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martedì, Ott 26

Wired che cosa c’è nel nuovo sito?



Da Wired.it :

L’ultima volta che abbiamo cambiato radicalmente il sito era la fine del 2013. Wired Italia era nato quattro anni prima, nel 2009, ed era soprattutto un magazine (sì, certo, aveva anche un sito ma era per lo più per prassi). Tutto ruotava attorno al prodotto di carta, i flussi di lavoro tra magazine e digitale erano totalmente separati e autonomi e l’unico (o quasi) obiettivo di chi era online era capire come funzionava la Seo o i social network (esisteva ancora FriendFeed!!!) per produrre contenuti che generassero un traffico sempre più grande. Oggi guardiamo quel periodo come più o meno si ricorda un telefono a gettoni. Nel 2013, infatti, ci ponemmo una semplice domanda: Wired può esprimere tutto il suo potenziale giornalistico solo attraverso la carta? La risposta fu scontata.

Iniziammo così un percorso – che mai terminerà – per trasformare quello che era “solo” un giornale in un brand di informazione capace di soddisfare (con indipendenza, autorevolezza e – aspetto non meno importante – sostenibilità economica) le esigenze dei suoi principali interlocutori: le persone. Lo facciamo ogni giorno con tanti prodotti e svariati servizi. Perché siamo in un mercato dell’attenzione e per catturare quella dei lettori/utenti non ci si può limitare a una sola soluzione.

La prima tappa di questo cambiamento fu quel sito di dicembre 2013 (seguirono tanti aggiornamenti ma mai cambi profondi come questa volta) e, senza annoiarvi troppo ripercorrendo tutto il viaggio fino a oggi, negli anni abbiamo aggiunto molti pezzi a quell’ecosistema informativo che oggi è diventato Wired Italia: dal Wired Next Fest (a Milano e a Firenze) al nuovo formato del magazine, dal tabloid (allegato del giornale dedicato a un’utenza professionale) a Wired Health (evento dedicato all’innovazione nel mondo della salute giunto quest’anno alla quarta edizione), da Wired Trends (ciclo di conferenze che teniamo dal 2017 per tracciare le tendenze dei 12 mesi successivi) fino a Wired Consulting, la nostra divisione per la fornitura di servizi e contenuti ad aziende partner.

A tenere insieme tutti questi progetti è stato sempre il nostro sito che negli anni non solo ci ha aiutato ad amplificarli, ma anche a costruirli e a ospitarli come accaduto soprattutto dall’inizio della pandemia.

Già, la pandemia. Per Wired – come per chiunque faccia informazione nel mondo – è stato un importante stress test. Per due motivi: 1) giornalistico e 2) di sistema.

  1. L’autorevolezza su cui avevamo investito negli anni precedenti ci avrebbe consentito di emergere in un periodo nel quale tutti si informavano online a caccia di notizie che avevano un impatto rilevante sulla loro vita, in uno scenario nel quale su temi scientifici si è detto tutto e il suo contrario?
  2. Il sistema Wired – fatto, come detto, di molte parti: sito, magazine, eventi, consulenza – avrebbe resistito ai cambi di paradigma a cui abbiamo assistito dall’inizio del 2020 e alle tante limitazioni che la pandemia ci ha imposto? Sarebbe stato possibile, per esempio, trasformare tutti gli eventi fisici in appuntamenti digitali, mantenendo qualità (nostra), attenzione (delle persone) e investimenti (delle aziende partner)?



[Fonte Wired.it]