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Due ore di smartphone al giorno fino ai 18 anni (in Cina)

Due ore di smartphone al giorno fino ai 18 anni (in Cina)

Da Punto-Informatico.it :

Si torna a parlare di bambini, adolescenti e del loro utilizzo dei dispositivi elettronici come gli smartphone: in Cina potrebbe essere introdotto un giro di vite piuttosto severo. Le nuove regole proposte dal Cyberspace Administration of China (documento originale) mirano a ridurre considerevolmente il tempo trascorso dai più piccoli di fronte agli schermi. Saranno sottoposte a consultazione pubblica e non è certo possano essere approvate in via definitiva.

La nuova proposta della Cina su bambini, adolescenti e smartphone

Nel dettaglio, ecco i limiti previsti: 40 minuti al giorno sotto gli otto anni, non più di un’ora prima di averne computi 16 e al massimo due ore per chi non ne ha ancora 18. I device dovrebbero essere dotati di strumenti per il parental control sufficientemente accessibili da parte dei genitori, per applicare restrizioni a ciò che è possibile mostrare.

Ancora, ai provider spetterebbe il compito di applicare restrizioni ai contenuti in base all’età dell’utente. Ad esempio, solo canzoni o audio sotto i tre anni, materiale educativo e una selezione di notizie fino ai 12, con alcune eccezioni per quanto riguarda le comunicazioni relative alle emergenze.

L’obiettivo è quello di evitare che un utilizzo eccessivo dello smartphone (o del tablet, ma il discorso potrebbe essere applicato a qualsiasi altro dispositivo) possa creare una qualche sorta di dipendenza e influire negativamente sullo sviluppo o sulla crescita. Tra le altre regole già in essere nel paese, citiamo quella che limita l’uso dei videogame da parte dei più piccoli a un massimo di tre ore per settimana, consentendolo inoltre solo nei weekend e nelle festività.

Come sempre accade in questi casi, la reale difficoltà consisterebbe nel forzare l’applicazione della norma, più che nella sua introduzione a livello legislativo. A farne le spese potrebbero essere colossi nazionali come ByteDance (responsabile per TikTok) e Tencent (WeChat e giochi mobile), il cui target è proprio quello più giovane.



Fonte Punto Informatico Source link

Prova e recensione OPPO Reno10 Pro: impressioni, foto, video, prezzo

Prova e recensione OPPO Reno10 Pro: impressioni, foto, video, prezzo


Con un focus particolare su fotografia e ritratti il nuovo smartphone della casa cinese si caratterizza per stile, fluidità del sistema e qualità del comparto batteria. Ecco tutte le caratteristiche

La linea Reno di OPPO si aggiorna e arriva alla versione 10 confermando un design sottile e leggero e un prodotto come sempre performante e interessante. Protagonisti della nuova serie, Reno10 e il top di gamma Reno10 Pro, oggetto della nostra recensione: l’abbiamo portato con noi in vacanza e utilizzato sia per svago che per lavoro. Ecco com’è andata.


Le caratteristiche principali

OPPO Reno10 Pro a prima vista è uno smartphone sottile e molto leggero: pesa infatti 185 grammi ed ha uno spessore di meno di 8 millimetri. L’abbiamo trovato comodo anche da trasportare in tasca ma a causa dei suoi bordi arrotondati 3D consigliamo l’uso con una cover per evitare che scivoli dalle mani. Disponibile nelle colorazioni Glossy Purple (quella che abbiamo provato noi) e Silvery Grey, presenta uno schermo curvo da 6,7 pollici con frequenza di aggiornamento fino a 120 Hz e il supporto fino a un miliardo di colori. Scendendo nel tecnico, Reno10 Pro è gestito da un chip Qualcomm Snapdragon 778G octa-core, una memoria Ram da 12 gigabyte (con Dynamic Computing Engine che migliora la velocità di accesso alla memoria) espandibili via software fino a 24 e a 256 giga di spazio di archiviazione. Nel complesso possiamo confermare che app e giochi sono risultati fluidi, veloci e performanti anche con numerosi processi aperti contemporaneamente. Molto buono anche il comparto energetico: all’interno del telefono troviamo una batteria da 4.600 mAh gestita, spiegano da OPPO, da un esclusivo Battery Health Engine e da un chip di gestione dell’alimentazione SUPERVOOC S4 che combina diverse funzioni tra cui ricarica, scarica, decodifica, reset, protezione. Nelle nostre prove abbiamo usato tranquillamente il telefono fino a sera, anche nelle giornate più impegnative, arrivando anche a 30-35 ore con un utilizzo limitato. Come sempre ci ha abituato OPPO, la ricarica è molto veloce: su questo modello troviamo la tecnologia SUPERVOOC FlashCharge che con caricabatterie da 80W incluso nella confezione ricarica il telefono da completamente scarico al 100% nella nostra prova in 29 minuti (in 10 minuti si supera il 40 per cento). Infine, sistema operativo ColorOS 13 basato su Android 13 come sempre molto completo con funzioni utili come lo schermo diviso in due o le finestre flessibili per visualizzare più app contemporaneamente o la barra laterale per accedere alle app più utilizzate. Peccato che alla prima accensione e configurazione vengano installati una decina di giochini non richiesti.




