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guarda il match in streaming dall’estero

guarda il match in streaming dall’estero

Da Punto-Informatico.it :

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In pratica, puoi decidere in qualsiasi momento dove essere senza spostarti fisicamente. Il vantaggio è poter accedere ai contenuti online disponibili in quell’area geografica pur essendo in tutt’altra zona che, altrimenti, te lo impedirebbe. La scelta non ricade a caso su NordVPN. Questo perché si tratta di una delle pochissime VPN sul mercato che investe risorse nell’aggiornare ogni giorno, più volte al giorno, i suoi server contro i blocchi regionali.

Si ha così un sistema sempre efficace nell’aggirare le restrizioni delle piattaforme di streaming, del web e dei governi. Il risultato? Stasera puoi goderti Inter-Roma in diretta streaming anche dall’estero. Niente male vero? Però non è solo questo l’unico vantaggio offerto da NordVPN. Dai un’occhiata a tutti i benefici inclusi in una sola applicazione compatibile con tutti i sistemi operativi e attivabile contemporaneamente fino a un massimo di 6 dispositivi.

Inter-Roma: segui la diretta streaming dall’estero

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Nel frattempo vai alla sezione server. Qui dai un’occhiata a tutti quelli disponibili, ma poi scegli un server italiano. Questo perché per accedere alla live della partita dovrai aggirare i blocchi regionali della piattaforma alla quale sei abbonato. Una volta cambiata la tua posizione virtuale, collocandola in Italia, sei pronto per accedere alla piattaforma e guardarti il match in diretta. Tutto in pochissimi secondi. Otterrai anche una larghezza di banda illimitata per uno streaming senza buffering.

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Fonte Punto Informatico Source link

Israele, può sopravvivere se ingloba Gaza e la Cisgiordania in uno stato solo?

Israele, può sopravvivere se ingloba Gaza e la Cisgiordania in uno stato solo?



Da Wired.it :

È ovvio che non si tratta di una passeggiata. È improbabile che Hamas, come entità etno-teocratica, subisca un processo di moderazione in questo scenario. Ne va della sua natura intrinseca, e gli sforzi per riformarla potrebbero essere vani.

Ma proprio per questo sia Israele, come indiscussa potenze economica e militare nella regione, che gli Stati Uniti come nazione più armata e ricca della Terra hanno una responsabilità cruciale nel compiere passi per portare un cambiamento positivo nei Territori, e provare a integrarli in un ordine democratico, plurale e in un sistema di welfare che renda superfluo quello di Hamas. Formazione che, peraltro, non si confronta con le elezioni dal 2006, e potrebbe non godere di un consenso democratico così stabile. Va da sé che questo fardello non sia gradito dalla maggior parte degli israeliani medi, ma non può esistere un percorso valido verso la pace per loro senza assumersi questa responsabilità.

Stato ebraico o democratico?

Tuttavia, prima ancora di questa montagna da superare, è proprio l’etno-nazionalismo israeliano a fare da ostacolo: uno Stato unico potrebbe portare i palestinesi a superare numericamente gli ebrei a causa della crescita demografica. Questo si tradurrebbe nella la fine di Israele come Stato ebraico e democratico o, come ha affermato con rassegnazione l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak, nella creazione di uno Stato di apartheid, che priva di diritti politici, libertà economica e giustizia i 4,7 milioni di palestinesi, causando instabilità permanente per Israele e ulteriore risentimento nel mondo arabo.

Sembrerebbe la soluzione più ovvia quella di far condividere sia a israeliani che palestinesi la terra di Canaan, con un impegno assoluto per il disarmo e un sistema parlamentare rappresentativo nel quale fare politica, come succede nella maggior parte delle democrazie. Ma se l’incremento di una popolazione etnica minaccia l’identità di uno Stato, questo non indica in sé una situazione premoderna? Non ci suggerisce un’incompatibilità di quello Stato con la modernità?

Forse, conoscendo la risposta, il sostegno rassegnato a una soluzione a due Stati anziché uno è stato la policy degli Stati Uniti fin dall’amministrazione di George W. Bush, in quanto potrebbe garantire che Israele rimanga una democrazia a maggioranza ebraica e, al contempo, offrire giustizia ai palestinesi. Questo progetto gode tuttora di un ampio sostegno nell’elettorato statunitense, anche all’indomani dell’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha causato la morte di circa 1.300 israeliani e scatenato la risposta militare di Israele, con oltre 6.000 vittime palestinesi e una catastrofe umanitaria.



