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martedì, Dic 17

Vladimir Putin usa ancora Windows XP, nel 2019


Foto pubblicate dal Cremlino rivelano che il presidente utilizza ancora un sistema operativo antiquato, per il quale Microsoft non pubblica più aggiornamenti di sicurezza. Ma non era il paese degli hacker?

L’ufficio di Putin nella residenza di Novo-Ogaryovo (foto: Kremlin.ru)

Un paradosso: gli agenti russi saranno anche – e spesso – accusati di operazioni di hackeraggio in tutto il mondo, ma il loro presidente, Vladimir Putin, sembra invece quasi ignaro dei rischi della sicurezza informatica. Secondo quanto riporta il sito web russo Open Media, Putin userebbe ancora il sistema operativo Windows Xp, per il quale Microsoft ha smesso di rilasciare regolari aggiornamenti dal 2014. La stessa società tecnologica statunitense aveva avvertito gli utenti che i computer che eseguono questo sistema sono “vulnerabili a rischi e virus per la sicurezza”.

La scoperta è avvenuta grazie all’analisi di alcune fotografie rilasciate dal servizio stampa del Cremlino, dove si notava Putin seduto al computer con questo sistema operativo installato e le torri del palazzo presidenziale come sfondo del desktop. Sempre secondo quanto scrive Open Media, Mikhail Klimaryov, direttore esecutivo della Internet Protection Society (società indipendente di protezione di internet in Russia), ha confermato che sui computer di Putin è istallato Windows Xp e che molto probabilmente il presidente non può utilizzare la versione più recente di Windows, poiché non ha superato la certificazione del Servizio federale per il controllo tecnico e delle esportazioni (Fstec). In altre parole, significa che secondo i servizi speciali russi non è sicuro procedere all’installazione delle versioni successive di Windows.

Come spiega il sito, citando specifici documenti del ministero della Difesa della Russia, Windows Xp è l’ultimo sistema operativo Microsoft che è stato certificato per l’uso dalle agenzie governative russe. Il più recente –Windows 10 – infatti, è approvato solo per i dispositivi che non contengono segreti di stato, casistica che non sembrerebbe applicarsi ai computer di Putin. La versione Xp, tuttavia, è rimasta in uso solo nel 1,3 per cento dei computer in tutto il mondo e, nonostante la società pubblichi occasionalmente aggiornamenti di sicurezza critici, di cui l’ultimo lo scorso maggio, questo non previene totalmente dal rischio di attacchi hacker pericolosi.

La contraddizione di Mosca

Una contraddizione bella e buona, se si pensa che Cremlino sta gradualmente eliminando Microsoft e Google sui computer governativi a favore del software del sistema operativo nazionale Astra Linux e di browser domestici come Yandex. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta il Guardian, non ha commentato quando gli è stato chiesto perché Putin continui a utilizzare un sistema operativo Microsoft così antiquato. Un silenzio che può far sorridere, quando la Russia si candida nel mondo come uno dei paesi che cerca sempre più di stabilire il controllo sulla tecnologia legata a internet. Non a caso il Cremilno ha anche vietato di recente la vendita di smartphone che non contenessero app progettate in Russia. E non solo: lo scorso febbraio è stata approvata una legge che, di fatto, conferisce a Mosca il potere di disconnettere il paese dalla rete globale.

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