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Le foto scattate con OPPO Reno10 Pro
Le foto scattate con OPPO Reno10 Pro

Il comparto fotografico

Sul lato posteriore del telefono troviamo, a rilievo in una placca bicolore in vetro e metallo, il comparto fotografico. Al suo interno, una fotocamera principale con sensore Sony IMX890 da 50 megapixel, un sensore per ritratti con teleobiettivo da 32 (Sony IMX 709) e una lente ultra-grandangolare da 8 megapixel con apertura fino a 112°. La fotocamera anteriore per selfie, incastonata in alto al centro del display, è da 32 megapixel e offre una tecnologia chiamata Ultra-Clear Portrait Camera System. Reno10 Pro punta molto sulla qualità dei ritratti: questo grazie anche al Portrait Expert System, tecnologia che ottimizza l’intero processo di ripresa – spiegano gli ingegneri OPPO – in aree chiave come il riconoscimento e la segmentazione del soggetto, la conservazione del tono della pelle, la nitidezza dell’immagine, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale e altre tecniche avanzate di elaborazione dell’immagine. Da notare, infine, che sulle lenti è stata implementata una sorta di pellicola assorbente per luce infrarossa che aiuta a ridurre i riflessi. Nelle nostre prove abbiamo trovato gli scatti sempre molto luminosi, i ritratti davvero di buona qualità con ottimi effetti di profondità di campo e i video ben stabilizzati (arrivano però solo alla qualità Full HD); abbiamo notato che però nei video ultra-zoomati tende a perdere il fuoco.




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La nostra prova, disponibilità e prezzi

Nelle nostre prove possiamo confermare che OPPO ha sfornato un’altra serie di prodotti molto interessante. Il telefono si è comportato bene sia nell’utilizzo lavorativo sia in vacanza (navigazione satellitare, foto, video, serie tv, musica). 

Il prezzo di listino di OPPO Reno10 Pro è di 649,99 euro (fino al 31 agosto allo stesso prezzo acquistando su OPPO Store è possibile ottenere gratuitamente anche le nuove cuffie OPPO Enco Air 3 Pro, OPPO Band 2, una cover protettiva e la garanzia di 6 mesi sullo schermo).

Pro e Contro 

PRO

  • Fluidità del sistema, performance della batteria e ricarica veloce
  • Design, leggerezza e maneggevolezza

CONTRO

  • Buono il sistema operativo ColorOS ma troppe app pre-installate
  • Il teleobiettivo a volte perde il fuoco nei video ultra-zoomati




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fonte : skytg24

Prezzi senza senso SSD: 6 modelli da 1TB e 2TB Gen4, Gen 3 e SATA, nemmeno uno supera i 100€ e si parte da 48€

Prezzi senza senso SSD: 6 modelli da 1TB e 2TB Gen4, Gen 3 e SATA, nemmeno uno supera i 100€ e si parte da 48€

da Hardware Upgrade :

In collaborazione con Amazon



I prezzi degli SSD oggi, parliamone: ci sono modelli Gen4, Gen3 e SATA, da ben 1TB e 2TB, venduti a cifre mai viste. Meglio approfittare subito di questi prezzi perché l’occasione è veramente buona per dare nuova verve a PC vecchi e nuovi!

di pubblicata il , alle 08:59 nel canale Storage

LexarCrucialAmazon


Pensate a quanto costavano gli SSD Gen4 anche solo poco tempo fa. Quelli di fascia alta, da 7300MB/s circa, non quelli entry level (comunque ottimi ma sempre costosi).
Leggere oggi i prezzi di questi fanxiang da 1Tb e 2TB, che sono ottimi e
vanno benissimo, fa quasi sorridere. Con ottimi motivi:
sono imperdibili
!





Parliamo di questi SSD Lexar: 1TB 49€, 2TB 99€, PCIe Gen3,fino a
3500MB/s in lettura e 3000MB/s in scrittura. Rileggete il prezzo. Non c’è altro da aggiungere.






Se poi vi serve un SSD SATA per dare nuova vita a un vecchio portatile, le cifre sono simili e gli
SSD Crucial ottimi.


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Protesi oculari: a Roma nella “fabbrica” dei nuovi occhi

Protesi oculari: a Roma nella “fabbrica” dei nuovi occhi



Da Wired.it :

Il recruiting si fa per canali informali: del resto, si tratta di una professione cui non si arriva leggendo un annuncio.  “E poi sono l’unico uomo qui da noi. E’ una specie di clan, in senso positivo, composto da sole donne” spiega il responsabile, Gregorio Baffigo, dieci anni da Eataly prima di passare all’azienda di famiglia. A Roma c’è una piccola realtà che da un secolo realizza protesi per chi ha perso uno o entrambi gli occhi. Si chiama Ocularistica italiana e ha una storia che risale al Novecento. Nei locali della Capitale, a partire da calchi della cavità oculare, le protesiste, seguite da medici, realizzano la sclera in resina, poi aggiungono l’iride, infine la dipingono con pigmenti naturali. Una professione particolare, ad alta specializzazione, a cavallo tra passato e presente. Un lavoro che non si lascia, a volte si tramanda: “L’anno scorso è andata in pensione una dipendente entrata giovanissima, quando aveva sedici anni, il prossimo smetteranno due persone che sono qui da quando ne avevano diciassette. Al momento, ci sono anche una madre e una figlia. Non è solo questione di stipendio: qui si viene soprattutto perché si sente di avere una missione”.

