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mercoledì, Dic 11

Wto, perché Trump lo sta bloccando


Gli Stati Uniti si oppongono al rinnovo dei giudici della Corte d’appello dell’Organizzazione internazionale del commercio. Ma lo stop apre a una deregolamentazione dei trattati commerciali in tutto il mondo

Donald Trump (foto: Drew Angerer/Getty Images)

La guerra commerciale del presidente americano Donald Trump si fa sempre più dura anche sul fronte del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, l’ente internazionale avrebbe più volte preso posizione contro gli Stati Uniti, per favorire invece gli altri stati membri, in tutto 164 a livello globale, in caso di controversie presentate in diverse occasioni.

La posizione di Washington rischia, però, di segnare la fine dell’operato dell’organismo internazionale fondato nel 1995. Nello scontro frontale l’amministrazione del presidente Trump starebbe ora approfittando del potere di veto che ogni stato membro ha nel momento della votazione per l’elezione dei sette giudici che compongono la Corte d’appello del Wto.

Al momento gli Stati Uniti stanno rifiutando di approvare l’elezione di quattro giudici che dovrebbero sostituire quelli eletti precedentemente e orami arrivati a fine mandato. Inoltre, nella giornata di ieri, 10 dicembre, scadeva anche il mandato di altri due giudici della Corte, e se Washington continuasse a rifiutarsi di eleggere i sostituiti, resterebbe un solo giudice a dover decidere delle controversie commerciali internazionali.

Secondo quanto riportato dal New York Times, la posizione di Trump è motivata da fatto che, più di una volta, il presidente americano in passato ha ignorato completamente l’esistenza dell’organismo di regolamentazione internazionale. E da questo punto di vista la questione dei dazi commerciali imposti alla Cina, così come le recenti minacce di dazi verso l’Europa a causa della discussione sulla web tax, sono certamente emblematici.

Per altro, contro l’Europa, gli Stati Uniti avevano recentemente incassato una vittoria sancita proprio dalla sentenza del Wto che aveva garantito a Washington di poter applicare dazi su 6,8 miliardi di dollari l’anno dall’Unione Europea, come sanzione dei sussidi ricevuti da Airbus.

Sebbene anche altri Paesi membri siano piuttosto critici verso alcune decisioni prese negli anni dall’Organizzazione, l’opinione più condivisa è quella di restare all’interno del quadro tracciato dal Wto così da poterne migliorare l’operato. Infatti, se saltassero le regole che governano il commercio internazionale, “avremmo la legge della giungla”, ha affermato il commissario europeo al commercio Phil Hogan.

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