[Fonte Wired.it]

Viviamo dentro Matrix. Ecco la legge fisica che (forse) lo dimostra

Viviamo dentro Matrix. Ecco la legge fisica che (forse) lo dimostra



Da Wired.it :

DeGrasse, comunque, non è il solo a pensarla così. Melvin Vopson, professore di fisica alla University of Portsmouth, lo scorso anno ha proposto un esperimento (ancora non realizzato) per cercare di comprendere se la realtà fisica in cui viviamo sia un “costrutto simulato” o un “mondo oggettivo che esiste in modo indipendente dall’osservatore, facendo notare che al momento “ci manca un modello chiaro per distinguere tra realtà simulata e realtà non-simulata”. Più di recente – poche settimane fa – Vopson ha pubblicato sulla rivista Aip Advances un altro lavoro in cui discute la seconda legge dell’infodinamica e “le sue implicazioni sulla teoria dell’Universo simulato”. Non è un articolo di facile lettura per i non addetti ai lavori: l’idea di Vopson si basa sulla cosiddetta teoria dell’informazione, sviluppata dal matematico Claude Shannon, la branca della matematica che studia la comunicazione, l’archiviazione e la trasmissione delle informazioni.

Il ruolo dell’entropia

“Sulla base dei concetti della teoria dell’informazione – spiega lo stesso Vopson in un articolo divulgativo pubblicato su The Conversationho proposto una nuova legge della fisica, che ho chiamato seconda legge dell’infodinamica, che sembra supportare la teoria dell’Universo simulato”. L’idea è in qualche modo trasportata dalla seconda legge della termodinamica, una delle più importanti della fisica moderna, che coinvolge l’entropia, la misura (detto molto semplicemente) del “disordine” di un sistema, ovvero (più precisamente) del “numero di modi” in cui un sistema può realizzarsi. Ogni sistema termodinamico evolve sempre aumentando la propria entropia: nello stato di equilibrio perfetto, l’entropia è massima e non ci sono più differenze “locali” tra le varie parti di un sistema. Esempio (ancora una volta semplificato): una miscela di caffè e latte ha entropia minima quando i due liquidi sono separati; miscelandosi insieme, si arriva irreversibilmente a uno stato di equilibrio in cui non è più possibile distinguere i due liquidi e si è ottenuta una sostanza “uniforme” e massimamente disordinata (il caffelatte, per l’appunto).

Anche Vopson si serve di un esempio simile: “Al cuore della seconda legge della termodinamica c’è l’entropia – scrive – una misura del disordine che cresce sempre in un sistema isolato. Quando si lascia sul tavolo una tazza calda di caffè, dopo un po’ sarà in equilibrio termico, ovvero il caffè avrà la stessa temperatura dell’ambiente circostante. A quel punto l’entropia del sistema sarà al massimo, e l’energia al minimo. La seconda legge dell’infodinamica dice che l’‘entropia di informazione’ (ossia la quantità media di informazioni ‘trasportate’ da un certo evento) deve rimanere costante o diminuire nel tempo, fino a un valore minimo di equilibrio”. Sostanzialmente, il fisico sostiene che questa legge sia una sorta di “bilanciamento” rispetto all’equivalente termodinamico: “La seconda legge dell’infodinamica va in direzione opposta rispetto alla seconda legge della termodinamica (secondo la quale il calore fluisce sempre spontaneamente da una regione più calda a una regione più fredda, e contemporaneamente l’entropia aumenta). Per restare all’esempio del caffè, vuol dire che la probabilità di localizzare una singola e specifica molecola nel liquido diminuisce, perché lo spettro di energia disponibile si riduce arrivando all’equilibrio termico. Quindi l’entropia dell’informazione diminuisce sempre man mano che l’energia aumenta”. È un altro modo di presentare il concetto di cui sopra: con l’aumento dell’entropia aumenta anche l’“uniformità” di un sistema, fino al momento in cui tutte le parti del sistema sono uguali e dunque è minima la capacità del sistema di trasportare informazioni.

Dove entra in gioco la simulazione?

Fermiamoci un attimo. Dice Vopson che la seconda legge dell’infodinamica è una “necessità cosmologica” con “enormi ramificazioni e conseguenze scientifiche”, per esempio nel campo della biologia. “La mia legge conferma il comportamento dell’informazione genetica. Indica che le mutazioni genetiche, al loro livello più fondamentale, non sono eventi casuali, ma piuttosto eventi che avvengono obbedendo alla seconda legge dell’infodinamica, ossia per minimizzare l’entropia di informazione del genoma. E questa legge può anche spiegare alcuni fenomeni della fisica atomica e l’evoluzione temporale dei dati digitali”. Non solo: “La legge fa luce su uno dei più grandi misteri ancora aperti della fisica, ossia il motivo per cui la natura ‘preferisca’ gli stati ad alta simmetria: tali stati corrispondono alla più bassa entropia informativa”.

Ancora un attimo. Grandi affermazioni richiedono grandi prove. E al momento quelle presentate da Vopson sono solo congetture – spesso molto speculative – che, per quanto affascinanti, sono tutt’altro che dimostrate. Comunque, l’idea del fisico è che l’esistenza e la validità della seconda legge dell’infodinamica potrebbero essere un indizio, una traccia, del fatto che il nostro è un Universo simulato. La ragione è semplice e affascinante: “Il nostro Universo è enorme e super complesso. Per simularlo sarebbe certamente necessario implementare algoritmi di ottimizzazione e di compressione dei dati, per ridurre l’enorme potenza computazionale e lo spazio di archiviazione richiesti”. La seconda legge dell’infodinamica potrebbe servire proprio a questo: ridurre il più possibile la quantità di informazioni e di operazioni necessaria a far girare l’Universo. Un tentativo di zippare il mondo. Affascinante per davvero. “Sono necessari altri studi prima di confermare definitivamente che la seconda legge dell’infodinamica sia fondamentale quanto la seconda legge della termodinamica. Se dovessimo riuscire a confermarlo, sarebbe la prima vera evidenza scientifica a supporto della teoria dell’Universo simulato”.



