Seleziona una pagina


Nel film, non solo i defunti, ma anche i viventi – seppur “irraggiungibili”, per una malattia o semplice lontananza geografica -, possono diventare simulazioni di Wonderland, anche a propria insaputa. In Wonderland non è la coscienza di un individuo a venire caricata in cloud e diventare immortale: sono i suoi dati e i ricordi a venire elaborati (come in Caprica, per intenderci) per creare una versione digitale senziente molto vicina all’originale, che impara ed evolve. Wonderland si iscrive nel genere della soft Sci-fi ma il regista e sceneggiatore Kim Tae-yong (Memento Mori, Last Autumn) non bazzica il genere con l’intento di interrogarsi sui limiti della tecnologia; è più interessato a fare di Wonderland una disamina delle relazioni e della loro mutevolezza. Nel farlo (lo fa avvalendosi di buoni effetti speciali che non stonano con la fotografia calda e soffusa da rom-com) finisce inevitabilmente per tangere il discorso sulla presenza dell’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.

Wonderland il kmovie su Netflix indaga il legame tra intelligenza artificiale ed elaborazione del lutto

È evidente che la sceneggiatura è stata più volte rimaneggiata, accorciata, stravolta, portando a qualche pasticcio, discontinuità e incoerenza. Sembra quasi che il film sia stato concepito a episodi, come una miniserie, e poi sia stato tagliuzzato e ricucito per diventare un lungometraggio. Sicuramente, una durata maggiore in grado di consentire l’approfondimento della parte tech e di spiegare i retroscena di alcune relazioni avrebbe giovato. Tuttavia, ciascuna delle tre linee narrative principali offre spunti interessanti: Jung-in deve fare i conti con il divario caratteriale tra i due Tae-ju (quello virtuale è esattamente come lo ricorda, quello reale è cambiato dall’esperienza del coma). Hae-ri ha creato Wonderland per poter parlare con i genitori morti, ma ha scoperto con orrore che ogni volta che un’identità virtuale viene ricreata, si ripresenta meno lontana dall’originale. Bai Li, sotto la minaccia di perdere il contatto con la figlia, trascende la propria natura: dopo essere stata disconnessa, sopravvive nella matrice, prende coscienza di sé e della sua natura virtuale, si intrufola nel sistema, hackera e piega il mondo digitale alle sue esigenze.



Fonte