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Al culmine della sua popolarità in Italia, il wrestling professionistico , molto più uno show che uno sport, sotto l’egida dell’impero mediatico WWE, aveva uno dei suoi volti più rappresentativi nel boss Vince McMahon. Succeduto al padre nel 1982 alla guida di quella che allora si chiamava World Wide Wrestling Federation (WWWF), McMahon l’ha trasformata in un’organizzazione praticamente monopolista, assorbendo le realtà rivali e espandendo il business con brand ed eventi come Wrestlemania. Per decenni partecipò anche in prima persona ai vari incontri, sotto l’alias di Mr. McMahon, una specie di versione esagerata di sé stesso, un capo irascibile e violento che non esitava a salire sul ring e licenziare chiunque. A un certo punto, però, di McMahon si sono perse le tracce.

Il motivo della sua scomparsa dalle scene, tuttavia, è piuttosto nota e riguarda le sue controverse vicende giudiziarie. Nell’estate 2022 McMahon ha dovuto dimettersi dal board della WWE dopo che un’indagine interna aveva rilevato comportamenti scorretti, soprattutto legati a risarcimenti legali forniti a chi aveva avanzato contro di lui cause per molestie. Nel gennaio 2023, però, il veterano è ritornato in pista per seguire la fusione della società WWE con l’UFC, la più celebre organizzazione di MMA (mixed martial arts) al mondo, per formare un polo dei combattimenti spettacoli chiamato TKO. Ultima tappa nel gennaio 2024, quando si è dovuto nuovamente allontanare in seguito all’accusa di un’ex dipendente di aver abusato sessualmente di lei e averla ceduta anche ad altri uomini.

A raccontare tutta questa intricata e controversa vicenda sarà una docuserie Netflix intitolata proprio Mr. McMahon, che consiste in sei episodi da un’ora che saranno disponibile sulla piattaforma dal 25 settembre. Creata dal regista Chris Smith (Tiger King) e dal produttore esecutivo Bill Simmons (30 for 30, rinomata saga di documentari sportivi targati Espn), la serie aveva iniziato a ricostruire l’ascesa al successo di Vince McMahon già nel 2020, quindi prima che venissero alla luce i suoi guai giudiziari e con tanto di oltre 200 ore di interviste al diretto interessato, oltre che a membri della famiglia, colleghi e star del wrestling. “Nel corso dei quattro anni di produzione, la storia si è evoluta in modi davvero scioccanti, arrivando al culmine di accuse estremamente gravi”, ha dichiarato Smith: “Il prodotto finale è un documentario rivelatore che crediamo offra un ritratto ricco e sfaccettato dell’uomo e dell’eredità che si è lasciato alle spalle”.



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