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venerdì, Dic 13

Watchmen, 5 modi in cui la serie tv ha rivoluzionato i fumetti


ATTENZIONE: SPOILER! Mentre ci si avvicina alla conclusione, è sempre più chiaro che il grande titolo Hbo non ha solo remixato molti elementi della graphic novel orginale, ma ha anche introdotto cambi retroattivi notevoli

ATTENZIONE: possibili spoiler sugli episodi di Watchmen

Fin da subito è stato chiaro che Watchmen, la serie televisiva firmata da Damon Lindelof e prodotta da Hbo (da noi invece va in onda su Sky Atlantic), non sarebbe stata un adattamento pedissequo del fumetto da cui è tratta. Anzi, lo stesso autore aveva dichiarato fin da subito, pur considerando quell’opera originale un canone assoluto, di voler mettere in scena una storia nuova, pur ambientata nella stessa realtà molti anni dopo gli eventi già raccontati. Col passare degli episodi, l’impressione di un vero e proprio remix degli elementi iniziali, pensato per raccontare i problemi fondamentali della società di oggi (in primis la tensione razziale e la manipolazione cospiratoria), si fa sempre più forte, tanto che alcune delle scelte narrative dell’adattamento televisivo in qualche modo riscrivono retroattivamente ciò che è accaduto nei fumetti (con buona pace di Alan Moore, da subito contrario a questa produzione). Ecco gli elementi che più si discostano dall’opera grafica e che hanno segnato una nuova narrazione avvincente e originale sul piccolo schermo.

1. L’attacco a New York

Nel finale del Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, uno dei componenti del gruppo di supereroi, l’ambizioso e vanesio Ozymandias, alias Adrian Veidt, concepisce un piano per evitare l’apocalisse nucleare, che potrebbe originarsi dalle tensioni della Guerra fredda: scaglia, infatti, un mostro geneticamente modificato sulla città di New York, decimandone la popolazione e spingendo i grandi della Terra a rinunciare alla propria rivalità per concentrarsi contro un’ipotetica comune minaccia aliena. Il piano machiavellico dovrebbe portare, in teoria, a un mondo di pace e prosperità.

Nella serie di Lindelof, invece, vediamo che le cose non stanno esattamente così. L’umanità ha certamente sviluppato un certo grado di progresso: non ci sono internet né smartphone, ma tutta l’energia utilizzata sembra essere pulita e derivante dalla tecnologia messa a punto dal Dottor Manhattan. Eppure, mentre i supereroi sono stati dichiarati fuori legge, a mettersi la maschera sono i poliziotti, dopo che un gruppo di suprematisti bianchi – chiamato Settimo Cavalleria – attenta alla loro vita in seguito a delle leggi di riparazione che sono state emanate in favore delle persone di colore i cui avi avevano subito segregazione e violenze. Insomma, la tensione sociale è alle stelle e il mondo pacifico immaginato da Ozymandias non è mai venuto alla luce.

2. I diari di Rorschach

Uno dei colpi di scena finali dell’opera grafica, in seguito alla realizzazione del piano di Ozymandias, riguardava i diari di Rorschach. L’antieroe mascherato, infatti, aveva inviato i suoi scritti, in cui si rivelava nel dettaglio i piani di Veidt, a diversi giornali e sembrava appunto che queste rivelazioni dovessero essere rese note pubblicamente. La serie, invece, pare sventare questa eventualità, derubricandole a teorie della cospirazione; anzi, assistiamo proprio a una registrazione in cui è lo stesso Veidt a rivelare al futuro presidente Redford le sue intenzioni, proprio il giorno precedente all’attacco (questa rivelazione manda in crisi Wade alias Specchio, cresciuto nel terrore di un eventuale altro attacco alieno).

Il risvolto interessante qui, che si discosta dal materiale originale, è che Rorschach ha in qualche modo avuto lo stesso un’influenza con le sue azioni, fornendo l’ispirazione per le maschere del Settimo Cavalleria. L’associazione terroristica, in realtà, è solo un pretesto per assecondare la sete di potere del senatore Joe Keene, il quale mira a diventare presidente e ha raggiunto un accordo con il capitano di polizia Judd Crawford per mantenere una tregua fra le due fazioni. Ben presto si scopre che i piani di Keene non sono rivolti alla vendetta razziale, ma lui stesso vuole eliminare il Dottor Manhattan e prenderne il posto.

3. Giustizia Mascherata

Giustizia Mascherata è fra i primi giustizieri mascherati a comparire nella cronologia dei fumetti di Watchmen, avvolto da un fitto mistero per quanto riguarda la sua identità, ma anche dotato di abilità straordinarie, tanto che Capitan Metropolis lo volle come membro dei Minutemen, ossia il primo gruppo di supereroi della saga. Di lui non si sa poco e niente, tranne che iniziò a un certo punto una relazione con la prima Spettro di Seta, dopo averla salvata dallo stupro del Comico, il quale però, in quell’occasione, lo accusa velatamente di essere omosessuale e sadico. La serie Hbo, in qualche modo, riprende questi temi, ma fa molto di più svelando un’identità assolutamente inedita: dietro le vesti di Giustizia Mascherata si nasconderebbe William Reeves.