[Fonte Wired.it]

nuovi abbonamenti Plus e Basic

nuovi abbonamenti Plus e Basic

Da Punto-Informatico.it :

Come anticipato da Elon Musk il 20 ottobre, l’azienda californiana ha annunciato due nuovi abbonamenti al social network: X Premium+ e X Premium Basic. Il primo include tutte le funzionalità di X Premium, ma senza pubblicità. Il secondo include meno funzionalità e soprattutto non permette di ricevere il badge blu di account verificato.

X Premium: differenze tra abbonamenti

Il piano X Premium+ offre tutte le funzionalità di X Premium e tre esclusive. Gli abbonati non vedranno annunci pubblicitari nelle schede Per te e Following. I post riceveranno un maggiore visibilità, quindi avranno una maggiore priorità nei commenti e nei risultati delle ricerche. Infine, gli abbonati potranno usare tutti gli strumenti per creatori.

Il piano X Premium Basic include le funzionalità base di X Premium, ma gli abbonati non riceveranno il badge blu e vedranno il 100% degli annunci pubblicitari. I post avranno solo un piccolo incremento di visibilità. Gli abbonati Basic non riceveranno una parte delle entrate pubblicitarie (Ads Revenue Sharing) e non possono accedere a Media Studio e X Pro (ex TweetDeck).

L’abbonamento a X Premium+ costa 16 dollari/mese, mentre quello a X Premium Basic costa 3 dollari/mese. L’azienda californiana non ha ancora pubblicato i prezzi per l’Italia. Possono essere sottoscritti solo via web, non tramite app Android e iOS.

Al momento è possibile passare ad un piano inferiore o superiore solo cancellando l’abbonamento in corso. Nelle prossime settimane sarà disponibile una modalità che permette di cambiare piano senza cancellare l’abbonamento. In due paesi (Filippine e Nuova Zelanda) è stato avviato un test per l’accesso solo a pagamento (1 dollaro/anno). Pochi giorni fa sono state introdotte le chiamate audio e video, mentre entro fine 2024 verranno aggiunti i servizi finanziari.





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sondaggi, GIF e altre funzionalità in test

sondaggi, GIF e altre funzionalità in test

Da Punto-Informatico.it :

L’azienda di Menlo Park ha annunciato due nuove funzionalità per Threads: sondaggi e GIF. Altre due sono invece in test: numero di visualizzazioni e post fissati. L’obiettivo è chiaramente quello di ridurre il gap da X (che offre da tempo queste funzionalità). Adam Mosseri, capo di Instagram, ha inoltre dichiarato che presto saranno disponibili le API (Application Programming Interface) per gli sviluppatori di terze parti.

Sondaggi, GIF e altre novità

Mark Zuckerberg ha recentemente annunciato che su Threads ci sono quasi 100 milioni di utenti attivi mensili. Il modo migliore per incrementare questo numero è aggiungere nuove funzionalità, cercando di soddisfare le richieste ricevute. Le due novità, già disponibili su app e web, sono i sondaggi e le GIF.

Post di @mosseri

Visualizza su Threads

Come ha mostrato Adam Mosseri, i sondaggi si possono creare toccando o cliccando il pulsante all’estremità destra nella finestra di scrittura del post. È possibile aggiungere fino a quattro scelte e un conto alla rovescia che indica la durata del sondaggio. Gli utenti che hanno votato riceveranno una notifica alla scadenza.

Per aggiungere una GIF è invece necessario toccare o cliccare il secondo pulsante da sinistra. Verrà aperta una finestra per la ricerca nel vasto catalogo di Giphy (che Meta aveva acquisito, ma poi ha dovuto cedere a Shutterstock).

Altre due funzionalità sono in test. Alcuni utenti vedranno il numero di visualizzazioni dei post. È inoltre possibile fissare i post all’inizio del profilo o una risposta all’inizio del post. Le due opzioni sono accessibili tramite il menu (tre puntini).

Mosseri ha inoltre anticipato alcune possibili novità, tra cui hashtag e API. Queste ultime dovrebbero avere una maggiore priorità, in quanto è già stato avviato lo sviluppo. Mosseri teme però che possano essere pubblicati più contenuti degli editori e meno contenuti dei creatori. Fino all’inizio di settembre erano disponibili API non ufficiali. Meta ha inviato una lettera “cease and desist”, in quanto veniva effettuato lo scraping dei post (vietato dai termini del servizio).



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