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Lego ha annunciato un ambizioso piano per rendere i suoi iconici giocattoli più ecologici. Il colosso danese ha dichiarato che entro il 2026 punta a usare plastica da materiali rinnovabili e riciclati per produrre almeno la metà dei mattoncini e ridurre così drasticamente la sua dipendenza dai combustibili fossili. Un percorso che al momento sembra tutt’altro che semplice.

Dal tentativo fallito al nuovo progetto

Anche lo scorso anno l’azienda danese stava perseguendo un progetto ambizioso di questo genere. In particolare Lego aveva cercato a lungo un’alternativa alla sua plastica principale l’Abs, che per produrne un chilo ha bisogno di altrettanto petrolio, e che quindi fosse priva di combustibili fossili. Allora il programma prevedeva la possibilità di utilizzare le bottiglie di plastica riciclata, salvo poi scoprire che il nuovo materiale effettivamente avrebbe provocato più emissioni a causa della necessità di dover riattrezzare le sue fabbriche.

Il gruppo però non si è dato per vinto e ha continuato a investire sia nella sostenibilità (hanno testato oltre 600 materiali alternativi alla plastica), sia nel potenziamento dei suoi impianti di produzione, con nuovi stabilimenti negli Stati Uniti e in Vietnam. L’obiettivo a lungo termine è quello di a passare completamente alla plastica rinnovabile e riciclata entro il 2032. Questo cambiamento, tuttavia, non sarà privo di costi.

Gli investimenti in sostenibilità

Dopo aver fatto i calcoli l’azienda ha scoperto che dovrà pagare fino al 70% in più per le nuove resine certificate rinnovabili, anche se la speranza è quella di incentivare i produttori ad aumentare la produzione di questi materiali alternativi, abbassandone i prezzi. Molti fornitori, in effetti, stanno già sostituendo i combustibili fossili puri con materiali alternativi come olio da cucina o grassi di scarto dell’industria alimentare, ma i costi possono essere da due a tre volte superiori a causa di un mercato ancora poco sviluppato.

Niels Christiansen, amministratore delegato dell’azienda danese, ha dichiarato a Reuters che “è un privilegio poter pagare di più per le materie prime senza dover aumentare i prezzi per i clienti”. L’azienda ha triplicato gli investimenti in sostenibilità, promettendo di spendere 3 miliardi di corone danesi (circa 340 milioni di sterline) all’anno entro il 2025. Inoltre, ha espanso il suo programma di riciclo Replay nel Regno Unito, permettendo ai consumatori di donare i vecchi mattoncini gratuitamente.

Questi investimenti sono sostenuti da una considerevole crescita dell’azienda che, nel primo semestre del 2023, ha riportato un aumento delle vendite del 13%, raggiungendo i 31 miliardi di corone danesi. Una parabola notevole se si tiene presente che circa vent’anni fa l’azienda sfiorava il fallimento. Oggi il gruppo si è saldamente affermato come il leader mondiale nel settore dei giocattoli sia per fatturato che per redditività. Adesso, sta ampliando i propri orizzonti, come dimostra la partnership con Epic Games, la casa produttrice di Fortnite, che ha aperto nuove prospettive di crescita, o quella con Nike.



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