Senza dirlo in famiglia

Qualcuno non l’ha detto alla moglie, e chiede gentilmente di non chiamare a casa. Molti non ne hanno parlato ai colleghi e agli amici più stretti: le storie di chi ha perso un occhio, per incidente o malattia, sono tante. Un pudore che, probabilmente, deriva dal fatto che la condizione viene percepita immediatamente dal nostro sistema cognitivo: “Se in un bar entra una persona che ne è affetta, lo notiamo subito, anche senza bisogno di concentrare l’attenzione” sintetizza Baffigo. Per i pazienti, molto cambia dal punto di vista relazionale: “Si è portati a pensare che un monocolo (chi ha un occhio solo, ndr) non possa svolgere una normale attività professionale: invece non è così. Può giocare a calcio, in piscina, vivere un’esistenza completa e appagante” dice l’imprenditore.

L’obiettivo di una protesi è esclusivamente estetico, spiega Baffigo, ma per raggiungerlo è necessaria una qualità costruttiva assoluta. “Abbiamo realizzato una serie di sclere di diverse tonalità che creiamo preparandpo miscele differenti a partire da un unico materiale di base, il metacrilato di metile. Si tratta di una resina molto dura e stabile chimicamente, che cuoce in forni di polimerizzazione a novanta gradi e alla pressione di cinque o sei bar”. Il materiale, afferma Baffigo, è lo stesso di un dente finto: ma questo è solo l’inizio della storia. “Direi il 10%. La complessità dell’occhio fa sì che il risultato finale debba essere perfetto: per dare la sensazione di realtà dipingiamo le iridi in tre dimensioni, su piani differenti, con tecniche che si sono via via raffinate nel corso di decenni. Parliamo di artigianalità nuda e cruda che va a braccetto con l’innovazione, e di una ricerca che si concentra soprattutto sui pigmenti”. Il risultato? Invisibile, almeno per chi non è del settore. “Le faccio un esempio. Alle superiori facevo canottaggio: avevo un compagno che portava una nostra protesi, ma le dico la verità: non me ne sono mai accorto, l’ho scoperto solo in seguito. Anche lei sicuramente conosce qualcuno che indossa un dispositivo del genere, ma probabilmente non lo sa”. La protesi richiede una manutenzione minima, ma deve essere sostituita ogni tre anni, anche per adattare il colore della sclera al passare degli anni.

La storia di Moussa: dal Senegal all’Italia per curare una patologia rara

Le prime protesi realizzate a Roma erano in cristallo: la tecnica costruttiva venne appresa dal nonno di Baffigo, Paolo Modugno, negli anni Venti del secolo scorso. Reduce della Prima guerra mondiale, il combattente si accorse della massa di mutilati che il conflitto si era lasciato alle spalle. Unendo spirito imprenditoriale e una sorta di filantropia, decise, così, di tornare in Germania, dove era stato internato e aveva imparato il tedesco, per apprendere lo stato dell’arte. Da allora, l’azienda è rimasta familiare. Quindici persone in tutto, si lavora per passione, dice Baffigo, e, in qualche caso, anche per beneficenza. Come nel caso di Moussa, bambino senegalese nato con anoftalmia bilaterale: gli mancavano entrambi gli occhi, patologia che colpisce un neonato su trentamila. Prima del parto, il padre era tornato in Italia per lavorare: ma appena venuto a conoscenza della condizione del figlio ha cercato aiuto. L’appello è stato raccolto dall’Osservatorio malattie rare, associazione fondata oltre dieci anni fa da Ilaria Ciancaleoni Bartoli, che si occupa di sensibilizzare politica e case farmaceutiche sulle patologie meno diffuse.

Grazie alla rete costruita nel tempo, Ciancaleoni ha coinvolto l’Ambulatorio malattie rare dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, dove il caso di Moussa è stato preso in carico dal direttore Andrea Bartuli.  Il nosocomio romano si è occupato di istruire le pratiche per ovviare alla mancanza di assistenza sanitaria ed effettuare tutti gli accertamenti del caso:  cure che in nessun modo la famiglia avrebbe potuto sostenere. Con l’aiuto costante dell’associazione Kim, piccolo e madre sono stati accolti e inseriti in uno dei programmi attivi, che comprendono assistenza pediatrica, aiuto logistico nella ricerca di una sistemazione, lezioni di italiano e persino l’apprendimento di un mestiere con corsi di taglio e cucito.



[Fonte Wired.it]

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Da Punto-Informatico.it :

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