Seleziona una pagina
sabato, Set 07

WeWork, la quotazione dell’unicorno dei coworking è in salita


WeWork ha deciso di abbassare da 47 a 20 miliardi di dollari la valutazione della compagnia in previsione del suo debutto in Borsa. Come gli altri unicorni quotati quest’anno sconta l’incertezza degli investitori a causa delle alte perdite.

US-IT-SECTOR-TREND-STARTUPS
(Foto: Getty Images)

La strada verso Wall Street si fa più accidentata per molti unicorni della Silicon Valley che, nonostante i fatturati, restano indebitati e continuano a perdere denaro. L’ultima azienda a dover fare i conti con questa situazione è WeWork, il colosso mondiale delle soluzioni per il coworking, che ha deciso rivedere al ribasso la valutazione di mercato puntando tra i 20 e i 25 miliardi di dollari per il suo debutto in Borsa, che dovrebbe arrivare entro la fine del 2019.

Come si legge su Cnbcla nuova cifra è ben inferiore rispetto alla valutazione precedente basata sui 47 miliardi di dollari raccolti fin qui dalla startup californiana, e nei quali sono confluiti anche i 6 miliardi complessivi investiti da SoftBank, il principale sostenitore della compagnia, in due distinti round di finanziamento.

E le ragioni di un simile taglio della valutazione sarebbero legate soprattutto al fatto che gli investitori non vedono la possibilità che il business della compagnia possa diventare redditizio nel breve periodo. Del resto, come riporta Bloomberg, soltanto nel 2018 WeWork ha registrato 1,7 miliardi di dollari di perdite su 1,8 miliardi di vendite, e gli analisti della compagnia stimano che un tasso di crescita del 28% sul fatturato possa verificarsi verso il 2024.

L’amministratore delegato Adam Neumann sa che la sua non è l’unica società a non avere i bilanci in attivo, ma vuole rimarcare comunque delle differenze. Per questo punta il dito verso Uber e Lyft come esempi di aziende che invece stanno pagando delle conseguenze per aver messo in atto modelli di crescita ad ogni costo, riporta ancora Bloomberg. Anche i due colossi del trasporto privato, inoltre, avevano dovuto rivedere al ribasso la loro valutazione al momento del debutto a Wall Street proprio a causa degli stessi timori avanzati dagli investitori sulle possibilità di rendimento di quelle compagnie.

E la cosa continua a preoccupare anche oggi, dato che nei bilanci trimestrali presentati il mese scorso Uber ha registrato perdite per oltre 5 miliardi di dollari per costi operativi e le sue azioni, così come quelle di Lyft, scambiano a livelli che sono inferiori del 30% rispetto a quelli della loro quotazione.

Potrebbe interessarti anche





Source link