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mercoledì, Gen 11

Virgin Orbit: fallito il primo lancio orbitale dal Regno Unito a causa di un guasto

da Hardware Upgrade :

La serata di ieri sarebbe dovuta essere un momento storico in ambito spaziale con il primo lancio orbitale compiuto dal Regno Unito a opera di Virgin Orbit. Purtroppo le cose non sono andate come previsto e la missione Start Me Up si è conclusa con una perdita del carico utile e del vettore (mentre l’aeroplano di supporto non ha subito alcun danno).

L’approccio della società, non direttamente collegata a Virgin Galactic (che sta riscontrando anch’essa dei problemi), proprio per la scelta di utilizzare un lancio attraverso un razzo collocato sotto l’ala di un aeroplano è particolarmente versatile consentendo portare in orbita carichi utili da diverse parti nel Mondo (ovunque ci sia una pista di decollo idonea). Chiaramente questo comporta alcune problematiche oltre a quelle legate all’affidabilità del vettore stesso.

Virgin Orbit fallisce il primo lancio orbitale dal Regno Unito

La missione è iniziata con il decollo del Boeing 747 chiamato Cosmic Girl dallo Spaceport Cornwall nel sud del Regno Unito alle 23:02 di ieri (ora italiana). Questa è stata la sesta missione per Virgin Orbit ma la prima da un territorio diverso dagli Stati Uniti con un’importanza strategica non solo per la società stessa ma anche per il governo del Regno Unito permettendo di avere la possibilità di lanciare dal proprio territorio smarcandosi così dall’ESA (e dal suo spazioporto in Guyana Francese).

virgin orbit

Come previsto il grande aeroplano con il razzo collocato sotto l’ala ha raggiunto la zona di cielo sopra l’Oceano Pacifico per permettere un lancio in sicurezza. Questo è avvenuto intorno alle 0:11 di oggi (ora italiana) con il rilascio del razzo spaziale multistadio LauncherOne. Tutto sembrava procedere come previsto nei primi minuti.

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L’accensione del primo stadio è avvenuta correttamente portando il razzo nello Spazio (oltre i 100 km di quota) pronto a entrare in orbita. Come riportato ufficialmente dalla società in un comunicato, dopo l’accensione del secondo stadio il sistema ha subito un’anomalia “ponendo fine alla missione prematuramente” quando la velocità raggiunta era superiore ai 17700 km/h.

La società ha tentato di minimizzare dichiarando che nonostante il fallimento la collaborazione con l’agenzia spaziale del Regno Unito, la Royal Air Force, l’autorità per l’aviazione civile, l’FAA e la NRO è stata positiva. Sono andati persi nove satelliti di piccole dimensioni (Cubesat) che sarebbero dovuti essere rilasciati in un’orbita eliosincrona (SSO) a circa 555 km di quota. Il carico utile comprendeva la coppia di satelliti Prometheus-2 del Ministero della Difesa UK, due unità conosciute come CIRCE (collaborazione UK-USA) e i satellite DOVER, ForgeStar-0, IOD-3 AMBER, STORK-6 e AMAN.

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Dan Hart (CEO di Virgin Orbit) ha dichiarato “sebbene siamo molto orgogliosi delle molte cose che abbiamo raggiunto con successo come parte di questa missione, siamo consapevoli di non essere riusciti a fornire ai nostri clienti il servizio di lancio che meritano. Essendo la prima volta per una missione di questo tipo ha aggiunto livelli di complessità che il nostro team ha gestito professionalmente; tuttavia, alla fine un guasto tecnico sembra averci impedito di raggiungere l’orbita finale. Lavoreremo instancabilmente per comprendere la natura del guasto, intraprendere azioni correttive e tornare in orbita non appena avremo completato un’indagine completa e un processo di revisione della missione”.


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