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giovedì, Ott 03

Virgin Galactic, tre ricercatori italiani a bordo dello spazioplano


A Washington siglato l’accordo tra l’Aeronautica militare italiana e la società britannica. Lo scopo del volo suborbitale: fare ricerche sulle reazioni del corpo umano al passaggio di gravità

virgin galactic
(foto: Virgin Galactic)

Tre ricercatori italiani voleranno sullo SpaceShipTwo della Virgin Galactic, che intanto continua spedita i suoi test per portare turisti sui voli suborbitali. Questo è quanto hanno deciso ieri a Washington l’Aeronautica militare italiana e la società del magnate inglese Richard Branson. Non sarà di certo una gita, ma un viaggio di ricerca per sfruttare i pochi minuti di gravità zero e indagare le reazioni fisiologiche del corpo al passaggio dalla gravità alla microgravità.

Come annunciato dalla Virgin Galactic, questa è la prima volta che un ente governativo finanzia un volo umano per scopi scientifici su un veicolo spaziale commerciale. E Maurizio Greganti, funzionario vicario dell’Ambasciata italiana negli Usa, non nasconde la propria contentezza: “L’accordo non è che il risultato di una cooperazione tra le istituzioni spaziali italiane e americane di lunga data”.

La missione, pensata per partire già nel 2020, userà lo SpaceShipTwo, mezzo concepito sia per scopi turistici che di ricerca. Agganciata all’aereo di traino Vms Eve, lo spazioplano raggiungerà la quota di 50 chilometri, dove si staccherà dal modulo di lancio e accenderà i motori per salire fino a circa 80 chilometri di altitudine: lì il viaggiatore può apprezzare distintamente la curvatura terrestre.

Spenti i motori, ai tre ricercatori basterà slacciare le cinture e approfittare dei pochi minuti di microgravità. Con l’aiuto della strumentazione medica, saranno protagonisti di alcuni esperimenti sulle reazioni del corpo umano a un simile passaggio di condizioni di gravità. Gli specialisti dell’Aeronautica e il team di Virgin Galactic stanno lavorando in collaborazione col Cnr proprio per mettere a punto il complesso di esperimenti.

Virgin Galactic, oltre al passaggio suborbitale, si occuperà dell’addestramento degli specialisti e del supporto in loco alle strumentazioni sperimentali prima del volo. Non è la prima volta che la compagnia trasporta carichi con scopi di ricerca, come già ha fatto per il programma Nasa Flight Opportunities. E non è neppure la prima collaborazione con un ente italiano: nell’estate dell’anno scorso Virgin Galactic aveva siglato un accordo con l’Agenzia spaziale italiana e l’azienda pugliese Sitael, la più grossa azienda privata italiana che opera nel settore spaziale. L’obiettivo: costruire un razzo a scopi di ricerca suborbitale e lanciarlo dal futuro spazioporto di Grottaglie (in provincia di Taranto).

Intanto alla Virgin Galactic continuano a lavorare per portare i primi turisti nello spazio e permettere loro di sperimentare l’assenza di gravità, un volo sopra tutte le altitudini. La SpaceShipTwo, presentata nel febbraio del 2016, ha già fatto il suo quarto test di volo nel dicembre dello scorso anno, e nonostante il tragico incidente del suo predecessore, Vss Enterprise, il 31 ottobre 2014, in cui un pilota morì e l’altro rimase ferito, l’idea del volo suborbitale miete un certo successo (tra chi se lo può permettere): già 600 sono i posti prenotati a bordo per i prossimi anni, per un totale di 80 milioni di dollari.

Ma la corsa di Virgin Galactic non è solo allo spazio: per finanziare i propri progetti l’azienda inglese nel luglio di quest’anno è diventata la prima società per viaggi spaziali quotata in borsa.

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