con l’approdo a Marghera costerebbe circa 63 milioni di euro e non sarebbe pronta prima del 2023.

Delrio non è entrato così nello specifico, ma ha detto che esiste una relazione di centinaia di pagine, che lui stesso aveva commissionato ai tempi in cui era ministro, dove venivano valutati tutti i rischi e i benefici delle varie opzioni in campo.

La decisione dei funzionari dell’Unesco è stata criticata anche dal Fai. In una lettera inviata al Comitato, il presidente Andrea Carandini aveva specificato che quella di Marghera era solo un’ipotesi e Venezia avrebbe avuto bisogno di ben altre tutele per sopravvivere.

 

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