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martedì, Ago 02

VMware non annuncerà i prezzi di vSphere+, ma restano le limitazioni: almeno 16 core e perdità di funzionalità al termine dell’abbonamento

da Hardware Upgrade :

In quello che sembra un paradosso non solo linguistico, VMware ha annunciato che non annuncerà i prezzi di vSphere+ e vSAN+, i servizi ad abbonamento che aveva lanciato a giugno. L’azienda ha infatti comunicato che i prezzi non saranno divulgati pubblicamente e che saranno solo i partner a possedere tali informazioni. Ci sono, però, novità su come funzioneranno le licenze: gli abbonamenti partiranno da un minimo di 16 core per CPU e avranno una parte a consumo.

VMware non annuncia i prezzi di vSphere+ e vSAN+

La novità sostanziale di vSphere+ e vSAN+ è data dal fatto che, contrariamente ai vSphere e vSAN tradizionali, si tratta di servizi ad abbonamento per i quali non è possibile ottenere una licenza perpetua. Tale abbonamento include pressoché tutti i prodotti di VMware, inclusi Tanzu, NVIDIA GRID vGPU, l’hypervisor, gli strumenti di backup, gli strumenti vMotion e così via. VMware aveva comunicato, durante la conferenza di annuncio, che i prezzi sarebbero stati annunciati in seguito, ma ha ora fatto una parziale retromarcia, affermando che non li renderà pubblici. Non è stato comunicato il perché di questa decisione.

VMware ha però comunicato che ci saranno delle limitazioni. Sarà infatti possibile acquistare abbonamenti per un minimo di 16 core per ciascuna CPU (e ciò significa che pagherà licenze per 16 core anche chi dovesse usarle con server fisicamente dotati di meno di 16 core per ciascuna CPU) e bisognerà pagare in anticipo per periodi di uno, tre o cinque anni. L’acquisto di tale abbonamento risulta però essere il minimo: nel caso in cui i clienti di VMware dovessero usare più di quanto incluso nell’abbonamento, dovranno pagare una quota con fatturazione oraria in aggiunta all’abbonamento. È interessante notare come sia possibile acquistare solo licenze per un massimo di 32 core per CPU, cosa che sembrerebbe far sì che le CPU di ultima generazione con più di 32 core fisici finiscano sempre per generare fatture di consumo orario. vSAN+ sarà poi venduto come aggiunta a vSphere+ e non sarà, dunque, acquistabile a parte.

Come avevamo scritto all’annuncio dei nuovi servizi, per passare a vSphere+ e vSAN+ bisogna rinunciare alle licenze perpetue di vSphere e vSAN. VMware offrirà uno sconto alle aziende che effettueranno il passaggio, e sembra che tale sconto si applichi all’intero primo ciclo di abbonamento, nel caso in cui questo sia di tre o cinque anni. VMware specifica comunque che sarà possibile fare il passaggio in qualunque momento e aggiungere nuove macchine in momenti diversi. Il mancato rinnovo dell’abbonamento comporta la perdita completa delle funzionalità; in altri termini, smettere di pagare significa non poter più usare i propri server.

Sarà possibile avere macchine sia con vSphere, sia con vSphere+ nel proprio ambiente, ma bisognerà gestirle con strumenti differenti (rispettivamente vCenter con licenza perpetua e vCenter con licenza ad abbonamento). Non sarà possibile, invece, far coesistere vSAN e vSAN+, e sarà necessario scegliere tra i due.

Il modello ad abbonamento: un vantaggio per chi?

Cercando in Rete è possibile scoprire che il prezzo di vSphere+ per singolo core sarà di 140$ per un anno, di 300$ per tre anni e 500$ per cinque anni. Tali prezzi sembrano scendere a 80$ per un anno e 330$ per un anno nel caso si effettui il passaggio da una licenza perpetua di vSphere. Ci aspettiamo che i prezzi per il mercato europeo siano molto simili, se non superiori per via del differente regime fiscale.

Normalmente si dice che il modello ad abbonamento permette di ottenere risparmi significativi, perché consente di pagare solo per quello che effettivamente si usa. Ciò non sembra, però, essere vero per i nuovi servizi di VMware: i clienti si impegnano infatti a pagare un minimo, sopra il quale è necessario effettuare ulteriori pagamenti mensili; il massimo arbitrario di 32 core rende poi, come detto, particolarmente complesso gestire server con un grande numero di core, caso sempre più frequente. Se il cliente usa meno del minimo, però, non pagherà meno. Non è nemmeno presente un sistema di notifica nel caso in cui si vada oltre il minimo, come spiegato nei documenti ufficiali. Questa politica, dunque, sembra favorire esclusivamente VMware e non sembra fornire particolari vantaggi ai clienti.

Con l’acquisizione da parte di Broadcom nel proprio futuro, VMware non sembra intenzionata a dissipare i dubbi e le incertezze che la circondano da qualche tempo; il nuovo modello di licenza appare sufficientemente arzigogolato e distante dalle politiche tradizionali dell’azienda. Resta da vedere, ora, come reagiranno i clienti.

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