La Via Lattea, la nostra galassia, con tutta probabilità se la caverà. Ovvero nessuna fusione tra la Via Lattea con la galassia Andromeda, a due milioni e mezzo di anni luce da qui. A metterci al riparo dalla fusione prevista in passato per le due galassie a spirali, sarebbe soprattutto la Grande Nube di Magellano, secondo un gruppo di ricercatori che, grazie alle osservazioni dei telescopi spaziali e al lavoro di supercomputer, ha riletto cosa si cela nella sfera di cristallo della Via Lattea. O meglio, per usare le parole degli stessi scienziati, si è lanciato in un vero e proprio esercizio di escatologia galattica, vale a dire la dottrina che si interroga sul destino delle cose.
La Via Lattea
Prima di entrare nei dettagli – parliamo dei risultati che emergono da uno studio pubblicato di recente sulle pagine di Nature Astronomy – ricordiamo il soggetto principale della nuova ricerca. La Via Lattea è una galassia a spirale, l’oggetto celeste all’interno del quale noi, la Terra, non siamo che un piccolissimo puntino in uno dei suoi bracci. Il disco galattico della Via Lattea, che al suo interno ospita il buco nero supermassiccio Sagittarius A*, si estende per 100 mila anni luce. E’ immersa in un ammasso di galassie (il Gruppo Locale) che a sua volta che, ricorda la Nasa, conta una cinquantina di galassie (secondo alcuni anche un centinaio e più), compresa Andromeda, nota per essere la più grande tra quelle che ci circondano (per modo di dire, considerato che si trova a circa 2,5 milioni di anni luce).
Ma non solo: Andromeda finora era anche nota come la galassia con cui ci saremmo verosimilmente scontrati in futuro, non proprio prossimo: parliamo di un processo che avrebbe avuto inizio tra circa 4 miliardi di anni, secondo le osservazioni del telescopio spaziale Hubble.
Ma non avevamo fatto i conti, non abbastanza, con l’incertezza, spiegano chiaramente da The Conversation due degli autori della nuova ricerca, Ruby Wright e Alexander Rawlings, rispettivamente della University of Western Australia e dalla University of Helsinki. Nuove analisi con nuove considerazioni dunque, compiute a partire dai dati sempre del telescopio Hubble e della missione Gaia dell’Esa (con cui abbiamo mappato la nostra galassia).
Scontro tra Via Lattea e Andromeda? Rifare i conti con le incertezze
“Mentre alcuni lavori precedenti si erano concentrati sull’interazione tra la Via Lattea, Andromeda e la galassia del Triangolo, noi abbiamo incluso anche l’effetto della Grande Nube di Magellano”, ha spiegato in una nota Till Sawala della University of Helsinki, primo autore del paper. Se infatti la galassia del Triangolo ci spinge addosso Andromeda, la Grande Nube di Magellano ce ne allontana, spiegano gli esperti. “E mentre studi precedenti consideravano solo il valore più probabile per ciascuna variabile – riprende Sawala – noi abbiamo eseguito migliaia di simulazioni, il che ci ha permesso di tenere conto di tutte le incertezze osservative”. Le incertezze di cui parla Sawala si riferiscono a quelle su massa, movimento e posizione delle galassie.
Nella metà dei casi la Via Lattea non si scontrerà con Andromeda
E quando i conti e le simulazioni – oltre 100 mila – sono stati rifatti, le previsioni cambiano.Nello specifico: la probabilità che Andromeda e la Via Lattea si scontrino nei prossimi 10 miliardi di anni è di circa il 50%, ma scende al 2% per i prossimi 5 miliardi di anni. “Col tempo, le galassie si fonderebbero per effetto della gravità, formando un’unica galassia più grande, probabilmente ellittica, anziché le spirali che vediamo oggi – in alternativa, continuano Wrigth e Rawlings – Se le galassie non si fondessero, potrebbero stabilizzarsi in un’orbita lunga e lenta l’una attorno all’altra, diventando compagne vicine che non si scontrano mai completamente”.
Lo studio su Nature Astronomy non dà dunque certezze, al contrario. Il messaggio dei ricercatori è che qualsiasi previsione può essere rivista, e che man mano che si aggiungeranno misure più precise si potrà avere un quadro più definito sul futuro della nostra galassia. “E’ chiaro che l’escatologia galattica è ancora agli inizi e che è necessario un lavoro sostanziale prima che il destino finale del Gruppo Locale possa essere previsto con qualche certezza – si legge nelle conclusioni dell’articolo, che chiude con una curiosa assonanza alla celeberrima frase di Marc Twain – Allo stato attuale, le dichiarazioni sull’imminente fine della nostra Galassia sembrano notevolmente esagerate”.