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mercoledì, Mag 24

Voli brevi, lo stop della Francia non serve a niente | Wired Italia



Da Wired.it :

In Francia è entrata in vigore la legge che vieta i voli brevi per le destinazioni raggiungibili con 2 ore e mezza di treno. È la prima misura di questo tipo al mondo, nata da un’esplicita richiesta della popolazione francese tramite la Convenzione dei cittadini sul clima, lanciata dal governo di Parigi per dare alla cittadinanza la possibilità di formulare vere proposte di legge sul tema. Ma il suo effetto, a causa delle forti limature imposte dai gruppi di pressione del settore, è praticamente nullo.

Il provvedimento rientra in un pacchetto di misure volto a ridurre le emissioni di gas serra del paese, regolamentando un settore che contribuisce al 4% delle emissioni totali europee, di cui una parte consistente proveniente proprio dai voli brevi. A livello globale l’81% di queste emissioni è generato dal trasporto passeggeri e il 33,3% dai voli a breve percorrenza.

La situazione:

  1. Le modifiche
  2. Le tratte
  3. I prerequisiti

Le modifiche

Ma il nuovo divieto, la cui entrata in vigore è stata annunciata il 24 maggio su Twitter da Clement Beaune, ministro dei Trasporti, al di là del suo valore simbolico non serve praticamente a nulla. La proposta originale, infatti, chiedeva la messa a terra di tutti i voli per destinazioni raggiungibili in 4 ore con i treni, ma il presidente francese Emmanuel Macron ha immediatamente ridotto questo limite a 2 ore e mezzo.

In più, da quando è approdata all’Assemblea nazionale, cioè il parlamento francese, è stata ulteriormente limata nella sua efficacia. Con l’introduzione di numerose clausole ed eccezioni il divieto è stato ridotto a solo tre tratte aeree, cioè quelle tra l’aeroporto di Parigi Orly e gli aeroporti di Nantes, Lione e Bordeaux.

Le tratte

Come si nota nel testo del decreto, infatti, il divieto non riguarda tutti i collegamenti percorribili in treno in 2 ore e mezza e una lunga serie di condizioni ne limitano la portata anche rispetto alle poche tratte che sarebbero rientrate nel provvedimento.

Per esempio, una delle clausole prevede che il viaggio debba “essere effettuato tra le stazioni che servono le stesse città dei rispettivi aeroporti interessati. Tuttavia, se il più importante tra i due aeroporti, in considerazione del traffico medio registrato negli ultimi sette anni, è direttamente servito da un servizio ferroviario ad alta velocità, la stazione presa in considerazione […] sarà quella dell’aeroporto e non quella cittadina.

I prerequisiti

In altre parole, la legge non può essere applicata in tutte quelle città che hanno aeroporti lontani dal centro e per cui si impiegherebbero più di due ore e mezzo di treno per raggiungerli, partendo dall’altra città. Come nel caso dell’Aeroporto di Charles de Gaulle. Va da sé che questa clausola riduce notevolmente il numero di collegamenti brevi coinvolti, perché esclude molte situazioni presenti nelle grandi città.

Inoltre, perché i voli brevi possano essere lasciati a terra la legge prevede che il collegamento tra queste le due stazioni debba avvenire senza cambi ed essere disponibile più volte al giorno a orari adeguati, per un minimo di otto ore di attività quotidiana durante tutto l’anno. I soli collegamenti ferroviari che rispettano questi parametri sono quelli già elencati tra Parigi e Nantes, Lione e Bordeaux, dove i collegamenti aerei non sono attivi già da tempo.

Nel frattempo però, tutti i voli brevi in partenza dall’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle verso Nantes, Lione e Bordeaux restano attivi, così come ogni altro collegamento breve nel resto della Francia. Infine, sempre grazie alle pressioni esercitate dalle compagnie aeree, il divieto resterà in vigore per solo 3 anni. Di fatto, a queste condizioni ci si aspetta un impatto sul clima e sulla riduzione delle emissioni dei voli pari a zero.





[Fonte Wired.it]