Si tratta del bimbo di colore che nelle primissime scene sopravvive al massacro di Black Wall Street e che poi vediamo praticamente centenario come in versione nonno di Angela/Sorella Notte, nonché responsabile della morte del capitano Crawford. Nella puntata Questo essere straordinario scopriamo che, entrato in polizia, Will da giovane subisce episodi di razzismo che corrompe anche le forze dell’ordine e decide di agire al di sopra di essa mascherandosi. È la moglie (l’anziana donna che poi tenta di recuperare la piccola Angela in Vietnam) a suggerirgli di dipingersi il contorno occhi di bianco per celare le sue origini afroamericane. È proprio lui a sventare i primi piani dell’associazione di primatisti bianchi Ciclope e questo senza nemmeno l’aiuto di Capitan Metropolis, divenuto suo amante ma senza mai dargli sostegno fino in fondo. Nero e omosessuale, Giustizia Mascherata riceve così un’identità del tutto sovversiva rispetto al canone, ma che dà nuova profondità a questa trama inedita.

4. Dottor Manhattan

La serie Watchmen gioca costantemente con questo tema delle identità inaspettate e lo fa anche con Dottor Manhattan. L’entità semidivina è evocata più volte nei primi episodi, ma in modo da suscitare il sospetto che la sua presenza sarà sempre evocata e ma mai mostrata. D’altronde, alla fine dei fumetti, il supereroe dalla pelle blu si ritira in esilio volontario su Marte deluso dall’umanità che aveva tentato di proteggere. L’adattamento televisivo, invece, prende un’altra strada, considerando l’esilio marziano un semplice diversivo: nascondendosi sempre, infatti, Doctor Manhattan non è altri che Cal Abar, il marito di Angela, che proprio per amore della donna rinuncia alla propria onniscienza grazie a un dispositivo messo a punto da Adrian Veidt.

Da una serie di flashback nell’ottavo episodio (Un dio entra in un bar), capiamo che l’essere divino incontra Angela in un bar in Vietnam e inizia con lei una storia d’amore non prima di rivelarle che, in tutti quegli anni, era rimasto su Europa, un satellite di Giove, intento a creare un nuovo paradiso terrestre, formando la vita da zero e plasmando dei novelli Adamo ed Eva (vedi sotto). Dottor Manhattan profetizza alla donna che passeranno dieci anni insieme prima di un evento tragico che li separerà e i due, in seguito a una lite che sembrava definitiva, rimangono uniti solo perché lui rinuncia ai suoi poteri, vivendo dunque con le sembianze e la capacità umane di Cal. Questo fino esattamente a dieci anni dopo, quando il Settimo Cavalleria ha intenzione di distruggerlo: Angela rimuove con violenza il dispositivo e Dottor Manhattan ritorna se stesso, poco prima però di essere catturato dai terroristi e, chissà, forse anche distrutto.

5. Ozymandias

Anche il personaggio di Adrian Veidt/Ozymandias (un allucinato Jeremy Irons) prende una piega decisamente diversa da quella che ci si aspetta nei fumetti. Come anticipato, mette in atto la strage di New York, secondo lui a fin di bene; eppure – in linea con i fumetti – nessuno saprà mai che il “merito” di questo piano per la pace geniale è suo. Infatti, anche nella serie lo vediamo decenni dopo l’accaduto ancora nella sua base in Antartide: quando Dottor Manhattan gli fa visita è frustrato dalla reclusione e dal fatto che nessuno gli porga i giusti tributi, mentre deve continuare di tanto in tanto a sparare sulla Terra i piccoli calamari che ricordano l’invasione di tanti anni prima. Il vecchio amico-nemico, allora, gli propone una possibilità di fuga che spiega la sua bizzarra storyline fino a questo punto della serie.

Fin dal primo episodio, infatti, vedevamo Veidt abitare in un castello all’inglese e disporre a suo piacimento di una serie di cloni, un uomo e una donna sempre identici, pronti a fare di tutto per lui. L’uomo tenta anche di scappare da quella sua prigione dorata, usando mezzi altrettanto strampalati, ma fallisce puntualmente e alla fine viene anche rinchiuso dal severo Guardiacaccia. Grazie alla ricostruzione della storia di Dottor Manhattan, scopriamo che Veidt è in realtà proprio su Europa, dove ha accettato di godere della nuova dimensione idilliaca creata dal dio blu (l’uomo e la donna che vengono clonati non sono altri che la coppia di nobili che aveva salvato il giovanissimo Jon Osterman dall’Olocausto, e il Guardiacaccia è il primissimo clone creato da Manhattan). Frustrato ancora una volta dalla solitudine, Veidt cerca di fuggire dalla sua prigionia cosmica: nell’ultimo episodio si scoprirà se la sua eventuale evasione rientra in effetti nei piani dello stesso Manhattan, proprio nel momento del suo sacrificio ultimo.

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